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Ho riletto le considerazioni fatte l’anno scorso dopo la prima di campionato. Era stata battuta nettamente e con merito la Juve Stabia che, poi, ha avuto modo di rivalersi, con gli interessi, classificandosi meglio del Catania ed eliminandolo, pur senza batterlo (e in virtù della regola che premiava chi era nella condizione prima indicata) negli spareggi per la promozione cui i nostri erano arrivati con le bombole dell’ossigeno vuote.

Esultanza dei rossazzurri (Ph. calciocatania)

Stavolta, i “rossocelesti”, alla “prima” con il Racing Fondi, non hanno bissato il risultato; speriamo che, non bissino neanche gli esiti finali. La squadra, per larghi tratti, ispirata da Lodi (sinché ha avuto carburante), ha giocato un buon calcio ma, al termine, solo fumo e poco arrosto. Sfortuna (centotredici tiri con infiniti rimpalli e ottime parate del giovane ospite Elezaj)? Arbitraggio (non ho capito, tanto per rimanere nel non opinabile, come possa aver dato solo quattro minuti di recupero, a fronte di dieci sostituzioni – seppure con tre sole interruzioni per ogni squadra, come da nuovo regolamento – una rete e tanta artata quanto evidente altrui perdita di tempo)? Condizione atletica?

Se – malgrado le “bocche di fuoco” schierate (ovviamente, non ancora in piena forma), meno Anastasi, il neo-imprestato Ze-Turbo e il “fantasma” Pozzebon (neanche convocato) – trasformi solo una volta in prodotto finito tutto il lavoro industriale di Lodi e compagni, mentre i tuoi avversari, con un’accorta difesa, un centrocampo “di disturbo”, un paio di buoni giocatori (il noto De Sousa su tutti) rischiano persino di mandarti al tappeto (grazie, ancora una volta, San Matteo!) con due-tre opportunità appena, ci sarà un motivo… È vero che Ripa dentro l’aveva spinta ma – ahinoi! – con la mano, beccandosi pure il “giallo”.

Giorgio Michelotti

Condizione atletica a parte, sembra che la squadra in questo momento abbia alcune carenze: detto dell’attacco, c’è qualcosa in difesa che non funziona perfettamente; e questa condizione facilita il ricordo di Bergamelli che usciva imperiosamente, a testa alta e palla al piede, per rilanciare le azioni in un tempo in cui, purtroppo era “vox clamantis in deserto (“parrava ‘o ventu”)”; Da Silva, che pure ha recuperato un sacco di palloni e in qualche momento ha deliziato i palati, è finito con lo spegnersi ostinandosi – ultra petita(“cu cci l’hava ddumannatu?”) – in sterili palleggi, regolarmente (o quasi) vanificati dalla concretezza altrui. Né Mazzarani, subentrando, ha fatto meglio; anzi! Così, una modesta compagine, pesantemente afflitta da traversie societarie, ha portato via un preziosissimo punto (per loro, meglio della Coppa Campioni); mentre la squadra “resuscitata” dal livornese Lucarelli (i guardialinee, per l’occasione, erano pisani! Ah, ah, ah…!) ne ha persi due e non ha potuto onorare adeguatamente il ricordo del grande Giorgio Michelotti cui è stato dedicato un minuto di silenzio (condiviso con le vittime del terremoto di Ischia) e il lutto al braccio.

Il Catania 2017-2018 contro il Racing Fondi (Ph. calciocatania)

Ciononostante, il Catania ha raccolto incitamenti e applausi dal pubblico, numericamente non male. È stato il premio per l’impegno profuso e per la qualità complessivamente mostrata: il ricordo di verticalizzazioni come quelle viste con i laziali, risaliva alla notte dei tempi. Un segnale positivo che va alimentato durante questo lungo e arduo cammino in cui, con la riammissione della simpatica Vibonese dell’etneo Caffo (produttore di uno dei miei amari preferiti), le squadre sono ritornate a essere venti e l’abbonamento a valere per quanto pagato. Il tabellone, bene o male, ha funzionato, la diffusione sonora continua a essere inudibile, l’organo ufficiale solo virtuale e il terreno di gioco aspetta tempi migliori. Come tutti noi.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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