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Il presunto attentato dell’aereo Egyptair rischia di far esplodere nuovamente in tutta Europa una vera e propria psicosi da terrorismo. Per non farsi travolgere dalla paura lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, raccomanda di non catastrofizzare su questo tipo di eventi e spinge le persone a non farsi condizionare dalla paura

Il continuo flusso di informazioni focalizzato sul mistero dell’aereo della Egyptair, scomparso dai radar la notte tra il 18 e il 19 maggio mentre era in volo fra Parigi e Il Cairo, ha soffiato sul fuoco della paura, generando allerta in tutta Europa. Ma cosa scatta dal punto di vista emotivo nel sapere che alla base di questo incidente ci potrebbe essere una matrice terroristica a pochi mesi dagli attentati di Parigi e Bruxelles? Secondo lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, si può arrivare ad una sorta di psicosi emotiva. Una paura irragionevole ed irrazionale che s’impossessa delle menti e condiziona le azioni compiute da ognuno.

Dott. Michele Cucchi

Dott. Michele Cucchi

Questo tipo di comunicazione potrebbe generare sentimenti contrapposti caratterizzati da emozioni forti, capaci di scatenare nei soggetti più sensibili e nelle menti più facilmente manipolabili, attacchi di panico: “Come vincerla? Il modo migliore per non lasciarsi travolgere da questa psicosi è condividere, sintonizzarsi con gli altri, affiatatati e pronti a scattare tutti insieme contro il nemico. Solo così, non sentendoci mai soli veramente, ma forti del gruppo, ci possiamo difendere da questo attacco continuo che ci colpisce emotivamente nel centro nevralgico della nostra emozionalità. Altro suggerimento è non catastrofizzare, perché spesso la preoccupazione ci porta a vedere probabile e quasi scontato ciò che è solo una rarissima evenienza e soprattutto ragionare sempre con la propria testa, senza dare per scontato ciò che le fonti di informazioni sembrano spacciarci per certezza”.

Ma ha senso volare in questo momento?

“Tutto ci spaventa se pensiamo che sia stata una matrice terroristica a colpire – continua lo psichiatra Cucchi -.  E’ una legge biologica dell’empatia che passa dal vedere situazioni di questo genere e ricostruirla fisicamente dentro di noi. Non basta razionalizzare, perché le emozioni e soprattutto la paura rendono probabili, almeno dentro di noi, le cose solo vagamente possibili. A stimolare una risposta emotiva forte è anche il tipo di comunicazione mediatica. La paura di massa è infatti un fenomeno molto importante che viene adeguatamente sfruttato per finalità di audience. Tutto ciò che fa panico, emozione forte, attrae la curiosità e quindi alimenta l’attenzione. L’uomo è un animale sociale e vive di segnali comunicativi che gli permettono in modo innato di entrare in risonanza emotiva con gli altri, un fenomeno chiamato empatizzazione”.

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