Block Notes

Si avvicinano le ore 14 e piove. Abbonamento in tasca e “attrezzatura” pronta, ma anche… postumi del mal di stagione con febbre e fastidiosi sintomi. Andare o non andare? Questo mi pare che sia scritto in un famoso copione teatrale. Sono anni che si va allo stadio anche con la pioggia. Anzi, di solito l’acqua ha portato bene. Chi non ricorda le tre polpette servite all’Inter del “triplete” di José Mourinho… E chi ha dimenticato una Roma palesemente in panne, implorante una sospensione, poi gentilmente servita dal solito arbitro “comprensivo”.

Non accenna a spiovere; anzi! E, allora? Con l’auto? Manco a parlarne… Ma si può “ciccare” una partita con la Juve? Si può fare mancare il proprio sostegno ai “rossocelesti” contro siffatto avversario? Mai! Anche se, dopo Juve non c’è “ntus” ma “Stabia”… Sissignori! La partita con il Castellammare di Stabia (circa 66.000 anime che vivono a pochi chilometri da Napoli) è imperdibile. Abbigliamento consono e convinzione che, nella peggiore delle ipotesi, potrei assistere all’esibizione dalla “tribuna B coperta” mi danno forza. Già, non è una novità che – anche se mai l’amministrazione comunale vi ha provveduto consapevolmente – anche la “B” ha una sua copertura; non è ampia ma bastevole per accogliere le folle oceaniche che l’attuale Catania e questa “Juve” riescono a chiamare: alludo ai sottoscala. A proposito delle “folle oceaniche” concordo con quanti detestano quegli spettatori disposti a pagare oltre 50 euro per quell’altra Juve (che quella di oggi, fortunatamente, non è neanche bianconera) e per le altre “blasonate”; gente che, grazie alle disavventure pulvirentiane, adesso può guardare queste “Compagnie di giro” solo in TV o – come posso testimoniare – attraversando l’intero stivale con i relativi costi e disagi; ben gli sta!.

Francesco Bombagi a Torre del Grifo (Foto Catania Calcio)

Francesco Bombagi a Torre del Grifo (Foto Catania Calcio)

È andata meglio del previsto: nel secondo tempo è uscito il sole, ma solo meteorologicamente parlando… Ché degli accadimenti del campo… meglio non parlare… dal momento, tra l‘altro, che c’è ancora chi guarda le partite del Catania per raccontarle a sangue caldo, per mettere i voti a giocatori, allenatori, arbitri, massaggiatori e pure ai VVFF e al pubblico…

Io sono coerente: ci vado perché non è bello esserci quando le cose vanno – diciamo così – bene e “lasciare”, quando si ha il timore che anche il Catania sia in coerente tendenza.

Non ho più neanche la forza di incazzarmi per i gol che è più difficile sbagliare e che, invece, proprio si sbagliano (“a carrettate”, come si dice da queste parti; ché, se sbagli tanti gol vuol dire che, in qualche modo hai creato tanti presupposti); o per gli “appoggi” che risultano essere tali – “ultra petita” – per gli avversari; o per le divagazioni circensi, comprese quelle del portiere; né persino davanti a un gol preso nell’unico tiro in porta fatto da questi avversari al termine di un’azione contrastata con consumata supponenza dalla banda Ferrario, il quale poi decide di uscire qualche minuto prima degli altri, quasi auto espellendosi. Invero, non è che l’arbitro non abbia estratto il cartellino… anzi, ne ha estratti due: prima quello giallo, poi, il rosso. Per le masse oceaniche del Massimino (sembra quasi di insultare il cavaliere nel chiamarlo così) è stata come una liberazione. Spiegazione superflua. La cronaca dice che la partita con questa Juve, è terminata beffardamente 1 a 1 e il Catania permane nella zona di chi dovrebbe “spareggiare” per evitare la serie D, dove – attualmente – militano, tanto per fare qualche nome, lo Scordia di Peppe Mascara (in male acque) il Siracusa di Davide Baiocco (in zona promozione), ma anche Frattese, Vibonese, Leonfortese, ese, ese, ese, ecc…

E torniamo all’arbitro… “Tornare all’arbitro” è uno dei miei “diletti”, semplicemente perché colui che dovrebbe essere il somministratore di giustizia, il garante delle regole, è soggetto, come si dice – eufemisticamente – a “sbagliare” mentre io continuo ad avere un’idea diversa; che, cioè, il suo appartenere alla specie umana certifichi il possesso di molte frecce (non tutte uguali) per il suo arco, oltre all’errore.

Nella foto Salvo Nicotra e l'impianto di Torre del Grifo

Nella foto Salvo Nicotra e l’impianto di Torre del Grifo

L’anno scorso aleggiava lo spettro del designatore (“Farina, Farina, Farina, ti voglio al più presto…”), confermato, per alti meriti, anche quest’anno; in terza serie non se ne trova uno buono; non tanto – si potrebbe obiettare – perché anche la competizione è di livello inferiore, quanto perché “capitano tutti a noi” o, come ha esclamato il direttore sportivo rossocelestescolorito (e oggi inzuppato) Pitino, semplicemente, in quanto diventano l’uomo in più degli avversari!. Quello di ieri è di Nichelino; che non è il suo controvalore (la corrispondente monetina, resa famosa da zio Paperone), forse… ma la provenienza dall’omonima città che si trova a sud di Torino, poco prima che il Sangone (che è un fiume e non un arbitro) si getti nel Po. Commentare le sue gesta sarebbe annichilente (!), come riconoscergli un titolo; citare il suo nome, come dargli l’onore della cronaca; non me la sento.

Sento, invece, affiorare prepotentemente alcuni interrogativi: questo Catania quanto conta nelle sedi in cui si decidono le cose del calcio? E chi non vive qui che immagine s’è fatta della società Catania Calcio? Eccetera…

Si ha come la sensazione che questi zufolatori della domenica (quando capita di domenica) infieriscano vilmente contro chi, tanto, non può reagire. Ed è paradossale… Sembra un sogno, se non fosse un incubo… Pulvirenti, il padrone, sino a non più di due anni addietro stava ai vertici del calcio nazionale, passeggiava con Galliani & C., ospitava l’aristocrazia pallonara nei suoi preclari alberghi taorminesi…

Eppure, se non ci fosse lui? Interrogativo non retorico. Quanto è sostenibile una tale condizione? Per tutti, ovviamente. Gli spettri non sono teorici e non sono neanche quelli di Ibsen; si parla del futuro…

Ecco perché, anche sotto il diluvio e pur dovendo (come capita a tutti i mortali) dire di no ad alternative importanti, salto in groppa alla mia gloriosa cavalcatura e corro a testimoniare quanto sta scritto nell’altrettanto glorioso cartello che mi segue da una decina di anni e che fu pubblicato da “Pianeta Catania”: “Qui si tifa solo Catania e basta”.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post