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Mentre ci si prepara per la partita di Catanzaro, decisiva, secondo la maggior parte degli osservatori (ma a quanto pare, anche degli stessi addetti ai lavori), stazionano nei vestiboli degli orecchi echi del recente passato.

Era il primo giorno (calcisticamente parlando) di primavera…

Era anche il primo giorno d’ora legale…

L’autorete di Gil (Foto Calciocatania)

Era il momento di immaginare un ipotetico Dialogo tra un venditore di acqua e bicarbonato (o, all’occasione, di sciampagnette) e un astemio (Alla maniera del buon Giacomino)

  • Ci dica, ci dica…

Quest’incipit non può evitarmi un tuffo nel passato; il mio fraterno amico Roberto, allora telecronista di un’importante emittente locale, così apriva l’intervista a De Petrillo, allenatore del Catania d’altri tempi, che – però – sempre in Serie C militava…

  • La squatra è morto, morto migliorata…
  • Ma ha perso…
  • Sì, questo è vero ma… contro uno squatrone, la prima in classifica, quella che vinci sempre… Potevamo toglierci questa ingiuria?
  • Ma è la quarta sconfitta di fila…
  • Vero è: abbiamo perso anche con la seconta… Per non fare particolarità.
  • E, in casa anche col Melfi…
  • Per questo dico che stiamo miglioranto: almeno stavota non abbiamo pesso col Meffi o colla Pacanese… ed è solo la quarta sconfitta di fila… (parte un ovvio gesto scaramantico!)
  • Sino a non molto tempo addietro almeno con le grandi si vinceva.
  • Anche oggi, avremmo vinto, se non avessimo pesso… E se non avessimo ‘ntappato nella traversa, fatto un gol nella porta sbagliata e se quell’abbitro [Amoroso – in realtà, per niente amoroso – di Paola; d. r.] testa di calabrisi, non avesse fatto certe scelte cervellotiche… Pulvirenti (quello “accitanu” ca abballa a boddo campo) dici ca sarebbi un alibi pigghiarisilla coll’abbitru. Si certi cosi ci dicissi iddu, u squalificassunu e na banchina ci avissi a ghiri Arazieddu, ca fussi u quartu allenaturi d’avannu.
  • E le affermazioni circa il risanamento e gli spareggi per la promozione?
  • Risanamento? Bonu va! L’infemmeria, a picca a picca, si sta svuotanto, stanno risananto tutti, compresi Di Cecco e Baldanzeddu. E, poi, in campo sono sempri gli altri ca cascanu e s’abbìano ppi motti [anche per guadagnare qualche prezioso minuto; d. r.].
  • E gli spareggi?
  • Ha visto che bella ciornata di primavera?
  • Sì, ma gli spareggi?
  • Nel campo è ricrisciùta l’evva, macari ca appoi ‘a palla sghidda a unni ammatti ammatti. Alluoti ci pari ca su i nostri c’abbiunu a palla a muzzu…
  • Gli spareggi?
  • Anchi il tabillone funziona…
  • Ho capito: non intende rispondere alla domanda.

Che tristezza vedere rientrare quelli con la maglietta rossazzurra, “gloriosa” maglietta, frustrati persino nel tentativo di chiedere perdono, cacciati praticamente a suon di fischi e improperi! Eppure, nonostante le defezioni di alcuni curvaioli, un pò di gente c’era, che ha anche sostenuto l’insostenibile leggerezza dell’essere. C’erano pure quelli con le bombe, mentre a quelli della Tribuna B era richiesto il documento d’identità (cosa, peraltro, legittima), gli “scafuniavano” nella borsetta e nelle sacchette e gli facevano persino il provino per il prossimo sceneggiato. Ora, dico io, come fanno a entrare tutte quelle bombe (duemila euro di ammenda)?

Immaginiamo, adesso, un altro dialogo:

  • Min… ppi perdiri cu na squatra comu a chissa ci nni voli…
  • Il Foggia, primo in classifica?
  • Ma no viri quantu su scarsi?
  • Veramente, sinora, nessuno glielo ha mai detto. Ma non è che, per caso, qualche merito nell’averli fatti sembrare scarsi l’abbia avuto il Catania?
  • Avaja…
  • Magari, li ha resi “scarsi” la tattica (compreso il falso nove) scelta da Pulvirenti…
  • Sì, senza attaccanti…
  • Russotto e Di Grazia sono terzini?
  • U megghiu attaccanti arrisuttavu Gil ma sbagghiavu porta…
  • Senza quella “zuccata” e con un po’ di minore sfortuna non avremmo perso… Anche l’autorete – se non sbaglio – ha scheggiato il palo…

    Di Grazia contrastato (Ph. Calciocatania)

C’è da dire che gli attaccanti per antonomasia, Pozzebon e Tavares, altrove prolifici, qui sinora hanno stentato e questo significherà qualcosa…

Mi chiedo: nei dialoghi inventati come si potrebbero distribuire i ruoli? In caso di provini, gli astemi dovrebbero essere privilegiati o esclusi…

A Lecce, per come stavano in campo sembrava che fosse prevalsa la democrazia plebiscitaria.

Lo Squinzano (che è anche il nome della località del ritiro pre-partita) è a DOC dal 1976 e deve essere fatto principalmente con uve Negroamaro (da non confondere con il quasi omonimo e conterraneo gruppo musicale di Sangiorgi che a me, quando canta, richiama proprio il vino e non intendo esplicitare il perché); chi l’ha assaporato ci torna. Io, che ci ho fatto amicizia a metà degli anni Settanta del secolo scorso, quando, per servizio di leva e amore, frequentavo quei luoghi, testimonio a favore. Con le fave fresche, poi…! Appresso porta c’è Càmpie (Campi Salentina), città natale di Carmelo Bene; ed è di quelle parti anche Eugenio Barba che da alcuni è dato come nato a Brindisi, da altri (tra cui Treccani) a Gallipoli. Significa che in un fazzoletto di terra hanno visto la luce due fra i personaggi più importanti del teatro contemporaneo (non solo italiano).

Un momento di Catania-Foggia

Mi piace ripetere qualche stralcio di un’intervista rilasciata da Giuseppe Colucci, ex calciatore del Catania d’altre epoche e attuale dirigente del Foggia (http://www.mondocatania.com/wp/calcio-catania-notizie/giuseppe-colucci-intervista-138249): “Il Catania merita comunque grande rispetto… indossare la maglia del Catania ha un peso per i calciatori, ma allo stesso tempo è una cosa bella e stimolante. In due anni ho fatto circa sessanta partite in rossazzurro e ogni volta che indossavo quella maglia era qualcosa di importante perché rappresentavo una squadra e una città intera… Fatta questa premessa dico che il nostro segreto sta nell’unità di intenti. I giocatori amano questa squadra e lo stesso discorso vale per noi dirigenti, che tra l’altro siamo tutti foggiani. Tutti insieme vogliamo regalare un sogno ai nostri tifosi”.

Unità e tifosi… Sulla materia, i curvaioli della Nord hanno dato la loro risposta. Disertando.

Per quanto mi riguarda, prima, quando ho parlato di fiducia e pazienza, ferite, non ho aggiunto la speranza. Quella è ancora inviolata; anche perché è indipendente dai terzi. Ci sosterrà e sosterrà la squadra, sempre. Chissà che, raggiunti gli spareggi, Pozzebon & C… Ma no, non corriamo; alla speranza aggiungiamo un pizzico di pazienza e – perché no? – di scaramanzia…

Nella foto Salvo Nicotra e l’impianto di Torre del Grifo

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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