Block Notes

Uscendo dallo stadio dopo la partita con l’Andria, congelato come tutti per i rigori, non solo climatici, rimuginavo su come definire la squadra che nella circostanza, secondo me, ha offerto una prestazione esemplare; nel senso che, in poco più di 90’, è stata capace di condensare il campionario dell’intero percorso. Sconclusionata? Inconcludente? A Catania si direbbe: “scunchiuruta”…

Recita la Treccani: “sconclusionato, agg. – Che manca di una conclusione, o non riesce a trarre le giuste conclusioni; disordinato, incoerente… Sinonimi: confuso, disordinato, farraginoso, inconcludente…”.

Credo che l’aggettivo sia pertinente. Se disponi di almeno cinque occasioni per segnare e chiudi sullo zero a zero, se questo avviene, malgrado consegni nelle mani del portiere avversario un calcio di rigore e giochi mezz’ora in superiorità numerica, significa che il tuo impegno “manca di una conclusione”, che non riesci “a trarre le giuste conclusioni”.

Nella foto Andrea Mazzarani (Ph. Calciocatania)

La settimana prima – per confermare la grave alternanza tra cose buone e altre orribili – era arrivata da Castellammare la mazzata che ci ha riportati con i piedi per terra e, forse, ancora più giù… con danze tintinnanti di biglie sul selciato. Anche perché le quattro reti le ha propinate non quella Juve che per vincere ha avuto bisogno della generosa collaborazione del “sublime” Rizzoli, di Gervasoni e Maggiani; correva l’anno 2012 (ricordi resi più amari dall’attuale presenza del Bologna a Torre del Grifo).

Per inciso, di pessimi arbitraggi (a senso unico) è lastricata la nostra strada. E, a margine, rilevo che, quando il Catania finisce con tanti espulsi e con ingente passivo, c’è sempre un “Romeo” di mezzo che porta male. Stavolta, Romeo è il nome di Menti (cui è intestato il campo stabiese); “quella” volta (Crotone, 2005 – Serie B), invece, Romeo era un tale Andrea, arbitro che, per smentire l’impossibilità di “engagement” della sua categoria, finì come dirigente all’Inter. In genere, per nascondere pietanze avvelenate, si usano barbarismi; ma a me “engagement” pare lontano mille miglia dalle mistificazioni tipo “job act”, “spending review”, “austerity”…

Il pubblico (superstite ed eroico) rumoreggiava notevolmente verso l’allenatore che continuava a sciorinare scelte, parse ai più come illogiche, scellerate.

Il tecnico Pino Rigoli in panchina (Ph. Calciocatania)

Sì, va bene, senza il rigore sbagliato… forse, ma… Al pubblico, più che i vari rigori (non è stato, infatti, il primo errore dal dischetto) con la erre, risultava indigesto quello con la elle… Uno dei miei vicini, particolarmente dotato di ugola e di spirito, continuava a chiamarlo “Rigoletto”. Mentre io facevo i dovuti scongiuri, sapendo che nell’omonima opera verdiana, a Rigoletto le cose vanno proprio male: sua figlia Gilda (la figlia di un allenatore è la squadra) è uccisa per scambio di persona.

Qual è il ruolo partecipativo del pubblico? Raramente i suoi “membri” conoscono l’arcano che sta dietro alle cose (ad esempio, dietro alle scelte dell’allenatore); non hanno risposte certe ai perché. Si può, tuttavia, vietare loro di congetturare, partendo da quello cui assistono? Pur essendo “potenziali” direttori sportivi, allenatori, commentatori, ecc., non possono far altro che sperare che chi “in atto” (Aristotele non si offenda se prendo in prestito le sue “cose” serie) riveste quei ruoli, sappia già cosa fare e lo faccia bene. Siccome il tecnico continua a riscuotere la fiducia dalla società, siccome non c’è da credere che queste rassicurazioni siano paragonabili a quelle che Renzi fece a Letta, siccome “tempus fugit”, siccome una scelta radicale che, prima dei giocatori, riguardi la guida, non può arrivare giorno 8 o dopo… Siccome, siccome, siccome…

Tuttavia, non è facile sostenere che questa squadra abbia manifestato una credibile fisionomia di gioco e non è neanche vero che in Lega Pro nessuno l’abbia. Ho letto da qualche parte che, più che un altro allenatore, occorrerebbe un “assistente sociale”.  È assodato che questa figura professionale sia indispensabile in qualsiasi collettività e ricordo che nel passato qualche giocatore è stato “assistito”; si sa anche che certa “attrezzatura” dovrebbe fare parte della dotazione di chi svolge ruoli di guida. Ergo? Chi sostiene quella tesi è come se negasse l’adeguatezza di Rigoli…. Se, però, Lo Monaco conferma l’attuale guida, lo fa a ragion veduta e assumendosene la responsabilità.

Resta il toto-mercato, rivolto a un onesto e giudizioso miglioramento dell’organico. Vanno certamente sostituti quei pur potenzialmente validi giocatori troppo spesso trasformatisi in ectoplasmi. Eventuali equivoci, legati a questioni contrattuali, saranno sicuramente affrontati e risolti dalla dirigenza. Eccetera, eccetera…

Si sa che nulla sarà facile, ma anche che il collocarsi nella griglia delle partecipanti agli spareggi non possa che essere funzionale ad altro (che sottintendiamo). Le scelte prossime venture forniranno indizi.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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