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Cautela? Forse, mi sbilancerò (un pò) dopo la trasferta di Foggia, prossima ventura. Intanto, l’interessante pareggio tra Lecce e Foggia ha posto le due squadre – insieme al Matera – alle spalle di Juve Stabia (25 punti); abbastanza per rodersi il fegato… Aspettando che i “nostri” sviluppino un gioco “all’altezza”, in queste due partite casalinghe consecutive si chiedevano loro sei punti e tanti ne sono arrivati; si sapeva che, così, si sarebbe fatto un balzo avanti; ma adesso è più che mai certo che non ci sono allori su cui accomodarsi. Intanto, perché la classifica (pur considerando le penalizzazioni) non è quella auspicata; poi, perché, anche se ci si è avvicinati alla “zona spareggi” alta, si rimane troppo a contatto con quella bassa.

La formazione del Catania contro la Paganese (Ph. Calciocatania)

La formazione del Catania contro la Paganese (Ph. Calciocatania)

Non siamo mai contenti? Siamo semplicemente costretti a “campare” alla giornata, attendendo speranzosi i risultati, partita dopo partita; anche quello di Foggia, per intenderci. Con gente che riesce a inventare azioni e reti come nelle ultime partite (e con San Matteo in porta) si può, si deve sperare. Se soffri maledettamente e poi, comunque, il coniglio salta fuori dalla tuba, si ha il dovere di sperare. Esistono i Biagianti, ad esempio; non solo perché segnano reti da A, ma soprattutto perché lottano come leoni, anche quando un arbitro “strabico”, anziché fischiare il giusto (un sacrosanto rigore e qualche legittimo fallo), ammonendo il “pagano” di turno, appena gli capita a tiro, ammonisce il nostro capitano. A proposito: da quanto tempo non abbiamo un rigore a favore? Tre le reti, firmate tutte da giocatori che in massima serie ci sono stati, compreso Reginaldo, cliente assai difficile.

E, a proposito di Serie A, ho letto che fra gli ospiti al Massimino c’era tal Nicola Legrottaglie. Mi torna in mente la prima volta che ho sentito il suo cognome a Catania; nell’estate del 2011 ero al Pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi-Centro e una di quelle voci – gracchianti – che ascolti in simili luoghi, chiamava il calciatore per gli accertamenti preliminari. Mi dico: “toh, lo vedrò in anteprima”. Col piffero! Percorso riservato… Che tempi! Stavolta, di riservata c’era la tribuna. Nell’intervista rilasciata a una testata “in rete”, di là dal comprensibile distacco, qualche eco del bel tempo che fu si percepisce. Ma che ci faceva a Catania, lui, tornato d’attualità per via di certi problemi giudiziari (la sua faccia “pulita” non esclude i solidi pluriennali rapporti con i Moggi) che possono costare altre sanzioni (sembra, solo pecuniarie, ma è pur sempre una iattura)?

Paolucci, autore dell'1-1

Paolucci, autore dell’1-1

In tanti hanno avuto da ridire sul rendimento di Paolucci, nonostante il gol. Io firmerei subito per tante prestazioni simili (non uguali, almeno per motilità). In tanti storcevano il naso anche per Spinesi; io ero un suo ammiratore e di gente capace di segnare come lui ne avrei voluta avere sempre. E non ho mai capito perché, quando si è ripreso dall’infortunio, non ha più trovato spazio in squadra.

Parlando d’interviste, un’altra è stata rilasciata da Giovanni Bertini, il difensore coi baffoni “alla Bertini”, che contiene passaggi inquietanti e perentori su una delle più chiacchierate retrocessioni della storia del Catania: «Quattro miei compagni credo si vendettero la partita. E non quella partita solamente a Brescia, credo che se la siano venduta anche a Como. Dato che sono passati tanti anni, i tifosi del Catania devono sapere che quella retrocessione non è stata dettata né da me né da Barlassina né da Morra, ma da qualche altro giocatore. Non dico i nomi, perché ormai sono passati troppi anni…» (Redazione, “Giovanni Bertini, stopper goleador – Ricordi rossazzurri da un ospedale”, mondocatania.com, 27 ottobre 2016). Per restringere il novero dei sospettati basta fare qualche piccola ricerca (cfr.: AA. VV., Tutto il Catania minuto per minuto, Geo, Empoli 2010, pp. 278-282); ma “restringere” non significa “individuare”; parlare come ha fatto “Baffone” significa gettare palate di merda in maniera indiscriminata. Si pensi a come della squadra 1976-1977 facessero parte, tra gli altri, alcuni catanesi veraci come Gigi Chiavaro, Nino Cantone e Guido Angelozzi (oggi direttore tecnico del Sassuolo) e gente come Dal Poggetto (toscano trapiantato a Catania, oggi apprezzato professionista). Per la cronaca, oltre ai già citati, c’erano: Bortot, Dall’Oro, De Gennaro, Fraccapani, Fusaro, Labrocca, Malaman, Marchesi, Muraro, Mutti, Panizza, Pasin, Petrovic, Spagnolo e Troja (un palermitano voluto fortemente da Di Bella che lo aveva allenato a Palermo); l’allenatore era Carmelo Di Bella e preparatore atletico Salvatore Bianchetti (anche loro catanesi); amministratore unico? Massimino. Le “stranezze”, però, furono davvero tante in quel campionato, soprattutto nel girone di ritorno; le potenzialità della squadra erano da altissima classifica e invece finì con una mesta retrocessione; quasi come non molto tempo addietro… Tanti accadimenti recenti, infatti, non sembrano meno strani di quelli di allora; e, in mezzo a tanta confusione, la “vox domini” è che Pulvirenti & C. – solo loro – usavano il treno (o hanno tentato di farlo) e, P. Q. M., sanzioni, sanzioni, sanzioni!

I festeggiamenti nel finale (Ph. Calciocatania)

I festeggiamenti nel finale (Ph. Calciocatania)

C’è una cosa che comincia a dare fastidio agli abitanti della tribuna B (applausi ma anche mormorii): che i signori calciatori nel “giro finale” raggiungano le curve e non si avvicino a loro. Termino segnalando due novità rispetto alla precedente “puntata”: il gradito ritorno (almeno fra le mie mani) del giornale ufficiale e la riaccensione del tabellone elettronico (anche se ancora affatto funzionante; quindi, “sulu ppi cumparsa”). Renderlo efficiente è compito del Comune o della Società? Lo Monaco lamenta una condizione debitoria critica, il sindaco sperimenta di tutto per evitare il dissesto; comprensibili sia l’uno che l’altro. Bestemmiare per questo? Russotto l’ha fatto per molto meno, per una pipì e s’è beccata la squalifica. Nelle tavole di Mosè il divieto di bestemmia è al secondo posto; e, anche se non sono indicate sanzioni, è consigliabile evitare.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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