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Sulla polemica insorta attorno al direttore della reggia di Caserta, ho cercato di documentarmi. E avendo una lunga e non marginale militanza sindacale, è stato proprio l’atteggiamento dei sindacati ad interessarmi maggiormente, sino ad assumere la decisione di compilare questo “pezzo” dopo aver letto nel sito del giornale del mio amico Marco Spampinato l’intervento di un ex segretario generale, Raffaele Bonanni, niente di meno! (http://www.sottoilvulcano.net/blog/2016/03/06/il-direttore-che-lavora-troppo-il-caso-della-reggia-di-caserta);

Mi aveva sorpreso quanto è stato “titolato” da un’altra testata riguardo alle affermazioni dell’erede di Bonanni, Annamaria Furlan: «Caserta, la Cisl sta con il direttore. “Certi sindacalisti noi li cacciamo”». Trovo per lo meno strana e, perché no, verticistica una tale presa di posizione e rischioso prestarsi a una titolazione del genere (se non lo si vuole), peraltro abbastanza in linea con l’affermazione della sua omologa della CGIL, Camusso. Nel corpo dell’intervista la posizione è più composita e per alcune parti anche condivisibile (http://www.quotidiano.net/reggia-di-caserta-1.1949234), ripresa coerentemente dal siciliano Bernava, componente della segreteria confederale della stessa organizzazione.

Ma, a parte le perplessità ingenerate dalle prese di posizione dei vertici sindacali CISL e, soprattutto, di CGIL e UIL (i cui rappresentanti locali risultano firmatari – a differenza di quelli della CISL che hanno cancellato la propria sigla – della lettera che ha dato il via all’intera vicenda) mi ha colpito la mancanza di una lettura completa e obiettiva dell’intero documento, reperibile in: http://napoli.fanpage.it/reggia-di-caserta-cosa-dice-davvero-la-lettera-dei-sindacati-sul-direttore-stakanovista/.

È come se il coro (composto anche dal sarcastico Gramellini su “La Stampa”) fosse partito in sintonia perfetta con quanto di strumentale e, guarda caso, antisindacale, affermato dal signor primo ministro in una sua nota su Internet.

Mi sembra che siamo alle solite: tutto è buono pur di dare addosso ai pubblici dipendenti e a chi li rappresenta. Non che tutto sia a posto. Anzi! Ma la strada è un’altra se si vuole una pubblica amministrazione all’altezza dell’Italia; o, forse, no; è proprio lo smantellamento del “pubblico” il vero obiettivo e si usa ogni pretesto per aggiungere un mattone all’altro. Come se il privato, in quest’Italia, brillasse… Le banche ne sono mirabile esempio!

Non sono a conoscenza di eventuali retroscena e, a questo punto, non m’importa neanche saperne. Il fatto che ogni volta si estrapolino piccoli scorci da articolati e corposi argomenti per sfruttarli a proprio piacimento (quasi sempre di segno autoritario) mi indigna. Leggendolo, non mi pare che il documento contrapponga il direttore e i lavoratori sul tema dell’attaccamento al lavoro né, come dice Gramellini, sull’esigenza che il “capo” domandi “su carta bollata” ai “subalterni” il permesso di rimanere al lavoro oltre l’orario.

Mi è capitato di essere a conoscenza di un episodio piccolo-piccolo, capitato in un pubblico ufficio per un impiegato, protrattosi oltre la chiusura dei locali e all’attivazione dei sistemi di sicurezza. Ricordo che tornando indietro con la memoria alla mia precedente vita, appunto di pubblico dipendente (con responsabilità sul personale), mi sono chiesto cosa sarebbe successo se quel tizio avesse cercato di superare uno dei varchi e se non fossero stati già inventati i telefoni cellulari…

Non credo che, se le rappresentanze unitarie (RSU) pongano, insieme a tante altre, una questione del genere, commettano lesa maestà o sostengano che fa male chi vuole lavorare di più. 

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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