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Mercoledì 15 novembre, memoria liturgica della beata madre Maddalena Morano, apostola salesiana della Sicilia, figlia di Maria Ausiliatrice, catechista, insegnante, educatrice che ha operato tra i ceti popolari e beatificata a Catania il 5 novembre 1994. Nell’istituto Maria Ausiliatrice al Borgo, sede dell’Ispettoria titolare, alle 7 s. messa; alle 19.20 adorazione eucaristica e vespri della ricorrenza della venerata prima ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la “maestra nata” venuta da Torino su mandato dei santi fondatori Giovanni Bosco e Maria Domenica Mazzarello. L’istituto Don Bosco al Canalicchio, la Casa S. Giovanni Bosco di Leucatia-Barriera, la Casa Famiglia Beata Morano al Borgo, la Casa Giovanni Paolo II a Librino terranno momenti di preghiera.

La Beata Morano e Catania

Il 26 marzo 1908, all’età di 61 anni, nell’istituto Maria Ausiliatrice moriva la beata Maddalena Caterina Morano, la prima ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Sicilia. Cinquant’anni dopo la Congregazione per le Cause dei Santi emise il decreto per l’approvazione degli scritti e, nel 1988, ne riconobbe l’eroicità delle virtù; in seguito all’approvazione, nel 1994, di un miracolo attribuito alla sua intercessione con la guarigione di una consorella, suor Giovanna Platania di Aci Sant’Antonio, il 5 novembre 1994 è stata beatificata dal servo di Dio Giovanni Paolo II in occasione della visita apostolica a Catania.

   Nata a Chieri il 15 novembre 1847, da famiglia modesta trasferitasi a Buttigliera d’Asti, Maddalena a 8 anni rimase orfana di padre. A 10 anni, ricevette la Prima Comunione ed iniziò a lavorare in casa da tessitrice. Ad appena 14 anni, ebbe la cura dell’asilo parrocchiale e successivamente conseguì il diploma magistrale. Avvertita la vocazione religiosa, andò a consigliarsi con Don Bosco che la dissuase dal farsi monaca e, tramite don Giovanni Cagliero, l’invitò ad entrare tra le FMA. A 32 anni, ricca di esperienza e di abilità educativa, emise la professione religiosa chiedendo a Dio di morire solo quando fosse già santa; dalla confondatrice s. Maria Domenica Mazzarello ebbe posti di responsabilità.

   Nel settembre 1881 fu mandata in Sicilia, dove nel febbraio dell’anno prima le “suore continentali” FMA erano state chiamate “con urgenza somma”, unitamente ai Salesiani, nell’arcidiocesi di Catania dall’arcivescovo mons. Giuseppe Benedetto Dusmet. che affidò loro la direzione dell’orfanotrofio “Duchessa di Carcaci”; nell’ottobre del 1880 le suore avrebbero fondato a Bronte il Collegio di Maria. In qualità di “patentata”, suor Morano fu nominata direttrice del Conservatorio delle Vergini di Trecastagni, sede di scuole elementari e giardino d’infanzia e poi di Noviziato; ben presto fondò un piccolo collegio a Nunziata di Mascali. Non curanti dell’iniziale diffidenza del popolo e dell’avversione massonica, le FMA, con competenza ed amabilità, si diffusero soprattutto nella Sicilia orientale dove furono presenti, ma non solo, nelle scuole di vario ordine e grado. Madre Maddalena divenne presto popolare per la capacità apostolica e professionale trainante, per la santità di vita, per l’inventiva incisiva ed intelligente; si fece siciliana contribuendo decisamente al miglioramento della condizione della donna, in una società fortemente maschilista.

   Sotto la sua direzione le salesiane ebbero affidato a Catania: nell’agosto 1888, il Conservatorio delle Verginelle di S. Agata dal cav. Giuseppe Asmundo dei Principi di Gisira; nell’ottobre dello stesso anno, l’oratorio festivo, un piccolo laboratorio, il servizio di cucina e il guardaroba al S. Filippo Neri; nel 1892, la cura della cucina, del laboratorio e della lavanderia presso i Salesiani di Cibali. Madre Morano, nel 1896, fondò il Convitto per 18 Normaliste in due stanze e una cucinetta di via S. Barbara, trasferendolo successivamente in un appartamento affittato in via S. Maria dell’Aiuto. Nel marzo 1901, suor Morano trovò al Borgo un vasto terreno con l’immagine della S. Famiglia dentro una nicchia: lì fondò l’istituto Maria Ausiliatrice di via Caronda che fu inaugurato il 18 marzo 1903 e intitolato a s. Giuseppe. Nelle scuole delle suore divenne centrale la catechesi, unita ad una seria istruzione e alla moralità ed educazione cristiana. Dal card. Giuseppe Francica Nava fu nominata direttrice della sezione femminile dell’Opera dei catechismi parrocchiali da lei fondata e che aprì, con agilità e coraggio, in un clima gioioso di stile salesiano, alla dimensione sociale della fede.

   Tutte le scuole parrocchiali di catechismo dipendevano da lei, anche se ancora in diocesi non erano state erette canonicamente le parrocchie. Il primo parroco che invocò la presenza delle suore catechiste preparate dalla Madre fu quello dei SS. Filippo e Giacomo in via Auteri, seguì quello dei SS. Cosimo e Damiano. L’apostolato di suor Maddalena era di carattere eminentemente educativo con la cura di scuole, collegi, laboratori, educandati, oratori festivi. Il cardinale non esitò ad invitarla e a parlare ai sacerdoti nelle loro riunioni, suscitando un certo scandalo! L’apostolato della Morano si inseriva sulla scia tracciata, nella seconda metà del Settecento, dal vescovo Salvatore Ventimiglia, il quale aveva voluto un compendio di catechismo in dialetto, riedito nel 1868 dal beato Dusmet. Dopo tanto lavoro benedetto dalla Provvidenza, all’inizio del 1908 arrivò per lei l’obbedienza del trasferimento lontano dalla Sicilia. Già ammalata e un po’ triste nel cuore, si preparò a compiere la volontà dei superiori avendo la gioia di partecipare alla cerimonia tenutasi a Catania il 9 febbraio per la venerabilità di Don Bosco. Il 15 marzo tenne l’ultima conferenza ricordando i doveri di carità e di servizio verso le ragazze. Il 22 s’aggravò soffrendo molto e spirò santamente il 26. L’indomani mattina accorse una moltitudine di gente per vedere per l’ultima volta la venerata Madre esposta in parlatorio. Alle 3 del pomeriggio, un imponente e devoto corteo funebre–durato due ore e mezzo!- s’avviò alla stazione per portare ad Alì Marina, scortata dalle direttrici, la salma di suor Maddalena. Tutto il paese accolse la spoglia benedetta che fu deposta nella cappella del collegio da lei fondato nel 1890 per le elementari e il noviziato. Il 28 marzo furono celebrate solenni esequie, dopo le quali una folla enorme accompagnò il feretro al cimitero.

   Durante l’intenso, fecondo ed appassionato apostolato in Sicilia come ispettrice, direttrice, insegnante e maestra delle novizie, la beata fondò 19 case, 6 scuole, 12 oratori, 5 asili, 4 convitti, 11 laboratori, 3 scuole di religione. Il beato Dusmet aveva affermato di non aver conosciuto una donna più attiva, energica, affabile e pia della Morano, la quale, a sua volta, alla morte del santo cardinale aveva predetto: “Avrà l’onore degli altari!”. Tutti coloro che avevano conosciuto Madre Morano erano rimasti ammirati dell’attività di questa donna buona e dinamica, dicevano di lei: quand’era ancora in vita: “E’ una donna straordinaria!”.

Antonino Blandini

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