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Il Salone Bellini di Palazzo degli Elefanti di Catania ha ospitato lo scorso 4 Novembre il concerto-studio “Farinelli e il  Re” della drammaturga Claire van Kampem, diretto da Fabio Grossi e tradotto da Monica Capuani, evento prodotto dallo “Stabile” etneo e che anticipa la nuova produzione che è in lavorazione da parte del regista ed ideatore Fabio Grossi e che sarà prodotta per l’attore catanese Leo Gullotta e rappresentata nei maggiori teatri italiani nella stagione 2018/2019.

Da precisare che si tratta in realtà, in una ambientazione suggestiva come quella del Salone Bellini, di un sorta di reading open space, con tanto di scena e costumi e tutto in previsione dell’opera vera e propria.

Fabio Grosso e Leo Gullotta (Ph. Antonio Parrinello)

“Farinelli e il Re” è un’opera drammatica che prende spunto da fatti realmente accaduti ed è ambientata in Spagna nell’arco temporale che va dal 6 Settembre 1724 al 9 Luglio 1746. La vicenda è incentrata sul nevrastenico re spagnolo Filippo V ed il celebre cantante castrato Carlo Broschi, in arte Farinelli.  Oltre alla profondità ed alla stravaganza del re – Leo Gullotta, che si ritrova a parlare anche con un pesciolino rosso, la storia narrata mette in risalto l’intelligente e avvenente regina Isabella Farnese, il Farinelli attore e cantante, le magagne del ministro Don Sebastian De la Quadra, le osservazioni del medico di corte. In evidenza soprattutto la musica che regna sovrana  e che coinvolge il pubblico grazie alla minima distanza con gli attori per la mancanza di quinta e di palcoscenico.

Il cast ed il regista di “Farinelli e il Re” (Ph. Antonio Parrinello)

Molto gradita dal pubblico l’interpretazione di Leo Gullotta nei panni di Filippo V re di Spagna, ma anche il resto del giovane cast si è ben disimpegnato a cominciare dalla convincente Lucia Fossi (l’intelligente Isabella Farnese) e per continuare con Mauro Racanati (Farinelli attore), Francesco Divito (Farinelli cantante), Luca Iacono (Metastasio), Valerio Santi (Don Sebastian De la Cuadra) e Federico Fiorenza (Dottor Josè Cervi). Per quanto riguarda la parte musicale apprezzati Luca Ambrosio al clavicembalo, affiancato da Francesco Musumeci (violino), Flavia Piluso (violoncello) e Martina Scarpuzza (violino).

Il concerto-studio, visto l’esiguo numero dei posti al Salone Bellini, è stato anche proiettato su uno schermo gigante posto in piazza Università. Il reading open space  – in attesa dello spettacolo vero e proprio – ha coinvolto il pubblico che, alla fine, ha applaudito, convinto, sia dal camaleontico Leo Gullotta e dall’intero cast ma, soprattutto, dalla autentica fusione tra storia, drammaturgia, canto e musica.

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