sportVari

Un indomito Omar Fraile, basco della Dimension Data, si aggiudica la 10 ^ tappa da Ponte ad Ema a Bagno di Romagna, regolando in volata il gruppetto di uomini al comando. Dumoulin difende la maglia rosa.

L’attraversata appenninica non tradisce le attese della vigilia, offre spettacolo con tanti capovolgimenti di fronte soprattutto nella appassionante lotta per il successo parziale. Poco è cambiato nelle posizioni che contano, tuttavia anche qui la frazione ha offerto qualche spunto di interesse. Andiamo con ordine. Il Passo della Consuma, affrontato subito in avvio, stuzzica tante fantasie. Il gruppo va presto in mille pezzi, venticinque dei quali si ricompongono in avanscoperta verso la vetta. Dietro la maglia rosa resta in compagnia di un solo uomo, Priedler, gli uomini di classifica però non lo aggrediscono.  Davanti per lo più uomini che nella crono del Sagrantino hanno passeggiato pensando ad oggi, fra di loro, però, si incuneano diversi elementi che guardano con interesse la classifica, primi fra tutti Amador, ben spalleggiato da Herrada e Rojas, ed il duo Astana Kangert-Cataldo.  Della compagnia fa parte pure uno dei delusi del Giro, Landa. Di li a poco, sul Passo della Calla, azzarderà un tentativo da molto lontano in compagnia di Fraile. La parte centrale della frazione sarà monopolizzata dai due in testa che manterranno a lungo un vantaggio sui primi inseguitori di circa 2’30’’ e doppio sul gruppo nel quale, nel frattempo, Dumoulin ha recuperato diversi elementi. Dopo settanta chilometri Fraile e Landa alzano bandiera bianca sfiancati soprattutto dal lavoro di Herrada e Rojas in funzione di Amador e di Villella che opera per Rolland. Mentre in gruppo sono Trek e FdJ a cercare di ridurre lo svantaggio, resta da affrontare ancora il Fumaiolo. Negli ultimi tre chilometri di questa salita cara a Pantani, dove le pendenze diventano toste, è Rolland a forzare. A rispondere è chi non t’aspetti. Fraile, sbucato chissà da dove, riprende il francese e lo batte sul GPM. Nella medesima sezione di salita, dietro, è Nibali ad agitare le acque ed a setacciare il gruppo. A farne le spese Thomas e Krujiswjik. Anche la maglia rosa perde qualche pedalata. Questione di un attimo, ma a tanti non sarà passato inosservato. La lunghissima picchiata verso bagno di Romagna ricompone un trio al comando. Su Fraile e Rolland si riporta Rui Costa. Proprio sotto la flamme rouge le scaramucce preparatorie dello sprint consentono il rientro di Kangert, con gli inseguitori ormai vicinissimi. Nella caotica situazione Rui Costa resta sempre il più accreditato per lo sprint, ma non ha fatto i conti con le vite di Fraile che sembrano non finire mai. Volata perentoria del basco e vittoria meritatissima. Secondo Rui Costa, terzo Rolland. Quinto un deluso Visconti che comunque ha ben corso e non ha nulla da rimproverarsi. In classifica generale Amador risale dal nono al sesto posto. Il suo distacco è di 3’05’’. Qualche buona posizione guadagnata anche da Kangert e Cataldo.

Nel gruppo maglia rosa la fase finale, esauritosi uno spunto di Pinot, ci riserva lo strano lavoro di Verona. Chissà in quanti si sono chiesti se sotto la divisa dell’Orica non vi fosse quella della Sunweb.

Prossima tappa da Forlì a Reggio Emilia, 229 km. La fase iniziale dal profilo mosso favorisce ancore una volta le fughe, ma il lungo finale piatto dovrebbe premiare il ritorno veemente del gruppo. Una delle ultime occasioni che i velocisti non possono farsi scappare.

Chiusura dedicata alla Sky. Lo squadrone chiude la giornata con un bilancio decisamente negativo. Landa alla ricerca del successo parziale ha chiesto troppo a stesso ed è saltato. Thomas, dopo la brillante crono di ieri, visto come si erano messe le cose aveva un’occasione ghiotta per rientrare in classifica. In tanti, infatti, a chiederci perché non facesse parte degli uomini in avanscoperta. Il perché lo abbiamo scoperto sul Fumaiolo, un perché che sa di resa definitiva.

Tappa quella odierna che ha cambiato poco, ma qualcosa ha detto, ci ha confermato che il Giro è aperto, ci ha anche detto che la maglia rosa non è poi così sola.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post