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E’ andato in scena, in prima assoluta, lo scorso fine settimana, al Piccolo Teatro della Città di Catania, produzione Gruppo Iarba/Gria Teatro, “Nubendi”, il nuovo spettacolo di Nino Romeo, drammaturgo, regista ed attore catanese tra i più apprezzati nell’ambito della nuova drammaturgia italiana. Il testo di “Nubendi” è stato iniziato da Romeo nel 2003 ed è stato finito nel 2007. Lo spettacolo proposto al “Piccolo” è ispirato all’omonimo testo pubblicato da Bulzoni nel 2015 nella “Trilogia della famiglia” che include, oltre a “Nubendi”, anche “La casa della nonna” e “Sorelle per legge”.

Il libro di Nino Romeo

“Nubendi” è un atto unico che presenta, attraverso i personaggi ambigui, surreali, al pubblico una variegata carrellata di tipi umani che, nelle proprie convinzioni, nel proprio percorso esistenziale, con le loro ideologie, oltrepassano i confini della normalità costruendo con il loro delirio, con le loro dissertazioni, una dimensione che porta solo all’annientamento finale

Funzionali l’impianto scenografico (un caffè d’epoca con tavoli e sedie) ed il gioco luci pensati da Nino Romeo che, in circa novanta minuti, ambienta la vicenda, dall’inizio alla fine, nella migliore pasticceria della città dove si incontrano tre coppie: Tilla, estetista specializzata in trattamento defunti e Tello, un pittore abile nel ritrarre gli ultimi istanti di vita ed i due camerieri, Varo (ex critico d’arte) e Vira (ex estetista di Tilla). I quattro si confrontano e manifestano così il  loro delirio esistenziale che è per Tilla il tempo, per Tello lo spazio, per Varo il comando e per Vira il linguaggio. I quattro si promettono reciprocamente in matrimonio e poi si scambiano abiti e ruoli. Gli avventori diventano quindi camerieri e viceversa, ognuno ricopre, a suo modo, il ruolo dell’altro e pare trovarsi un punto di incontro in quello che propone Varo nelle vesti di ideologo di un nuovo sistema di potere, ovvero l’intercambiabilità dei ruoli. Nel finale entra in scena una giovane coppia, lui con uno zaino sospetto che vuole restare, lei che aspetta un figlio e che lo invita a lasciare il locale. Anche il giovane è in preda al suo delirio, infatti nega il presente aspirando contemporaneamente al futuro. Una esplosione finale annienterà la promessa di matrimonio, i patti di Tilla e Tello e Varo e Vira, le ambizioni della giovane coppia. Per il loro delirio non ci sarà futuro.

Il linguaggio e l’aspetto psicologico dei personaggi sono il fulcro dell’intero spettacolo, ma in “Nubendi” c’è qualcosa che va fuori da qualsiasi normalità, qualcosa di dirompente che agita le tre coppie protagoniste, un delirio esistenziale, una follia organizzata che – seguendo delle precise regole e convinzioni – le porta ad una inevitabile fine. Soprattutto nella seconda parte della pièce, il linguaggio di Tilla e Vira è crudo, reale e le parole diventano dure, in costante disequilibrio tra italiano e siciliano, dando più concretezza ai perversi e crudeli disegni dei personaggi.

Nella foto l’autore e regista Nino Romeo

Rigorosa la regia di Nino Romeo, mentre sulla scena puntuale ed estremamente convincente nel ruolo, tutt’altro che semplice, della visionaria Tilla (con le sue deliranti affermazioni e la sua camicia piena di macchie) è Graziana Maniscalco, mentre misurato ed esemplare è il Tello di Angelo Tosto. Apprezzabili poi anche Nicola Costa nei panni del suo Varo istrionico e con un evidente delirio di onnipotenza e Ludovica Calabrese nella sua intensa, grottesca e comica Vira, mentre Valeria La Bua e Pietro Cucuzza si destreggiano, con carattere e notevole presenza, nei ruoli dei misteriosi e decisi giovani.

Gli applausi finali per “Nubendi”

Un testo visionario quello di Romeo, sospeso tra deliri esistenziali, morte e necrofilia che riflette sull’irrazionalità sia del vivere che della società e che inoltre si sofferma, attraverso il filosofeggiare dei protagonisti, sui sistemi di potere (democrazia, dittatura), sull’importanza del linguaggio, del tempo e dello spazio, sulla necessità di comunicare e di avere delle regole certe in una società ormai completamente fuori da qualsiasi regola, sull’intercambiabilità dei ruoli.

Alla fine non mancano i reiterati applausi degli spettatori per l’autore Nino Romeo che ha dedicato “Nubendi” a Memè Perlini, recentemente scomparso ed all’intero cast che ha reso, con un linguaggio naturalistico, vive, palpitanti, i concetti, le inquietudini – maturate negli anni – dell’autore, confezionando uno spettacolo tra il tragico ed il comico, estremamente attuale alla luce del delirio esistenziale e della deriva sociale dei nostri giorni. Pubblico interessato, divertito, a tratti spiazzato, ma pienamente coinvolto.

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