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“Comunione di San Bernardo da Corleone”

“San Pietro conforta Sant’Agata in carcere”

In occasione della riapertura, dopo il periodo di chiusura estiva, l’Arciconfraternita Santa Maria Odigitria dei Siciliani in Roma, via del Tritone 82, propone la Solenne Celebrazione Eucaristica nella memoria di Santa Rosalia, sabato 3 settembre, ore 18.30, che sarà presieduta da Monsignor Salvatore Di Cristina, Arcivescovo Emerito di Monreale e Mons. Rino Passigato, Nunzio Apostolico in Portogallo.

Nel corso della cerimonia verranno benedetti i due nuovi dipinti di Anna Maria Trevisan, “Comunione di San Bernardo da Corleone” e “San Pietro conforta Sant’Agata in carcere”, presentati dallo storico dell’arte, Prof. Giuseppe Ingaglio.
La serata si concluderà con gli auguri al Primicerio dell’Arciconfraternita, Mons. Giuseppe Mario Blanda per il suo 80° genetliaco.

Proponiamo ai nostri lettori il testo della pubblicazione confezionata per l’occasione grazie ai preziosi contributi della Professoressa Carmelina Chiara Canta e del Professor Giuseppe Ingaglio.

La celebrazione della festa di S. Rosalia, il 3 settembre, vigilia della memoria liturgica di S. Rosalia (che cade il 4 settembre) è particolarmente significativa per l’Arciconfraternita. Infatti la coincidenza di una serie di eventi rendono ancora più solenne e ricca la memoria liturgica della santa palermitana. In questo giorno si inaugurano le due tele dell’Artista Annamaria Trevisan dedicate ad altrettanti santi siciliani, l’una a sant’Agata di Catania e l’altra a S. Bernardo di Corleone, poste a lato del presbiterio della Chiesa di S. Maria Odigitria dei Siciliani in Roma. Le due grandi tele del presbiterio si integrano all’opera, iniziata cinque anni fa, di consolidamento della volta dell’aula e della compagine muraria della cappella di Santa Lucia, di restauro della facciata e del restauro conservativo delle cappelle. In questo ultimo anno Sectilia Spazio Arte ha portato alla luce affreschi di cui non era rimasta memoria: la cupola della cappella di S. Lucia e le lunette nella cappella per decenni dedicata a Sant’Agata ma alle origini intitolata a San Corrado Confalonieri. Alla destra è collocata la tela di San Pietro conforta Sant’Agata in carcere, forse la più conosciuta e amata delle sante siciliane per essere stata una delle prime ad essere venerata e ricordata oggi e non solo per la sua appartenenza siciliana, la Santuzza dei catanesi. Anche la carica simbolica rappresentata dalla sua vita e dalla modalità del martirio collocano questa figura in un contesto più ampio e moderno e la rendono cara e molto amata dalle donne. Nata nei primi decenni del III secolo a Catania in una ricca e nobile famiglia di fede cristiana, all’età di 15 anni volle consacrarsi a Dio. Il vescovo di Catania accolse la sua richiesta e le impose il velo rosso portato dalle vergini consacrate. Agata, fanciulla di solida fede e di rara bellezza, non acconsenti alle lusinghe del proconsole di Catania Quinziano, che si era invaghito di lei. Per questo comportamento fu torturata ma Agata resistette sorretta dalla fede. Quinziano, al colmo della sua rabbia le fece anche strappare i seni con enormi tenaglie e rinchiudere in prigione. Nella solitudine e nella sofferenza della giovane martire intervenne in carcere S. Pietro a consolare il suo dolore e a risanare i seni amputati, così come viene rappresentata nella bella e delicata tela. Ma la giovane, dopo tale “incontro”, guarì. Fu ordinato allora che venisse bruciata, ma un forte terremoto impedì l’esecuzione. Il proconsole fece togliere Agata dalla brace e la fece riportare agonizzante in cella, dove morì qualche ora dopo. Era il 251. Alla sinistra Comunione di San Bernardo da Corleone, santo siciliano meno conosciuto al di fuori del contesto isolano, ma altrettanto significativo. Bernardo, conosciuto come “testa calda” e “prima spada della Sicilia”, era un membro della milizia cittadina di Corleone, dove era nato nel 1605. Da terziario francescano si dedicò nella sua vita alle opere di misericordia per i poveri, i sofferenti nel corpo e nell’anima e gli oppressi. A 27 anni chiese di essere ammesso tra i Frati Minori Cappuccini, distinguendosi per il fervore religioso e per la vita austera. Osservante della vita regolare, si preoccupò solo di uniformarsi sempre più a Cristo crocifisso con una vita di carità e di penitenza nutrendosi di pane e acqua, trovando il suo posto accanto al tabernacolo, fino alla sua morte (nella tela è rappresentato nel momento di ricevere la Comunione da Cristo). Beatificato nel 1768, è stato canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 2001. L’inaugurazione delle tele avviene nell’ottantesimo genetliaco del Primicerio dell’Arciconfraternita S. Maria Odigitria dei siciliani a Roma, Mons. Giuseppe Mario Blanda, all’inizio del secondo mandato per il prossimo triennio. È una grande gioia per le Consorelle e i Confratelli dell’Arciconfraternita potere concludere con gli auguri per entrambe le circostanze e per ringraziarLo per il Suo impegno.

Carmelina Chiara Canta

Armonia e declinazioni della santità in Sicilia. Le due nuove immagini nel presbiterio

La collocazione dei due dipinti di Annamaria Trevisan nel presbiterio della chiesa Santa Maria Odigitria dei Siciliani in Roma costituisce una tappa determinante nel programma dei lavori, che negli ultimi tempi hanno interessato il complesso architettonico, compreso l’arricchimento dell’impianto decorativo dell’aula e del presbiterio, in particolare. I due dipinti – raffiguranti rispettivamente Comunione di san Bernardo da Corleone, a sinistra, e San Pietro conforta sant’Agata in carcere, a destra – s’inseriscono coerentemente nel percorso iconografico della chiesa, quasi interamente dedicato ai Santi e Beati di Sicilia. Anche la scelta cromatica dell’artista contribuisce all’armonica coerenza dell’insieme; Annamaria Trevisan ha scelto appositamente, seguendo le indicazioni della committenza, di sviluppare i temi con quelle tonalità cromatiche, che si sviluppano nei timbri coloristici e nelle pastosità pittoriche delle decorazioni, le quali rivestono pressoché interamente le pareti dell’aula. Il ductus pittorico fluido e delicato, steso con pennellate quasi sussurrate ed evanescenti velature, la plasticità dei panneggi, costruita con gli accenni trasparenti dei volumi, tipiche della produzione pittorica – soprattutto degli ultimi anni e dei lavori religiosi, in particolare – trova nella scelta cromatica calda ed equilibrata un punto di forte coerenza con l’omogeneità dell’impianto decorativo del complesso; qui le due immagini coi soggetti agiografici sembrano quasi esserci state da sempre. Nella Comunione di san Bernardo da Corleone la scena è orchestrata seguendo schemi compositivi consolidati nell’iconografia cristiana con racconti agiografici di ‘mistici nutrimenti’, carichi di sentimenti devoti. Accompagnato Comunione di san Bernardo da Corleone San Pietro conforta Sant’Agata in carcere da un angelo sul suo capo, il Santo procede da sinistra, inginocchiandosi davanti al Redentore, il quale, emergendo dallo sfondo da destra, porge la Sacra Particola a Bernardo. Questi domina la scena con la massa, definita per intero, del saio; gli oggetti posti a terra, in primo piano in basso a destra, sottolineano la scelta ascetica del protagonista. Questo schema costruttivo è ripetuto nel San Pietro conforta Sant’Agata in carcere. La Santa catanese siede abbandonata da sinistra, avviluppata in un tracimante e morbido panneggio, che ella stringe al petto con una lieve connotazione di sensualità. Davanti alla fanciulla si erge, ritto e ieratico, Pietro, che protende la mano destra per lenire le ferite inflitte alla martire. Dallo sfondo emergono, quasi trasparenti, due angeli, che recano i simboli del trionfo cristiano sul capo di Agata. Le due immagini costituiscono una coppia con un parallelismo di richiami iconografici ad alcuni fondamenti della spiritualità cristiana: offerta eucaristica e martirio; vita ascetica e verginità; contemplazione mistica e abbandono di sé; presenza sacramentale di Cristo e azione misericordiosa della Chiesa (Pietro con le chiavi). La pittrice Trevisan, nella scelta dell’omogeneità dei toni coloristici – quasi una sanguigna acquerellata con poche ed essenziali lumeggiature – è riuscita a caratterizzare efficacemente il legame inscindibile delle due immagini poste alle pareti laterali del presbiterio. 

Giuseppe Ingaglio

Curriculum Annamaria Trevisan

Annamaria Trevisan

Annamaria Trevisan

Annamaria Trevisan a partire dalla metà degli anni novanta è intensamente impegnata nel contesto dell’arte sacra; a questa attività affianca quella dell’insegnamento artistico privato. Le opere sono state realizzate con pittura ad olio su tela. L’iconografia delle due pale, che raffigurano rispettivamente San Pietro conforta Sant’Agata in carcere e Comunione di San Bernardo da Corleone, hanno rispettato la richiesta della committenza di rappresentare i due Santi nei momenti più significativi della loro vita, accompagnati dagli attributi che li contraddistinguono. Rispettando anche la necessaria esigenza ritrattistica, la pittura figurativa si alleggerisce con effetti di luce e trasparenza. I toni di colore sono stati decisi in relazione al contesto cromatico che caratterizza il presbiterio. Il gesto pittorico con cui sono delineate le figure è deciso pur se indefinito nel racconto figurativo. Ha realizzato interventi pittorici permanenti in numerosi edifici religiosi italiani, tra cui la Basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, la Chiesa di Regina Pacis a Milano, la Parrocchiale di Sestu (Cagliari) e la Cappella dell’Ospedale di Vicenza Ha partecipato a diverse edizioni delle maggiori manifestazioni espositive e dei concorsi dedicati all’arte sacra nazionali. Sue opere sono parte delle collezioni di istituzioni quali: Villa Clerici – Museo del Sacro Contemporaneo, Milano; Museo Stauros d’Arte Sacra Contemporanea, Isola del Gran Sasso, Teramo; Museo Diocesano di Lecce; Museo Diocesano di Vicenza; Museo del Santuario della Pieve di Chiampo; Monastero di Bose; nella chiesa di Santa Caterina del Patriarcato Russo di Roma.

Da menzionare anche la presenza dei concelebranti:

Mons. Giuseppe Mario Blanda, Primicerio dell’Arciconfraternita S. Maria Odigitria dei Siciliani in Roma

Gabriele Bentoglio, Sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale Migranti e Itineranti

Mons. Giuseppe Ciucci, Parroco di S. Marcellino e Pietro Martiri al Laterano

Mons. Antonio Interguglielmi, Delegato per le Aggregazioni Laicali e Confraternite della Diocesi di Roma

Mons. Guido Mazzotta, Professore di Metafisica e di Teologia filosofica alla Pontificia Urbaniana

Mons. Amedeo Ruggieri, Giudice del Tribunale della Diocesi di Roma

Mons. Renzo Giuliano, Rettore della Chiesa di San Giuseppe Falegname

Don Giuseppe Iuculano, Cappellano AMA

Don Elio Lops, Cappellano Sapienza Università di Roma

Insieme a Confratelli e Consorelle, ed ai componenti del  direttivo dell’Arciconfraternita S.M. Odigitria dei Siciliani, saranno presenti rappresentanti delle Associazioni Antonello da Messina, dei Netini, di San Leone e del Serra Club Roma, oltre, in concomitanza con il genetliaco, amici italiani ed esteri del Primicerio, Mons. Blanda al quale Papa Francesco ha inviato un telegramma di auguri.

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