Cronaca

La mattina di domenica 17 settembre numerosissimi fedeli cattolici srilankesi di Catania, dell’hinterland metropolitano etneo nonché di folte delegazioni di altre comunità cattoliche srilankesi, nel tipico costume proprio delle etnie di provenienza e residenti stabili nella Sicilia Orientale, con i loro sacerdoti cappellani, hanno celebrato in massa nel Duomo catanese, come vuole una recente e ben radicata tradizione locale, l’ultima festa dell’anno liturgico in onore di Sant’Agata vergine e martire, venerata comune santa Patrona principale della città e dell’Arcidiocesi metropolitana.

   Sotto un caldo sole di fine estate, a cura dell’Ufficio diocesano per la Pastorale delle Migrazioni, diretto dal diacono don Giuseppe Cannizzo, dall’artistica e storica chiesa confraternale vaccariniana intitolata alla compatrona secondaria di Catania “Santa Maria dell’Ogninella”, affidata alle cure del solerte governatore, geom. Giovanni Gugliemino, si è snodata la caratteristica processione dei fedeli srilankesi (Cingalesi e Tamil), tra i quali molti bambini e giovani, per via Euplio Reina, piazza Università, via Etnea e piazza Duomo. I pellegrini devoti hanno festosamente scortato un piccolo simulacro di Sant’Agata, copia miniaturizzata del venerato e celebre busto reliquiario processionale della Protomartire catanese.

  Sul sagrato della basilica Cattedrale, tutti i pellegrini, guidati dal sacerdote padre Christie Perera, cappellano etnico della comunità srilankese di Catania presso la chiesa “Santa Maria dell’Ogninella”, sono stati accolti con cordiali saluti di benvenuto dal parroco e delegato arcivescovile mons. Barbaro Scionti e ammirati dai tanti turisti che gremivano la piazza e il giardino del Duomo. Sia mons. Scionti che mons. Perera e il direttore Cannizzo hanno ricevuto all’ingresso in Cattedrale una ghirlanda di fiori che hanno cinto al collo in segno di amicizia e di festa.

   Momento molto toccante è stata la rituale e simbolica accensione del <Lume> tradizionale con il devoto omaggio floreale a Sant’Agata, seguito dalla solenne concelebrazione della santa messa della domenica XXIV per annum in lingua cingalese presieduta da mons.Neville Joe Perera, coordinatore nazionale delle comunità cattoliche dello Sri-Lanka in Italia, con l’animazione musicale e canora dei canti liturgici eseguiti con propri strumenti dalla Corale giovanile cingalese.

   A conclusione della liturgia eucaristica, il diacono Cannizzo, a nome dell’arcivescovo metropolita mons. Salvatore Gristina e dell’Ufficio Diocesano Pastorale Migrantes, ha salutato cordialmente i devoti pellegrini convenuti molto numerosi nella nostra Cattedrale dopo la festosa partecipazione alla processione e in particolare mons. Joe Neville Perera e i sacerdoti concelebranti Christie Perera, Neville Perera, cappellano etnico presso la chiesa “Sant’Elia” di Messina, Sachita Fernando, cappellano della comunità etnica di Siracusa, e i suoi confratelli diaconi permanenti don Santo Rizzo, don Giuseppe Calantropo e don Carmelo Patronaggio. Un sentito ringraziamento al geom. Giovanni Gugliemino, dirigente della Confraternita “San Sebastiano e San Michele Arcangelo” per la <sua sensibilità, accoglienza e disponibilità verso i fratelli srilankesi, che consente, ormai da diversi anni, alla comunità cattolica srilankese lo svolgimento delle celebrazioni nella chiesa “Santa Maria dell’Ogninella”>.

  “La Parola di Dio proclamata -ha precisato il dott. Cannizzo- ci invita al perdono e alla conversione del cuore. Per convertirci occorre ascoltare con attenzione la Parola di Dio, permetterle di penetrare nel profondo del nostro cuore, perché possa trasformare radicalmente ed incondizionatamente tutta la nostra esistenza e scoprire la vera radice della fraternità e dell’accoglienza che riguarda tutti gli uomini con la condivisione del pane quotidiano, materiale e spirituale, di chi è costretto forzatamente a fuggire da situazioni di degrado, di violenza e di persecuzione”.

   “La Chiesa -ha aggiunto- come madre si prodiga per offrire accoglienza, consolazione e conforto ed è chiamata ad essere popolo di Dio che abbraccia tutti i popoli e porta a tutti i popoli l’annuncio del Vangelo, rivelando il volto di Cristo, poiché nel volto di ogni persona è impresso il volto di Cristo. Gesù Cristo, dunque, è sempre in attesa di essere riconosciuto nei migranti, nei profughi e negli esuli”. “Che Sant’Agata – ha concluso- ci soccorra e ci protegga per costruire un mondo fraterno esente da pregiudizi razziali, perché possiamo portare la testimonianza della presnza di Cristo risorto, Principe della pace”.

   Al termine della celebrazione il padre coordinatore si è intrattenuto affabilmente con i fratelli laici srilankesi per lo scambio augurale dei saluti in piazza Duomo. L’agape fraterna dei pellegrini provenienti dalle comunità di Messina, di Siracusa e di Caltagirone è stata simpaticamente ospitata presso l’Oratorio salesiano “San Filippo Neri” di via Teatro Greco e degli altri gruppi presso il Parco Comunale del “Tondo Gioeni”.

 Antonino Blandini

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