Cronaca

A Catania si è conclusa la fase di catalogazione del fondo di incunaboli -termine che significa “in cuna, nella culla” e sta ad indicare i libri prodotti dalla stampa manuale dalla metà del Quattrocento sino al 31 dicembre dell’anno 1500conservati nelle Biblioteche Riunite “Civica e Antonino Ursino Recupero” per approntare un catalogo a stampa dei 130, di cui 15 miniati, in essa custoditi.

   La specificità di tale catalogo è data dalla descrizione accurata degli esemplari, attraverso il rilevamento e la registrazione delle attestazioni d’uso (ex libris, maniculae, note a margine, prove di penna, caratteristica delle legature, peculiarità connesse allo stato di conservazione e a interventi di restauro occorsi nel tempo) oggi importanti per acquisire quanti più elementi possibile per la ricostruzione della storia non editoriale dei manufatti librari; i dati editoriali, naturalmente anch’essi presenti nelle schede del catalogo, sono, tranne rarissime eccezioni, già noti e registrati in ISTC, GW e in altri repertori internazionali noti alla comunità scientifica.

L’ambizioso ed utilissimo progetto scientifico di catalogazione degli incunaboli conservati nelle biblioteche catanesi si lega idealmente al precedente “Incunaboli a Siracusa di L. Catalano. R.C. Giordano, M. Palma. A. Scala, M. Scialabba, S. Terranova, R. Tripoli (Roma, 2015)”, del quale condivide in pieno le linee guida e l’impostazione metodologica, e sarà pubblicato entro il 2017 dall’editore Viella all’interno della collana “Scritture e libri del Medioevo” diretta da Marco Palma, docente all’Università di Cassino.

   E’ un lavoro che il Dipartimento universitario di Scienze Umanistiche ha portato avanti con un gruppo di studio costituito dalla ricercatrice prof.ssa Simona Inserra e dal paleografo prof. Palma con la fondamentale partecipazione di un gruppo di giovani studiosi specialisti laureati nel settore dei beni culturali bibliografici Francesca Aiello, Corrado Di Mauro, Marianna Formica, Irene Marullo, Rosaria Saraniti, e della direttrice delle Biblioteche Riunite dott.ssa Rita Angela Carbonaro

  Il volume sarà il primo dei tre dedicati alla descrizione degli esemplari presenti nelle biblioteche pubbliche di tutta l’area metropolitana di Catania.

 Un catalogo diverso dai noti repertori di incunaboli poiché ogni singolo esemplare verrà considerato, in questa sede, non come rappresentante di un’edizione, ma proprio in quanto esemplare da descrivere, fisicamente, con tutti gli elementi che lo individuano e con indicazioni dettagliate di tutto ciò che si trova intorno al testo stampato. “Da questo punto di vista -spiega Palma- le note di possesso, i segni di attenzione, le attestazioni d’uso, lo stato di conservazione, saranno considerati quali testimonianze della vita di un libro che è stato testimone di cultura in viaggio nel tempo e nello spazio”.

  “Si tratta certamente di un lavoro non semplice -sottolinea la prof.ssa Inserra- frutto della collaborazione di un gruppo collegiale, che sfrutta le sue conoscenze paleografiche e la sua propria esperienza per superare le difficoltà relative alla comprensione delle note manoscritte, avvalendosi di fonti che permettono di ricostruire il contesto bibliografico e culturale degli incunaboli esaminati”.

  “Tali incunaboli -aggiunge- sono davvero preziosi anche come libri aventi un certo valore estetico, che presentano alcune miniature affascinanti, o libri con note manoscritte risalenti al Settecento, importanti perché testimoni di un interesse verso un nascente patrimonio culturale”.

   Il gruppo di studio con molta passione, pazienza e perseveranza non si fermerà a questo lavoro. Dopo la pubblicazione del catalogo verrà avviata la catalogazione degli incunaboli delle altre biblioteche di Catania, ad iniziare dalla Biblioteca Regionale Universitaria, per continuare con la Biblioteca Zelantea di Acireale, ecc.. “Si tratta di un viaggio emozionante dai traguardi virtualmente illimitati. I finanziamenti per la pubblicazione stanno già avvenendo attraverso una campagna di crowdfunding sul sito www.produzionidalbasso.com”.

 Antonino Blandini

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