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La maglia rosa Tom Dumoulin si aggiudica il prestigioso traguardo di Oropa ed allunga in classifica generale. Cedono qualcosa Quintana, un po’ di più Pinot e Nibali.

La tappetta odierna obbligava a concentrare tutte le attenzioni sull’erta che da Biella conduce al celebre santuario della madonna nera.  È la Movistar a comandare le operazioni, così come era lecito aspettarsi. Quintana rompe gli indugi ai meno sei e questa volta, a differenzA del Blockhaus,  nessuno si ostina a seguirlo. Lo scatto del colombiano sortisce effetti immediati sui migliori, mettendo ordine dopo un inizio di salita un po’  caotico. A sorpresa è proprio la maglia rosa a dettare l’inseguimento. Con lui restano Nibali, Zakarin, Landa e Yates. Mollema cede subito; stranamente anche Pinot perde qualche colpo.

La scalata procede in modo costante con Quintana che non riesce a fare un vuoto deciso e Dumoulin che più si sale e più sembra acquisire sicurezza dei suoi mezzi. Ai meno tre l’aggancio che non toglie voglia di forcing all’olandese. Forcing che poco più avanti costringerà alla resa Nibali, evidentemente da un po’ fuori soglia. Le fasi finali sembrano appannaggio di Zakarin, ma il russo si pianta a pochi metri dall’arrivo e viene saltato dalla maglia rosa, terzo Landa, quarto Quintana a 14’’. Nibali termina la sua fatica settimo a 43’’, superato nelle ultime battute dal rimontante Pinot , sesto a 41’’. Sufficiente la prova di Pozzovivo, 11^ a 50’’, che gli consente un’onorevole difesa della posizione.

La vittoria di Dumoulin va ampiamente oltre il risultato in se. L’olandese, attaccato frontalmente dal miglior scalatore in circolazione, non ha battuto ciglio. Strada facendo ha trovato la forza e la lucidità per sfidare pendenze che non gli erano particolarmente ostili e non si è lasciato sfuggire l’occasione, senza perdersi  in inutili tatticismi che spesso nascondono paure ed indecisioni. Semplicemente perfetto.

Andiamo agli sconfitti. Quintana ha poco di che piangere, forse tanto di che meravigliarsi. Ha fatto quel che doveva, semplicemente non è bastato. Nibali ha preso un bella scoppola. Non ho altri termini per bollare i 43’’persi  in soli due chilometri. Eppure ha corso bene, seguendo la ruota giusta finché ha potuto. Nessuno scatto fuori posto, tutto perfetto fin quando Dumoulin non gli ha spento la luce. La lotta per il successo, per ciò che si è visto oggi, diventa difficile. In verità non solo per Vincenzo, ma un po’ per tutti. Nibali però non è il tipo da gettare la spugna, forse la sua miglior qualità, ed entro martedì è probabile che ci dica di più sui suoi reali obiettivi che cercherà di cogliere a Milano.

Intanto domani qualche nodo da sciogliere verso Bergamo. La 15^ frazione, da Valdengo a Bergamo, affronta negli ultimi cinquanta chilometri il Miragolo S. Salvatore, il Selvino e lo strappo di Bergamo Alta.

Un finale particolarmente stuzzicante per ruote coraggiose.

Chiudo il pezzo tornando indietro. Nel dopo corsa tutti a cercare paragoni con la Vuelta che l’olandese  perse da Aru. Questo Dumoulin è un altro.

Più forte, molto più forte!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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