Intervista con...

Domenica 22 Maggio i ragazzi dell’Under 12 dell’ASD Fiamma Cibali Rugby-Catania hanno vinto meritatamente il XIII Trofeo Cappello di Ragusa, un gruppo che in questa stagione sportiva non ha perso una partita. Artefice con i suoi ragazzi di questa vittoria è Salvatore Trovato, uno dei tecnici più noti e preparati nell’ambiente rugbystico etneo e siciliano, meglio conosciuto come Totò o il “Professore Trovato”, già allenatore in serie A dell’Amatori Catania, della Zagara, ma soprattutto da sempre protagonista nel settore giovanile, in grado di interpretare i caratteri, le predisposizioni e l’attitudine al gioco della pallovale dei più giovani, curando così la loro crescita dal primissimo contatto con il rettangolo di gioco alle soglie della prima squadra, lanciando nuovi rugbisti nel firmamento sportivo italiano.

L'under 12 vicitrice del Trofeo Cappello a Ragusa

L’under 12 vincitrice del Trofeo Cappello a Ragusa

Totò Trovato, all’interno del folto ed affiatato gruppo dell’ASD Fiamma Cibali-Catania, continua a svolgere, con passione e con grandi sacrifici e risultati, il suo apprezzabile lavoro di formazione dei giovani ed il recente successo con l’Under 12 al Trofeo Cappello di Ragusa conferma quanto di buono sa costruire ed inculcare ai ragazzi.

Con Totò Trovato, apprezzato docente, allenatore e dirigente, che ricordiamo coach dell’Amatori Catania nelle stagioni della gloriosa serie A, ma anche in altre fortunate esperienze, abbiamo parlato della situazione attuale del rugby in Sicilia ed in Italia, del futuro della pallovale, del suo passato e dei suoi obiettivi, soprattutto con i giovani.

Un bilancio della stagione rugbystica appena conclusa in Sicilia…

“La stagione rugbystica siciliana non è stata certo positiva con le maggiori società di serie B che non hanno raggiunto gli obiettivi stabiliti ad inizio di stagione: il Cus Catania è retrocesso, l’Accademia di Catania si è classificata agli ultimi posti, l’Under 18 Elite del Cus Catania non ha disputato le finali come l’anno scorso e si è classificata terza nel suo girone. La pseudo franchigia della Triskele che aveva dichiarato di andare in Elite Under 18 ha perso lo spareggio. Le altre squadre di serie C sopravvivono, tranne qualche sprazzo di luce a Messina e a Palermo. Il livello tecnico generale non è ottimo e tutto è legato all’aspetto economico. Passeranno a mio avviso anni luce per arrivare al Top come per l’Amatori Catania del passato ed attualmente vediamo un rugby solo di chiacchiere su Facebook. Anche se ci sono molti più giovani giocatori rispetto al passato, i migliori sicuramente andranno via, con il miraggio dei soldi o di una sistemazione di lavoro tipo Fiamme Oro”.

Cosa occorre per far crescere il rugby al Sud e come sta lavorando il Comitato regionale?

“Per fare crescere il rugby al Sud non si deve fare l’errore che a mio avviso la F.I.R. sta commettendo. Attualmente ci troviamo con un rugby a due velocità, quello professionistico (8%) e quello dilettantistico (92%). Il rugby dilettantistico deve alimentare i professionisti senza ricevere niente. Se si fermano i volontari, gli appassionati tecnici e dirigenti, le società quindi dilettantistiche, si ferma il rugby. Si deve partire dalla base per arrivare all’alto livello e non viceversa. I Club che effettivamente lavorano, che producono, devono essere aiutati. Gli uomini (tecnici e dirigenti) competenti che s’impegnano devono avere i giusti riconoscimenti, mentre attualmente è solo questione di ruoli politici, quindi meritocrazia per stimolare tutti. Basta prendere esempio da altre nazioni come Scozia, Francia, che visti i risultati delle loro Nazionali hanno fatto passi indietro e stanno investendo nei Club e negli uomini. Il Comitato Regionale, dopo una prima fase più politica, con assestamento nei vari ruoli dirigenziali e tecnici di figure ad esso vicine per il suo avviamento e coordinamento, adesso sta tentando di recuperare ed ascoltare maggiormente le voci di tutti e, cosa che personalmente ho sempre manifestato in ogni occasione, di dare il giusto spazio alle persone competenti e alle società che effettivamente svolgono un ottimo lavoro per la crescita del rugby Siciliano”.

Situazione impianti sportivi in Sicilia, a Catania…

“Per quanto riguarda gli impianti siamo all’anno zero in tutta la Sicilia, un pò meglio si trovano a Ragusa dove hanno un campo esclusivo per il rugby. Si spera che sistemino il “Paolone”, ma se si passa ad una gestione privata non democratica e monopolizzatrice, gestita da una sola società, sarà una guerra continua e tutto a discapito del rugby”.

Totò Trovato sempre in campo...

Totò Trovato sempre in campo…

La crescita dei ragazzi, i club, le Accademie, le Franchigie…

“Per far crescere i ragazzi non si deve svolgere, soprattutto su di loro, solo un lavoro fisico ed atletico, come è di moda oggi, ma bisogna impostare sin da piccoli un lavoro di abilità tecniche che poi, pian piano, si ritrovano fino ai senior e mettono in pratica nel gioco anche di alto livello. Una cosa che le nazionali o i club maggiori stranieri fanno quotidianamente e poi con dei semplici movimenti i giocatori mettono in pratica in campo e fanno la differenza. Al Sud bisogna che la Federazione investa sui club che effettivamente lavorano e producono, dando le giuste risorse per gli impianti e per l’attività. Ci sono troppe Accademie e molte di esse sono inutili, ne basterebbero tre in Italia con un risparmio notevole, cercando invece di investire nei club seri, capaci di gestire le risorse per la propaganda, il reclutamento, l’avviamento e lo sviluppo tecnico dei ragazzi. Troppi giovani nelle accademie, lontano dalla famiglia, dagli affetti, dal proprio Club. Le Franchigie in Sicilia lasciano il tempo che trovano, non sono andate avanti, distruggono l’appartenenza e l’identità dei Club. Le uniche franchigie che vanno avanti in Italia sono le due professionistiche: Zebre e Benetton Treviso, ma solo con i soldi della F.I.R. (Zebre) e di Benetton in parte. Le Franchigie sono importanti per l’altissimo livello professionistico dove vi sono interessi economici, grandi sponsor, ecc”.

Parliamo della Fiamma Cibali Catania, risultati, difficoltà, gestione della società, obiettivi…

“I miei obiettivi sono stati e saranno sempre, di lavorare con i bambini e i giovani, tanto che nel passato ho fatto esordire in serie A moltissimi ragazzi di 17 o 18 anni ed adesso in Serie C, abbiamo una ottima Under 18 da soli, senza pseudo franchigie o unioni di due o tre Club come avviene in Sicilia. La politica sportiva non dovrebbe far pagare i campi e le partite alle società come la nostra perchè il costo è diventato esoso. Il mio Club (al pari di tutte le altre società che si occupano di sport poveri e che svolgono la propria azione sui bambini e sui giovani) dovrebbe essere aiutato dalle istituzioni in quanto svolgiamo un azione altamente sociale. Noi abbiamo un costo di circa 300,00 euro al mese per gli allenamenti e ad ogni partita diamo al Comune 25,00 euro circa. La mia società gioca dall’inizio stagione con Under 12, 14, 16, 18 e Senior in serie C e quindi ti lascio immaginare quanto deve pagare e poi ci sono le trasferte (Palermo, Messina, Reggio Calabria, Ragusa, Enna, Caltanissetta, Modica, Milazzo), il vestiario, i medici di campo, l’assistenza sanitaria. E Sponsor non ne abbiamo. Come facciamo ad andare avanti? Due pazzi come il sottoscritto e il prof. Cartarrasa si divertono investendo di tasca propria e non vogliamo mollare. Quando sento i politici che, in occasione di manifestazioni sportive o altre occasioni, esaltano l’importanza dello sport per i giovani, mi viene il voltastomaco e mi verrebbe di gridargli in faccia quello che penso”.

Totò Trovato allenatore dell'Amatori Catania in serie A

Totò Trovato allenatore dell’Amatori Catania in serie A

Cosa ricordi con più nostalgia rivedendo le vecchie foto con i tuoi compagni di squadra…cosa ti manca di quegli anni e cosa ti spinge ad andare avanti come educatore con i ragazzi?

“Ricordo con nostalgia le battute spiritose con i miei compagni, i lunghi viaggi sul treno partendo il sabato mattina e ritornando il lunedì, spesso di sera, dove si saldavano vere amicizie tutt’oggi rimaste, le belle vittorie e le sconfitte. Ricordo le “cazziatone” di Benito Paolone e di Turi Giammellaro, il pubblico numerosissimo sugli spalti, attaccato alla rete che ci incoraggiava e ci caricava. Un pubblico fatto di parenti ed amici di ognuno di noi. Ricordo le lacrime quando battevamo grandi squadre e quando perdevamo. Ricordo la nostra sede che era Piazza Trento sui sedili e nella 500 di Santino Granata, ma soprattutto ricordo l’amore che avevamo tutti per il Rugby, senza pensieri di soldi, ma solo per il piacere di giocare. Ecco oggi mi manca tutto questo. Ad andare avanti come educatore mi spinge la passione per il rugby acquisita allora e il desiderio di trasferirla ai giovani che ho allenato ed alleno”.

Hai un sogno nel cassetto come tecnico, come uomo, come appassionato di rugby?

“Il mio sogno sarebbe quello di vincere lo scudetto a Catania, anche se nel ‘92/’93 e ‘93/’94 ci sono andato vicino disputando i Play off scudetto come allenatore dell’Amatori Catania. Per l’anno prossimo, per quanto riguarda il mio club, la Fiamma Cibali Catania, il desiderio è quello di creare un club all’inglese, dove i ragazzi si sentano parte determinanti per la sua crescita e attraverso il lavoro svolto con le Under tutti insieme possano aspirare a grandi traguardi”.

1 commento

  1. Complimenti a Maurizio Giordano e a Toto’ Trovato per la competenza la passione e l’abnegaziome per questo Sport.

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