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Entrato nel suo terzo anno di vita, “Game over” è il progetto che la Caritas diocesana di Messina Lipari S. Lucia del Mela ha messo in campo per contrastare attivamente il fenomeno del gioco d’azzardo patologico (GAP). Fenomeno emergente, nuovo e diffuso allarme sociale, il GAP è stato analizzato e trattato come una di quelle “nuove povertà” che la Chiesa e la Caritas hanno incontrato “tra le righe” delle testimonianze raccolte nei Centri d’ascolto.

Un appuntamento “speciale” contraddistingue il percorso di iniziative della Caritas, quello in programma martedì 17 maggio al Palacultura di Messina.  Alle ore 11 per le scuole e alle ore 20:30 per tutta la cittadinanza, con  uno spettacolo che fin dal titolo “dichiara” il proprio punto di vista: “GAP. Rovinarsi è un gioco”.

Stefano Ledda

Stefano Ledda

Il “Teatro del Segno” di Cagliari l’ha portato a debutto nel 2005 per poi riallestirlo nel 2009. Più volte in rassegne e festival, “GAP” è scritto e interpretato da Stefano Ledda ed è nato da una vera e propria inchiesta che la Compagnia ha svolto per mesi, incontrando i giocatori d’azzardo e le loro famiglie, raccogliendo notizie di cronaca, intervistando psicoterapeuti. La storia che ne è venuta fuori è la storia di uno qualsiasi di noi, del dramma in cui può trasformarsi un’esistenza qualsiasi, dell’esclusione sociale che ne deriva.

“L’obiettivo è non solo far conoscere il fenomeno ad una platea sempre più vasta – spiega don Giuseppe Brancato, direttore della Caritas Diocesana – ma anche far comprendere a quanti ne sono vittime, che ci sono percorsi, personalizzati, di famiglia, di gruppo, grazie ai quali, con impegno e buona volontà, è possibile liberarsi dalla patologia del gioco d’azzardo, che è una vera e propria dipendenza”. L’evento è realizzato in collaborazione con il Gruppo messinese “Mettiamoci in gioco” al quale aderiscono più di 20 associazioni ed enti e che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Messina e del SERT dell’ASP di Messina.

Ma se questo è l’appuntamento dell’anno, il progetto “Game over”, è più ampio e da tre anni porta avanti incontri in tutte le parrocchie, corsi di approfondimento, aggiornamento, formazione, e l’“alleanza” con il gruppo messinese di “Mettiamoci in gioco”, il movimento nazionale che, appunto, nasce per affrontare e risolvere il problema. E un’attenzione particolare è destinata alle nuove generazioni. Negli ultimi, sei mesi, all’interno delle attività di informazione e prevenzione sui rischi del gioco d’azzardo patologico, la Caritas ha avviato una serie di attività nelle scuole, con studenti ed insegnanti. In particolare con la collaborazione degli esperti della Comunità Faro è stata avviata una attività specifica per i ragazzi dell’Istituto Antonello di Messina e dell’Istituto Impallomeni di Milazzo (in tutto incontri con 28 classi, circa 600 studenti, e formazione per una trentina di insegnanti). Tra questionari, ascolto e assistenza, sono state individuate le condotte a rischio e indicate le soluzioni possibili.

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