Continua la programmazione della rassegna “Altrescene” al Centro Zo di Catania, con la messa in scena venerdì 22 Aprile, alle ore 21, dell’ultima produzione del pluripremiato drammaturgo regista Tino Caspanello: “NIÑO”, per la interpretazione di Cinzia Muscolino. Il testo è stato scritto e presentato in francese sotto forma di studio a Grenoble, durante il festival Regards Croisés, nel 2011.
Una storia vera, venuta alla luce soltanto pochi anni fa, che la protagonista ha taciuto fino alla morte per pudore e paura. Siamo in un piccolo borgo siciliano, nei primi anni del 1950. Gli esiti della guerra da poco finita, una politica disattenta e un’economia mai decollata costringono ancora i siciliani a lasciare le proprie case. La protagonista, un’anima mite e allegra, votata all’educazione dei bambini che raccoglieva per strada, incontra, per una sola volta, uno dei tanti emigrati che, dall’Argentina, è tornato per trascorrere una breve vacanza. Ed è promessa di matrimonio, è un viaggio, è la “fortuna che arriva dall’America”; ma qualcuno, per salvarsi, gioca un brutto tiro alla donna, proprio nel momento in cui lei sta per scendere dalla nave appena approdata nel porto di Buenos Aires e il futuro, sognato, felice, durante l’attesa, si trasforma in un presente doloroso, che solo un velo di poesia e di alienazione possono alleviare.
Tino Caspanello è drammaturgo-attore, scrittore rigoroso, scenografo e regista. Nel 2013 celebra il ventennale dalla nascita della sua compagnia Teatro Pubblico Incanto a Pagliara, il paesino della provincia messinese scenario privilegiato dei lavori d’inchiostro e bit del fecondo drammaturgo. Con l’Associazione Solaris Teatro Pubblico Incanto inaugura il primo Centro di Drammaturgia Siciliana: punto di incontro per giovani autori siciliani che intendono farsi conoscere in Italia e all’estero attraverso un percorso d’eccellenza In Francia la Maison Antoine Vitez e il Troisième Bureau Théâtre Contemporain di Grenoble hanno tessuto una fitta rete editoriale con Caspanello.
La scrittura di Caspanello è intrisa di un sentimento di sospensione e di un approfondimento civile e politico della vicenda umana. La collocazione geografica dell’autore, in terra siciliana e pertanto italiana, ne identifica le origini, giustificando spinte narrative che sembrano spingere nella direzione di un apparente spaesamento, tipico e topico per chi viva l’isolamento dell’infero acquatico e mostruoso mondo al di là dello Stretto di Messina.