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A Xorret del Catì bella vittoria di Alaphilippe in volata a tre su Polanc e Majka. Froome attacca in salita e consolida il comando.
La spauracchio di Xorret del Catì, con le sue pendenze brutali, è stato il teatro della doppia sfida nella corsa con il più classico dei setacciamenti violenti ai quali non è possibile evitare di sottrarsi.

Il drappello di ventuno uomini al comando lo ha affrontato sotto la precisa regia di Majka, spalleggiato dagli ottimi Pickstein e Buchmann. Gli uomini in fuga avevano avuto la solita via libera dal gruppo, dove la Sky controllava attenta però a non dilapidare le forze delle guardie. Le altre formazioni, vista l’aria che tira, si guardavano bene dal dare il benchè minimo aiuto. Sullo strappo Majka farà di tutto per liberarsi della scomoda figura di Alaphilippe in versione sua ombra. Non vi riuscirà ed il polacco sa benissimo che ha vanificato l’immane lavoro dei suoi. Il francese è troppo più veloce in volata e dunque il destino della tappa già allo scollinamento è segnato. Nella breve discesa rientrerà su di loro lo sloveno Polanc, ma ciò non impensierirà per nulla Alaphilippe che in volata disporrà dei due a piacimento. Con il senno di poi, forse eccessivamente spavalda la tattica dei Bora di puntare esclusivamente su Majka, rinunciando a priori all’ alternativa dell’eccellente Buchmann. Avranno tutto il tempo per pensarci, non so se invece avranno le opportunità per rimediare. Spostandoci a quel che è accaduto nel gruppo dei migliori, è chiaro che in salita al momento vige un regola chiara. Non prenderle.

In questa prima fase della Vuelta la supremazia di Froome quando la strada sale è evidente. All’ inizio dello strappo è Simon Yates a cercare un po’ di spazio per una difficile risalita in classifica, poi cominciano a muoversi con cautela anche Woods e Contador. Il capoclassifica aspetta pazientemente che le forze comincino a sedimentare. Si muoverà a partire dai due chilometri dallo scollinamento costringendo uno alla volta tutti i suoi avversari alla resa. Tutti ad eccezione di Contador, distanziato solo di pochi metri sul GPM. Tre chilometri più avanti insieme taglieranno il traguardo, anticipando di 17’’ il gruppetto di Nibali, Aru, Chaves e Zakarin. Pochi secondi guadagnati dall’inglese che però al momento certificano la sua supremazia. La nuova generale vede Froome sempre al comando con 28’’su Chaves, terzo è Roche a 41’’, quarto Nibali a 53’’. Aru risale in sesta a 1’06’’.

Nibali ed Aru hanno tutto sommato corso bene, non sprecando e limitando i danni. Il primo ha dato l’impressione di essersi avvicinato a Froome, cedendo solo negli ultimi cinquecento metri di salita. Tuttavia è indubbio che al momento gli manca ancora un gap da colmare. Guardando il bicchiere mezzo pieno possiamo dire che siamo solo alla fine della prima settimana. Un accenno dovuto alla bella prestazione di Contador, su questa pagina definito un ex dopo la scoppola rimediata sulla Comella. Al momento sembra l’unico in grado di contrastare in salita Froome e potrebbe condizionare il risultato finale della corsa vista la condizione palesata, visto che non ha nulla da perdere e che l’attendismo non fa parte del suo linguaggio. Alla faccia dell’ex! Chiedo umilmente venia.

La nona tappa, da Oriuhela a Cumbre del Sol di 174 km, presenta un epilogo per certi versi simile a quello odierno. Lo strappo al termine del quale è posto l’arrivo, 4 km al 9,1%, assomiglia al muro di Xorret del Catì. Per l’andamento della corsa vedremo cosa penseranno di fare Sky e Trek. I leader dei due team sono fra i più titolati al successo parziale e lo spettacolo più raffinato passa dalla lotta fra i migliori della generale.
Da questa regola non si sfugge.
Per gli altri uomini di classifica, in ogni caso, dovrebbe valere più o meno quel che valeva oggi.

Cercare di non prenderle!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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