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Venerdì 7 Luglio alle ore 16 nel Palazzo dei Congressi di Taormina, nell’ambito del Taormina Film Fest, verranno presentati in anteprima alcuni frammenti dello spettacolo Vita straordinaria ri Don Giuanni Grasso – Lu grandi atturi ca pattennu ri Catania furria lu munnu, per la regia di Marcello Cappelli e Lucia Sardo. Lo spettacolo, che trae ispirazione dalla vita e dall’arte scenica del grande attore catanese del primo Novecento, debutterà il 27 Luglio al Cortile Platamone di Catania.

A Taormina, oltre alle anticipazioni sulla messa in scena, Lucia Sardo sarà protagonista del reading “Babel” e seguirà una proiezione per presentare tutto il progetto “Art to be Actor – The experience of Giovanni Grasso”, da cui nasce lo spettacolo e che si concluderà nel 2018 con un congresso internazionale sulla figura dell’attore catanese.

“VITA STRAORDINARIA RI DON GIUANNI GRASSO”

lu grandi atturi ca pattennu ri Catania furriau lu munnu

Regia Marcello Cappelli e Lucia Sardo

Drammaturgia Biagio Guerrera

Scene e proiezioni Luca Ruzza

Aiuto regia e trainer Marzia Ciulla

Con Paola Andolina, Simona Buscemi, Gioacchino Cappelli,

Tommaso Mirabella, Cristiano Pluchino, Benedetta Scuto,

Rosario Tedeschi, Salvatore Tornitore.

Lo spettacolo che presentiamo fa parte del progetto “Art to be actor – The experience of Giovanni Grasso” – realizzato con il contributo della comunità europea attraverso i fondi del Programma  Erasmus+ EAC/A/14/15. Il progetto “Art to be Acto”r, ispirato a Giovanni Grasso, uno dei più grandi attori del teatro del ‘900 approfondisce il tema della teoria e delle pratiche dell’arte dell’attore e si concluderà a marzo 2018 con un convegno internazionale. Il progetto, partendo dall’esperienza a molti sconosciuta dell’attore siciliano che con il suo lavoro è riuscito a realizzare un linguaggio comprensibile e apprezzato in tutto il mondo, focalizza l’attenzione sull’arte dell’attore e sul rapporto anche oggi attualissimo tra tradizione e innovazione, intende da un lato ricostruire il suo percorso seguendo le tappe fondamentali della sua carriera e dall’altro rappresentare un momento di ricerca e di riflessione teorica sulle pratiche teatrali e l’arte dell’attore.

Note di regia – Marcello Cappelli e Lucia Sardo

Trovarsi di fronte ad un materiale così vasto e sorprendente come la carriera artistica e umana di Giovanni Grasso e da questo cercare di tirarne fuori uno spettacolo che non sia una semplice cronaca né un’emulazione pedissequa del suo modo di recitare, non è stato semplice. Grasso nel corso degli anni è stato rivisitate essenzialmente da compagnie amatoriali, con i loro modelli interpretativi che hanno cercato di ricalcare quello che è rimasto nella memoria dell’arte dell’attore. Personalmente sono stato affascinato non solo dalle sue interpretazioni, che d’altra parte si rifanno solo a descrizioni poiché quasi nulla è rimasto del suo lavoro se non foto o spezzoni di film – peraltro di difficile reperimento – ma dalla sua forza che si è nutrita esclusivamente dell’Opera dei Pupi, quindi della tradizione. E allora quello su cui ho operato parte da questo, dal dare valore a quei sentimenti e principi che vengono espressi in questo contesto e che è stato il materiale che ha maggiormente coinvolto i miei giovani attori. Miei in quanto la maggior parte di essi non ha mai avuto esperienze teatrali e hanno seguito un percorso formativo che mette insieme avanguardie teatrali e tradizioni. Abbiamo voluto conoscere entrambi gli aspetti e da qui gli incontri sulla Biomeccanica, la Commedia dell’arte, l’opera dei Pupi, U balletto, l’arte della scherma del coltello, l’acrobatica e il Cunto. Queste sezioni sono state curate da maestri riconosciuti e di ognuna abbiamo accolto l’essenziale. Questi meravigliosi “giocattoli” sono diventati gli elementi di lavoro degli attori, tutti giovanissimi: io mi sono affidato al loro sentire e l’ho tradotto in scene, un pamphlet che ho affidato alle mani sapienti in primis di Lucia Sardo, per ritrovare quella verità espressiva che le è propria, a Biagio Guerrera per il linguaggio – soprattutto in dialetto siciliano – di cui è un maestro riconosciuto, e a Luca Ruzza che ha immerso il nostro mondo con immagini e macchinari capaci di realizza un “sogno”.

Lo spettacolo

Lo spettacolo teatrale “VITA STRAORDINARIA RI DON GIUANNI GRASSO – lu grandi atturi ca pattennu ri Catania furriau lu munnu” è la naturale conclusione della parte del progetto  che ha messo al centro le pratiche dell’attore attraverso un laboratorio, realizzato da marzo a maggio, rivolto a giovani attori, diretto da Lucia Sardo e Marcello Cappelli  e stage intensivi sulle radici della formazione di Grasso, l’Opera dei Pupi e La Commedia dell’Arte, e sugli sviluppi del metodo Grasso che si inserisce a pieno titolo nella ricerca dell’attore nei primi del ‘900 (Stanislavskij, Mejerchol’d, Graig):

    L’ATTORE BIOMECCANICO. L’esperienza di Mejerchol’d: condotto dall’attore Gennadi Nikolaevic   Bogdanov (Russia).

  • LA RECITAZIONE DEI PUPI SICILIANI, incontri diretti da Fiorenzo Napoli, della compagnia di Pupi Fratelli Napoli.
  • LA COMMEDIA DELL’ARTE, diretto da Ferruccio Merisi e Claudia Contin. Scuola Sperimentale dell’Attore di Pordenone.

Il tessuto dello spettacolo prende spunto dalla vita e dalle opere messe in scena dall’attore catanese e dal fenomeno che ha rappresentato il suo arrivo sulle scene internazionali, cercando di focalizzare l’attenzione sul rapporto tra tradizione e innovazione e su come la tradizione costituisca un’ossatura fondamentale per accedere all’innovazione.

In un’epoca in cui per i giovani è difficile ritrovare dei valori basilari, la tradizione rappresenta quell’ancora di salvezza che riesce a portare alla realizzazione di nuove tematiche ed esperienze.

La vita di Giovanni Grasso rappresenta in qualche modo questo percorso e mostra una necessità di comunicazione che riesce a travolgere con la sua forza schemi e gabbie intellettuali.

I protagonisti dello spettacolo sono dei giovani che fanno proprie queste tematiche e che cercano delle risposte efficaci ad un periodo storico che offre pochi appigli alle emozioni.

L’emozione, la tragicità, la morte e, perché no, l’amore  e i sentimenti che un teatro popolare rappresenta possono essere il motore di un rinnovamento necessario in questo complicato momento storico.

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