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L’associazione culturale Santa Briganti ha proposto lo scorso 1 Aprile a “Scenario Pubblico” di Catania l’intrigante e grottesco spettacolo dell’autore e regista catanese Orazio Condorelli, “La Famiglia M.”.

Si tratta di un atto unico di circa 40 minuti – che richiama l’atteso e temuto periodo natalizio, proprio nell’ambito familiare – sorretto da un interessante impianto musicale, con le voci di Mina (l’intenso brano “Mi sei scoppiato dentro al cuore”) e di Michael Buble, con un gioco luci che ingigantisce ansie ed aspettative dei personaggi ed una scenografia volutamente spoglia, con pochi oggetti (tazze da caffè, sedia a rotelle, scarpe, maglietta e pantaloncini da jogging) che servono a meglio definire le fisionomie, i profili dei cinque protagonisti.

Una scena de “La Famiglia M.”

L’autore, Orazio Condorelli,  dalla cabina di regia mantiene sempre elevati i ritmi della pièce che vede al centro della vicenda, sicuramente cruda e grottesca, i cinque componenti della Famiglia M., una famiglia tipo che può essere quella del vicino, del nostro collega di lavoro o la nostra: c’è un padre (Giovanni) che prende tutto con leggerezza ed ama sempre raccontare barzellette, una madre (Luisa) ansiosa con se stessa e con i figli, ovvero Vittorio, alla continua ricerca della compagna giusta ed Andrea, amante dello sport, insegnante di educazione fisica e sposato con una catalana, Zoe, che suona il violino e che non è ben vista dalla suocera.

I cinque  – in una sequenza di fotografie della loro esistenza – raccontano i loro caratteri, le loro indecisioni, il loro destino, discutono, piangono, ricordano, ridono, si azzuffano, rivendicano, rimpiangono. Sempre alle prese con le loro fragilità ed aspettative, in una sorta di prigione familiare, in un involucro indistruttibile, dove non riescono mai ad essere loro stessi, si raccontano in un particolare ed emblematico periodo dell’anno, il Natale, festa in cui emergono, proprio all’interno delle famiglie, le incomprensioni, le cattiverie, le invidie nei confronti di tutti, adombrate, però, dall’atmosfera natalizia.

Una famiglia come tante, quindi, la Famiglia M. che racconta al pubblico un percorso come tanti ed in cui, ognuno, può, in alcuni aspetti, riconoscersi e pensare alla propria vita. Convincenti e scatenati i cinque interpreti: Anna Galba, Margherita Bonomo, Peppe Macauda, Antonio Ruello e Salvatore Giannì, lineare la regia di Orazio Condorelli per una produzione di Santa Briganti sicuramente da apprezzare in quanto ricca di mille spunti di riflessione proprio sul valore, sulla mancanza di ideali e comprensione, sui significati, di ieri e di oggi, del nucleo familiare.

Ancora una scena

Alla fine, da parte del pubblico non mancano gli applausi convinti e che premiano la pièce reale, amara e soprattutto le intenzioni dell’autore e regista Orazio Condorelli che col suo lavoro ha voluto analizzare, indagare sul modo in cui le dinamiche familiari formano, condizionano, indirizzano ognuno di noi e fanno di noi ciò che siamo. L’autore ha quindi costruito cinque personaggi – immaginando, accennando nel finale anche un sesto personaggio (la piccola figlia di Zoe e Andrea) – incastrati dentro ferree regole e che cercano, a volte, di liberarsi da una vita omologata dagli standard sociali. Ognuno di loro manifesta tensioni, paure, indecisioni – come tutti nella nostra società – ma ha dentro un desiderio di riscattarsi, di rompere il guscio della prigione familiare e vivere finalmente la propria vita, senza consigli, senza critiche o raccomandazioni.

Video “La Famiglia M.”- Editing “Cronaca Oggi Quotidiano”

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