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Quando vedi uno come Russotto – genio e sregolatezza – che, a un pelo dal gol, bombarda il cielo sopra Librino, ti fai centocinquanta domande: è un “reietto” del calcio? Non si direbbe… È un difensore, aduso a “spazzare” come si fa negli oratori? Macché… Sino al paradosso: «possibile che l’abbia fatto apposta?» e «perché avrebbe dovuto?»… Si può fare apposta una cosa del genere? Non è neanche facile riuscirvi; è più difficile tirare fuori che dentro… Certo, a volte il talento supera ogni difficoltà…

Altre amenità erano state offerte in società per azioni, un campionario degli orrori senza fine che ha nella punizione sul lato sinistro dell’attacco il suo capolavoro. Da ridere se non si trattasse di cose che, invece, alimentano la tristezza più grande.
Passaggi e passaggetti quasi sempre in stile rugbistico, cioè, sempre all’indietro, e, quando la “pizzata” è in avanti, o lo è troppo (e finisce fra le braccia del numero uno avversario) o trova i “campioni” in rossoceleste (continuo a essere convinto che l’azzurro sia un’altra cosa) al di là di tutti e assai spesso con il solerte – talvolta, anche troppo – assistente dell’arbitro a braccio teso, praticamente ingessato, con la bandierina sollevata. Sei-cento-dodici volte… Anche quando – con la Casertana in 10 – l’abile allenatore – il “nostro” – decide di sostituire un terzino con un altro… forse, per difendere un 1-0 che però è a favore degli increduli antagonisti. E di nuovo a fare la melina o una sorta di torello senza sbocco… per concludere l’agonia con la seconda sconfitta interna.

Così, dopo una furente contestazione, giunge al termine l’avventura etnea di “PP”, iniziali riportate nel ricamo sulla maglietta del tecnico cosentino; toh, quant’è ricorrente questo termine!
Anche sulla vicenda dell’allenatore le domande possono raggiungere le tre cifre. Risparmio l’elenco perché già abbondantemente sciorinate da chi ha scritto sull’argomento in questi lunghi, sofferti mesi. Avendo, però, fede incrollabile nell’intelletto umano, non trovo uno straccio di risposta convincente a una delle domande fondamentali, cioè “se è possibile ostinarsi sino all’abnegazione”.
In questi casi più che la ragione può aiutare la fantasia. O un miscuglio dell’una e dell’altra che, alla fine, confezionano quegli intrugli che solo nell’alta cucina sono considerati un pregio. Prendersela con l’allenatore, si dice, è come sparare sulla Croce Rossa ma è la cosa più semplice; la dirigenza societaria in questo si è dimostrata più coriacea del diretto interessato.
Tutti per mesi abbiamo notato la costante supremazia degli avversari a centro campo; tutti ci siamo accorti che spessissimo il “portatore di palla” non sa che pesci pigliare e finisce immancabilmente con l’accendere l’effetto “boomerang”, cioè il ritorno del pallone al portiere dopo una serie di passaggi improduttivi… Ci siamo resi conto che – di regola, tranne rare e inspiegabili eccezioni – nelle punizioni, nei falli laterali, nei calci d’angolo non si appalesano schemi appena credibili… Di tutte queste cose, di cui siamo da mesi consapevoli, possibile che la dirigenza, non si sia accorta? Possibile che dopo la pausa di Natale e dopo il mercato di riparazione non sia maturato alcun miglioramento? Anzi! E a uno “sospettoso” può anche sorgere il dubbio che Tutto sia figlio della politica aziendale, quella scelta o quella possibile.

Nella foto Salvo Nicotra e l'impianto di Torre del Grifo

Nella foto Salvo Nicotra e l’impianto di Torre del Grifo

Tre anni così – inspiegabili per quanto visto sul terreno di gioco – una logica comune potrebbero nasconderla? Una logica dentro la quale Cosentino, Delli Carri, eccetera, possono apparire come attori funzionali, colpevoli (ai nostri occhi di tifosi e al di là delle vicende giudiziarie che qualcosa di ridicolo, comunque mantengono; a cominciare dalla strana circostanza che il Catania sia stato punito per avere comprato partite e chi le ha vendute, invece, no) tanto quanto quelli di adesso, mutatis mutandis… in un continuum ininterrotto? Capisco che in tempi di magra quella di rescindere un contratto e di prenderne in carico uno in più non è scelta facile. Se, però, alla fine si è fatto, perché si è aspettato tanto? Molti sono gli interrogativi ai quali dovranno essere date risposte con i fatti. Adesso, Moriero… Ha la bacchetta magica? Possiamo, dobbiamo solo augurarcelo.

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