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Un quadro più corretto per le dinamiche del personale e l’alternanza scuola-lavoro sono le prossime sfide per la nuova segreteria della Cisl Scuola di Catania eletta nel 6° congresso della federazione sul tema “Fare comunità generare valori”. Alla guida della federazione è stato eletto Ferdinando Pagliarisi, che subentra a Pippo Denaro arrivato alla conclusione dei suoi mandati. Pagliarisi sarà affiancato da Agata Caudullo e Giuseppe Lattuca. Sono intervenuti Maurizio Attanasio, segretario generale Ust Cisl Catania ed Elio Formosa, componente della segreteria nazionale Cisl Scuola.

La Cisl Scuola di Catania ha contestato la “Buona Scuola” del governo Renzi per aver ridimensionato il ruolo collettivo e di partecipazione dei docenti, mettendoli di fatto uno contro l’altro per l’accesso alle risorse. “Si sono creati forti scompensi territoriali fra Nord e Sud – ha affermato Pagliarisimuovendo gli organici e utilizzando la mobilità in modo disinvolto”.

“Con l’accordo siglato a novembre del 2016 – ha sottolineato Formosa – e le trattative sulla mobilità dovrebbero portarci a ridefinire meglio un quadro più corretto delle dinamiche del personale. Non possiamo negare che, comunque, la riforma ha degli aspetti positivi, tra cui la volontà di rendere la scuola italiana allo stresso livello di quello europeo, anche con l’introduzione dell’alternanza scuola-lavoro”.

Secondo Attanasio, “l’attuazione della misura va accompagnata dalla costituzione di un vero e proprio pool di soggetti, tra scuola, Centro per l’impiego, sindacato e associazioni datoriali. Ma va superato il divario tra le conoscenze oggi fornite agli studenti e i progressi compiuti dal mondo della produzione: tranne qualche rara eccellenza, ci sono istituti industriali che ancora tardano ad adeguarsi all’Industria 4.0 che ormai è una realtà”.

“La scuola italiana esce comunque da un ambito fino a oggi troppo autoreferenziale – ha concluso Formosae si collega al mondo produttivo ed economico del territorio, non solo a quello più vicino, ma anche a quello più lontano. È una rivoluzione culturale. Ci sono i fondi e un piano di intervento, ma anche i docenti devono partecipare alla gestione dei processi di conoscenza del mondo esterno, perché l’alternanza diventa ordinamentale e andrà portata all’esame di maturità”. 

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