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Si sono concluse la scorsa settimana le repliche della mise en espace “(Uno studio) Sui generis” dell’attrice, scrittrice ed insegnante Pamela Toscano, lavoro prodotto dal Teatro Stabile di Catania e proposto nella Sala Bellini del Municipio di Catania all’interno della rassegna “Altrove: il teatro va in città”.

La locandina

La pièce, diretta dalla stessa autrice, si sviluppa in circa 60′ e ragiona sui diritti di genere, sui pregiudizi, sulle consuetudini e sui commenti  che si ascoltano spesso, al bar, nei centri culturali, a lavoro e per strada e sui modi di essere o sentirsi che danno vita a dibattiti infiniti, a discriminazioni, ieri come oggi, a punti di vista uguali o opposti.

Protagonisti della interessante e stimolante proposta tre giovani attori (Marta Allegra, Nanni Mascena e Sebastiano Sicurezza) che si rincorrono, parlano, gridano, si interrogano – tra un sacchetto della spazzatura e fogli di giornali, uno sgabello e qualche abito – e con il pubblico disposto ai lati, costretto a guardare contemporaneamente attori e spettatori della fila di fronte, rivedendo così le proprie reazioni, osservando gli altri punti di vista.

Pamela Toscano imposta la pièce sulla freschezza, sull’irruenza, dei tre giovani interpreti e nel lavoro si intersecano, si scontrano, si raccontano mille punti di vista e si mescolano fatti di cronaca (come l’adozione a Catania nel 2014 del registro delle unioni civili), recenti episodi di omofobia, ricerche storiche e scientifiche o la realtà – spesso delirante – del web. Spazio anche nello spettacolo per le radici isolane poetiche delle Metamorfosi di Ovidio (Il mito di Ifi).

Secondo l’intenzione dell’autrice, il lavoro non esprime sull’argomento trattato opinioni, non da giudizi, ma induce lo spettatore alla riflessione e quindi le frasi fatte, le barzellette, gli stereotipi, rappresentano uno spunto per stimolare il pensiero del pubblico che si ritrova ad interrogarsi sulle sue reali convinzioni.

L’autrice Pamela Toscano

Così come dice lo stesso titolo si tratta di uno studio, di un progetto in progress e che, in alcuni frangenti fa sorridere, ma poi si rivela particolarmente serio e coinvolgente per il tema che tratta e che suscita mille dubbi anche tra chi crede di essere aperto sulle questioni inerenti alle coppie gay, alla diversità sessuale, considerando che le discriminazioni, le manifestazioni di negazione dei diritti, esistono ancora oggi, anche quando tutti, a parole, si dicono emancipati, moderni. Ma sono poi i fatti di tutti i giorni, le notizie di cronaca a dire, ahimè, il contrario…

Gradevoli le musiche di Massimiliano Pace, adeguati al percorso della pièce i costumi di Cicci Auteri, pregevole il lavoro di Andrea Maccarrone come responsabile tecnico e di Segolene Le Contellec nel gioco luci e nel supportare la regia.

Pièce sicuramente apprezzabile, sia per il tema trattato che per la freschezza giovanile e la  leggerezza di Marta Allegra, Nanni Mascena e Sebastiano Sicurezza che hanno dato vita ad una interpretazione carica di grinta ed entusiasmo, riscuotendo, alla fine, gli applausi del pubblico.

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