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L’ultima pagina del romanzo del Calciomercato invernale è stata scritta. Forse, sì, forse, no… Lo Monaco direttore dice che così va bene; i fatti dicono che si potrebbero assumere calciatori già “svincolati” (entro il 31 gennaio) e che il Catania, ha due caselle libere per eventuali atleti meno giovani. Ma non sarà quella di Lodi la favola a lieto fine; il trentaduenne partenopeo è ancora legato all’Udinese.

Per molti tifosi – tuttavia – una delle carenze più vistose è la pochezza propositiva mostrata dal centrocampo. Non fai quei lanci lunghi e non cerchi lo sfondamento sulle ali (anche se il compito cominciano a svolgerlo i terzini in un finto 3-4-3) con quelle azioni che partono da Pisseri (ogni tanto, con insidia alle coronarie, quando il 12 decide di vincere la noia esibendosi in “serpentine” fra gli avversari), se non sei cosciente dell’assenza di un vero organizzatore nella zona “nevralgica”.

Andrea Russotto (Foto Calciocatania)

In buona sostanza, tanti di noi aspettano una risposta nel merito. Si aspetta anche la notizia del mantenimento di Bergamelli che sembra (per adesso) insostituibile e che in coppia con Marchese può costituire il valore aggiunto. Un capitolo a parte spetta a quel “santo figliolo” di Russotto; croce e delizia per la tifoseria che non è univoca sul suo conto e neanche coerente, passando nel giro di pochi momenti dall’idolatria al biasimo e viceversa. Il ragazzo ha comportamenti di una certa acquisita “catanesità” nel suo contegno da spaccone, da “guascone” (o, forse, semplicemente da romano qual è), in quella ingenua ricerca di rivalsa (con rischi connessi) ogni volta che non riesce a lasciare in bambola i tre-quattro avversari che sistematicamente lo circondano e che gli regalano una pedata di qua e una di là. Credo che qualsiasi allenatore (e, certo, Rigoli non ha bisogno che glielo dica io) sappia che, se tre/quattro avversari si avventano sull’atleta, almeno due/tre dei suoi compagni rimangono liberi di ricevere palla e di trarne profitto…

Andrea Di Grazia

Se parliamo di Di Grazia – quello dei tempi migliori – non mi sembra che ne rappresenti un doppione; ma lui catanese lo è…In fin dei conti, io sono tra quelli che pensano che bene ha fatto il “condottiero” a tenere qui entrambi gli Andrea. Il numero dieci ha festeggiato la permanenza come raramente accade.

Calil, invece, se è andato (almeno, pro tempore e scusandosi per non aver dato ciò di cui si sente capace) al Livorno, una delle pretendenti agli spareggi del girone A; speriamo che, se dovessimo averci a che fare, si comporti come faceva qui, da noi. Ché, anche se è di proprietà catanese, un po’ di spirito di rivalsa potrebbe anche averlo; come il “fondano” Calderini, che non è “di proprietà” e che ha esultato come se avesse segnato la rete decisiva nella finale di Coppa Campioni…

Pozzebon si allena a Torre del Grifo (Ph. Calciocatania)

Sono arrivate due “promesse” bombarde, provenienti da due squadre giallorosse (la coppia cromatica degli Aragonesi): Pozzebon dal Messina, Tavares dal Catanzaro. Il secondo è stato applaudito in occasione del recente successo nel quasi derby con la Reggina, quando ha anche segnato l’altro ex catanzarese Russotto.

Certo che, all’annuncio dei cognomi di alcuni calciatori avversari (Cane, Leonetti, Porcino), ho pensato che sir Zdeněk (uno dei miei miti) avesse insegnato al figlio un mestiere diverso dal suo… Forse, le pessime condizioni del campo, adattissimo a rendere la pariglia agli ospiti, erano adatte a un pascolo brullo ma sostanzioso, se è vero che il “loro” profeta ha commentao: “Rispetto alla partita d’andata è cambiato lo scenario; quello era un campo di patate, questo di zucchine”.

Tavares in rete con la Reggina (Foto Calciocatania)

Sulle condizioni del terreno di gioco va steso un velo pietoso come sul tabellone (divenuto, in qualche modo, solo pubblicitario); mi sto riabituando al quadrante dell’orologio della chiesa di Cibali e a leggere, da mesi, direttamente dal “pdf” del sito ufficiale la rivista che non riesco più ad avere “in cartaceo”. L’importante era il risultato ed è stato soddisfacente, condito da tre belle reti e da qualche momento di bel calcio.

Siccome, “abito” nella sottovalutata, ma solida Tribuna B, ogni tanto ne registro le note cromatiche; secondo i lettori, aggettivi, quali “jetticu” e “sifiliticu” (usati domenica scorsa e ammesso che ne conoscano il significato, reperibile – comunque – in “rete” e nella memoria dei “vecchi” come chi scrive), a chi possono essere stati rivolti? Tutto è opinabile ed è anche “simpatico”…

Il “Massimino”

Davanti c’è un lungo cammino che comincia dopo Sant’Agata (ormai è acquisito che la festa termini il 6 febbraio; si gioca il 7 alle ore 20,45) con la capolista Matera, guidata dall’esperto e polemico (almeno con noi; d’altronde, sia come giocatore sia come allenatore, e stato sempre un avversario per il Catania) ma bravo Auteri.

I rossazzurri, oltre ad essere “freschi”– come detto – di nuova vittoria, sono dotati di consistenti rinforzi e, anche se il presidente Franco (in un’intervista al quotidiano “La Sicilia”) ha affermato di essere ottimista (“dobbiamo riconquistare la B entro il 2018”), noi vogliamo esserlo più di lui, illudendoci (ottimisti che si illudono… mah!) che arrivi prima. Diversamente – anche se poco realisti – ci sentiremmo assai delusi. Del resto, l’immagine più bella (usata come copertina da tutte le “testate” giornalistiche) mostra il raggiante sorriso di Marchese (con Biagianti). Quel sorriso sia di buon auspicio.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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