Intervista con...

A fine maggio in questa rubrica abbiamo pubblicato la sua intervista, in occasione della messa in scena a Catania, al “Piccolo Teatro della Città”, del suo lavoro (in programmazione il 12 Ottobre al Teatro Filodrammatici di Milano) “Lei e lei” con Ilenia D’Avenia. A distanza di qualche mese, in occasione del suo prossimo impegno, dal 26 Ottobre al 20 Novembre, al Teatro Argentina di Roma, in “Ragazzi di vita” di Pierpaolo Pasolini, regia di Massimo Popolizio, riproponiamo l’intervista, riveduta ed aggiornata, all’attore, autore e regista messinese Giampiero Cicciò, soffermandoci sul suo prossimo impegno a Roma, sulla sua attività e sul senso del teatro e della drammaturgia.

La locandina di "Ragazzi di vita"

La locandina di “Ragazzi di vita”

“Al momento sono nel cast – spiega Giampiero Cicciò della nuova produzione del Teatro di Roma che debutterà il 26 Ottobre all’Argentina. Si tratta di “Ragazzi di vita” di Pier Paolo Pasolini, con la regia di Massimo Popolizio e sono felice di essere in questo progetto. Vidi recitare Popolizio per la prima volta circa vent’anni fa in Peer Gynt, spettacolo indimenticabile di Luca Ronconi e ne rimasi talmente affascinato da tornare a rivederlo per tre volte. E’ un’esperienza importante lavorarci insieme, essere diretto da un teatrante come pochi ce ne sono oggi in Italia”.   

Il tuo lavoro d’attore e le sensazioni che ti suscita la tua Sicilia…

“E’ un mestiere il cui percorso non so scindere dal mio cammino interiore. Se vissuta come una ricerca continua di parti inconfessate di se stessi, questa professione può sostenere il proprio tragitto interiore. E questa continua scoperta, queste esperienze di sé, diventano poi il dono che noi teatranti facciamo al pubblico. Per scelta il mio lavoro spesso è legato alla mia terra. Rivivere in scena le suggestioni che la mia terra mi suscita è come scavare per cercare le radici di ciò che sono oggi”.  

Come è nata la tua passione per il teatro?

“Ho la sensazione che sia nata con me, non saprei dire quando e come. Da bambino recitavo per la parete della mia stanza rivolto verso una platea immaginaria. E quando Vittorio Gassman, per ricordare Adolfo Celi, cercava giovani della mia città per prenderli nella sua Bottega Teatrale con una borsa di studio in memoria del suo grande amico, non ci ho pensato due volte e mi sono presentato. Avevo 21 anni, è stato il mio primo maestro”.

Dove va oggi il teatro e la nuova drammaturgia?

“Il teatro che piace a me deve raccontare storie nuove. Pertanto la nuova drammaturgia dovrebbe avere maggiore spazio. Al cinema ogni anno andiamo a vedere storie nuove e, invece, a teatro si tende a mettere in scena sempre gli stessi testi. Servirebbero più coraggio e più fantasia”.

Giampiero Cicciò e Ilenia D'Avenia in "Lei e lei" (Ph. Gianmarco Vetrano)

Giampiero Cicciò e Ilenia D’Avenia in “Lei e lei” (Ph. Gianmarco Vetrano)

Quali sensazioni provi nell’interpretare il tuo testo “Lei e lei”?

“Sento di fare un omaggio a quelle persone che hanno vissuto e che vivono ai margini a causa di una sessualità che non appartiene ai canoni della maggioranza. Molta gente irride ed emargina, per esempio, i transessuali. Io ne conosco alcuni che, proprio a causa della loro sofferenza provocata dall’esclusione dalla società, almeno da quella del giorno, hanno da insegnare a tutti noi molto di più rispetto a persone in giacca e cravatta o tailleur”. 

Cosa provi quando sei in scena?

“In scena mi abbandono e al tempo stesso sono più padrone di me rispetto alla quotidianità della mia vita. E’ come se cuore e cervello agissero a un livello massimo di autocontrollo e insieme di incoscienza”.

Ancora Giampiero Cicciò

Ancora Giampiero Cicciò

Un sogno che vorresti realizzare…

“Mettere in scena la mia prima opera lirica come regista. Magari un’opera inedita alla quale collaborare per la stesura del libretto”.

Cosa ti amareggia in questo lavoro?…

“Sicuramente la mancanza di interesse di alcuni direttori artistici i quali, senza nomi di mercato sulla scena, non prendono nemmeno in considerazione il tuo lavoro. Ma ragionando così il teatro diventerà presto una triste dependance della TV”.   

Chi è Giampiero Cicciò nella vita di tutti i giorni?

“Un uomo che da sempre osserva molto e parla poco. Cerco di capire la vita analizzandola di continuo, ma tentando di smantellare i luoghi comuni che ci soffocano e le sovrastrutture che, come tutti, anch’io mi porto addosso”.

Video “Ragazzi di vita” di Pierpaolo Pasonini

 

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