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In cima allo strappo di Rodez splendido successo di Michael Matthews, battuti avversari di spessore come Van Avermaet e Boasson Hagen. Flessione di Aru che cede preziosi secondi e restituisce la maglia gialla a Froome.

La Blagnac- Rodez, tredicesima frazione del Tour, è una di quelle tappe che ti prosciugano le energie inesorabilmente, senza che manco te ne accorgi. Nel finale innumerevoli mangia e bevi  costringono a rilanciare la velocità centinaia di volte. La classica tappa di via di mezzo  nella quale i cacciatori di tappe cercano il successo e costringe i migliori in classifica agli straordinari per restare con loro.

Gli obiettivi chiari di BMC e Sunweb non consentono grandi sogni a Bouet, Hollestein, Roosen, Voeckler e De Gendt. Gli animatori di giornata verranno ripresi nell’ordine, ed a uno ad uno, dall’incessante inseguimento del gruppo pilotato dei due team intenzionati a consegnare il plotone dei superstiti compatto ai piedi dello strappo finale  ai capitani designati di giornata  Van Avermaet e Matthews.

Ripreso De Gendt a dodici chilometri dal traguardo, ancora qualche rilancio di chi come Lammertink e Perichon sa che sullo strappo avrà poco da dire. Caruso e Arndt, manco a dirlo BMC e Sunweb,  fanno ancora buona guardia. Chi vuole la vittoria dovrà affrontare il faccia a faccia finale. All’inizio dello strappo è Naesen a cercare l’impossibile. Il campione nazionale belga finirà per bruciare Gilbert partito lungo per chiudere sul connazionale. Il guizzo finale è del favorito numero uno, Matthews,  che negli ultimi cento metri supera agevolmente Van Avermaet e vince con una facilità disarmante. Alle spalle dei primi, la lotta fra gli uomini della generale è vinta da Froome, che finisce a ridosso dei primi; Aru, invece, perde malamente venticinque secondi  dal nuovo capoclassifica e con essi se ne va anche la maglia gialla. Fabio perde da tutti i suoi rivali diretti. Il sardo scivola pericolosamente dietro già ai meno sei, nel bel mezzo della bagarre, ma ancora distante dallo strappo finale che finirà per affrontare lontano dalle posizioni che gli competerebbero. Inevitabile il buco che lo penalizzerà. Ancora una volta gli uomini Astana, due nel gruppo di testa oltre il capitano,  dimostrano tutta la loro inefficacia attuale lasciandolo al proprio destino in quei frangenti assai delicati. Un brutto passaggio a vuoto da dimenticare immediatamente. Vediamo se sarà possibile.

E si, perché non c’è  tempo per nascondersi e rifiatare. Domani si attraversa il Massiccio Centrale con la Laissac- Severac Eglise- Le Puy en Velay, 190 km e 2400 metri di dislivello distribuiti su tutta la frazione,  senza un metro di pianura. Nel finale il Col de Peyra Taillade da non sottovalutare.

Non proprio un balsamo corroborante per l’ex maglia gialla.

Coraggio!! Quasi nulla è perduto!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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