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L’importante è che tutti i salmi finiscano in gloria. Siccome anche i salmi – di là dal valore sacro e universale che la Bibbia dà ad essi – riflettevano una posizione di parte, ecco che la similitudine diventa possibile. Ciao, Proto, e ciao, Pitino (anche se ancora nel sito ufficiale non “risultate”), ciao, Plasmati, Musacci… Ciao, Messina tutta… La ragione, al termine di una disfida accesissima e sportivamente esaltante, stavolta, è nostra. La disfida è da considerare esaltante anche perché, finalmente, dopo lustri vi hanno potuto assistere dal vivo entrambe le tifoserie; e non mi pare che sia successo qualcosa di rimarchevole.

Il portiere Pisseri ancora protagonista (Ph. Calciocatania)

Per onestà, si deve ammettere che il Messina ha perso, forse, immeritatamente… Ma quell’uomo che salta da tutte le parti, che agguanta palloni che sembrano scagliati a colpo sicuro verso il sacco, quel san Matteo (Pisseri) alato, quel portiere che finalmente incarna l’ideale sognato per anni, fa parte del Catania. Come anche quell’ingrato di Pozzebon che si è permesso di esultare (cfr.: Gazzetta del Sud) e di partecipare ai festeggiamenti dell’intera squadra nel chiuso dello spogliatoio. Sì, quel “marcantonio” che, di dritto o di storto, il pallone alle spalle di Berardi ce l’ha mandato. Poi, per farsi perdonare dai suoi ex ha “regalato” la palla del due a uno al retrobottega dello stesso portiere messinese, calciando un rigore per lo meno in modo inusuale.

Pozzebon in rete contro il Messina (Ph. CalcioCatania)

Ha un bel dire Proto: “Se avessimo tenuto Pozzebon, ieri avremmo segnato più di un gol. Abbiamo avuto 6-7 palle gol e non ce l’abbiamo fatta. Anastasi e Da Silva? Due bravi giocatori, ma sono solo delle opzioni, però, devo dire, che non ho capito l’operazione fatta a gennaio: come cambiare un professore universitario con uno delle medie. Se io avessi avuto la società già ai primi di gennaio Pozzebon non sarebbe andato mai via, anzi, qui lo dico e qui lo nego, mai sarebbe andato al Catania. Inoltre per la sua cessione alle casse societarie non è entrato nemmeno un euro” (http://www.tuttomercatoweb.com/catania/?action=read&idnet=dHV0dG9jYXRhbmlhbmV3cy5jb20tMjA4Mzk5). A parte che la dichiarazione è un incentivo ai suoi (pro tempore) attaccanti Anastasi e Da Silva che, infatti, sono stati definiti come dei “professori delle medie” (superiori o inferiori?) e non – ad esempio – delle elementari. Gongoleranno; è già qualcosa! Ma egli quanto l’ha pagata l’intera squadra?

L’altro ex (per modo di dire), Barisic, “incazzato” per l’erroraccio del “professore universitario” e per tutto il tempo che i suoi compagni avevano dovuto giocare con l’uomo in meno, ci ha pensato lui con un destro all’Anastasi (non il “professore delle medie” ma “Petru ‘u turcu”).

E, poi, ingrato a chi? Lo stesso Anastasi (stavolta, Valerio) aveva dichiarato che se avesse segnato alla sua ex squadra (sempre, per modo di dire; appunto, il Catania), ovviamente, avrebbe esultato; e parliamo di uno nato a Catania… Con l’aggiunta, invece, per “Demiro de Roma”, di fischi, insulti e invettive, subiti incessantemente dal San Filippo giallorosso.

Mario Petrone a Messina (Ph. CalcioCatania)

Quelli che parlano di suicidio messinese considerano “stretto” (loro sanno cosa vuol dire) persino il “pari”. Di sicuro, Petrone – fortunato o meno – ha visto premiata la sua temerarietà culminata nello scatto da centometrista verso la curva. Una scena del genere è da Oscar. Ma l’Oscar a chi avrebbero dovuto darlo, non l’hanno dato. Figurati, dare il premio a un film su Lampedusa. Le isole siciliane faticano sempre davanti al “Pasquale” d’America. Si veda l’esito de “Il postino”, girato tra Pantelleria e Salina (oltre che a Procida).

Tornando al calcio, mi permetto di rivolgere al coro degli “osanna” l’invito alla prudenza per il futuro. Per quanto visto, la partita poteva finire male, ma proprio male! Non sempre gli attaccanti avversari sono disposti a imitare Mazzarani (assente, per l’occasione, ma “adeguatamente” sostituito dal dischetto) come nel caso di quel pallone fermo nella pozzanghera, al centro dell’area… Né sempre tutte le ciambelle riescono col buco. Sono sicuro che – in camera caritatis – giocatori e dirigenti avranno avuto modo di parlarne.

Intanto, ci accontentiamo, eccome! Per il Gran Capo non sarà stato “derby”, per tutti gli altri (me compreso) quello col Messina lo è sempre; e vincerlo è una goduria. Adesso, non ci resta che aspettare il Melfi e, poi, preparare il trasferimento a “Via del Mare”, dove ci attenderà un’altra giallorossa. Quella con il Lecce è sempre una tappa affascinante. E magari… Per l’occasione anche qualche “altra” tifoseria sarà dalla nostra parte.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di tante di quelle cose che è come se non si fosse occupato di nulla… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi sull’attualità del Teatro dei Pupi siciliani, regista teatrale e uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza con numerose testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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