Cultura

Beata Maria Vergine di Loreto Patrona dell’Aeronautica Militare e dell’Aviazione dell’Esercito

San Giovanni Paolo II, riferendosi alla Santa Casa di Loreto, ebbe a dire che <<quello Lauretano è un Santuario mirabile. In esso è inscritta la trentennale esperienza di condivisione, che Gesù fece con Maria e Giuseppe. Attraverso questo mistero umano e divino, nella casa di Nazaret è come inscritta la storia di tutti gli uomini, poiché ogni uomo è legato ad una ‘casa’, dove nasce, lavora, riposa, incontra gli altri e la storia di ogni uomo, è segnata in modo particolare da una casa: la casa della sua infanzia, dei suoi primi passi nella vita. Ed è eloquente ed importante per tutti che quest’Uomo unico e singolare, che è il Figlio unigenito di Dio, abbia pure voluto legare la sua storia ad una casa, quella di Nazaret che, secondo il racconto evangelico, ospitò Gesù lungo l’intero arco della sua infanzia, adolescenza e giovinezza, cioè della sua misteriosa maturazione umana… La casa del Figlio dell’uomo è dunque la casa universale di tutti i figli adottivi di Dio. La storia di ogni uomo, in un certo senso, passa attraverso quella casa…>>[1].

Papa Clemente V (1264 –1314), con la bolla del 18 luglio 1310, confermò indirettamente l’autenticità della Santa Casa; i papi, nei secoli successivi confermarono nuovamente la loro devozione alla Vergine Lauretana, specie in drammatiche circostanze. Ma le origini dell’antica e devota tradizione della traslazione della Casa dalla Palestina a Loreto risalgono al 1296, quando in una visione ne era stata indicata l’esistenza e l’autenticità ad un eremita, fra’ Paolo della Selva, e da lui riferita alle autorità ecclesiastiche. Questa storia è raccontata da una cronaca del 1465, redatta da Pietro di Giorgio Tolomei, detto il Teramano, che a sua volta scrisse un resoconto desunto da una vecchia tabula risalente al 1300 e, successivamente, ampliato da Gerolamo Angelita, divenne popolare. Secondo questo racconto, già gli apostoli e i discepoli di Gesù avrebbero voluto trasformare in santuario la casa della Vergine ma, caduta Nazaret nelle mani dei musulmani e divenuto intollerabile il loro dominio, questa casa sarebbe stata trasportata dagli angeli prima in Dalmazia (1291), poi presso una selva di Ravenna (1294) e infine a Loreto (1295). E’ evidente che Tolomei e Angelita attinsero a voci e leggende che circolavano ai loro tempi, senza alcun fondamento storico. Tuttavia questo racconto ebbe fortuna nell’immaginario popolare, mentre i papi che concessero privilegi al santuario, Giulio II (1443 –1513) e Leone X (1475-1521), che fece erigere una cinta fortificata intorno al complesso, facendone in pratica un vero e proprio castello, si limitarono a giudicarlo una <<pia credenza>>.

La costruzione del grandioso santuario, che racchiude la Santa Casa, venne iniziata a nel 1468 da papa Paolo II. In breve tempo questo luogo diventò ed è, secondo una felice definizione di san Giovanni Paolo II, il <<cuore mariano della cristianità>>. L’interno del Santuario ebbe varie trasformazioni a cui lavorarono insigni artisti come Giuliano da Sangallo (1445-1516), che innalzò la solenne cupola, il Bramante (1444-1514), Antonio da Sangallo il Giovane (14841546), Jacopo Sansovino (1486-1570), Luigi Vanvitelli (1700-1773). Per la facciata, nel 1571 lavorò Giovanni Boccalini da Carpi e, nel 1587, Giovan Battista Chioldi. Come pittori portarono la loro arte, per citarne alcuni, Melozzo da Forlì (14381494), Luca Signorelli (1445ca.–1523), Lorenzo Lotto (1480, -1556), Cristoforo Pomarancio (1553ca.–1626). L’interno del Santuario, che è a croce latina a tre navate, sotto la grande cupola ospita la Santa Casa, letteralmente coperta lungo le pareti esterne da un rivestimento marmoreo, arricchito da preziose statue di sibille e di profeti di Giovani Battista Della Porta (1542-1597), alloggiate nelle nicchie.  I bassorilievi in marmo, che raccontano episodi della vita di Maria dalla natività al transito, e quelli  in bronzo, che ci mostrano alcuni episodi della vita di Gesù, sono opera dello stesso Sansovino e di altri artisti. Un incendio, sviluppatosi all’interno della Santa Casa nel 1921, la danneggiò gravemente distruggendo anche la venerata immagine lignea della Madonna, sostituita poi da una copia con il volto nero, come l’originale, reso scuro dal fumo delle lampade. Anche la città di Catania conserva una fedelissima copia della Santa Casa di Loreto, annessa al santuario della Madonna dell’Aiuto, fatta costruire dal Canonico della Cattedrale Pietro Lauria nel 1740. In questo luogo di preghiera, i militari del 41° Stormo Antisom di Sigonella, il 10 dicembre di ogni anno, accompagnati dai loro Cappellani Militari, prima da Mons. Salvatore Genchi, oggi Vicario Generale della Diocesi di Catania,  e dall’attuale Don Giovanni Salvia, celebrano la festa della Santa Patrona.

La solennità della Vergine Lauretana la Chiesa Cattolica la ricollega alla tradizione secondo cui il 10 dicembre 1295 la Santa Casa arrivò a Loreto.

Il santo padre Benedetto XV (1914-1922), accogliendo il desiderio dei piloti che combatterono nella prima guerra mondiale (1914-1918), e in considerazione della traslazione della Santa Casa dalla Palestina a Fiume e poi a Loreto, il 24 marzo 1920, con il suo Breve Pontificio proclamò la Madonna di Loreto celeste Patrona presso Dio di tutti gli aviatori.


Il Beatissimo Nostro Signore Benedetto XV, papa, accogliendo assai volentieri i supplici voti di alcuni vescovi e di altri fedeli, a lui presentati dal sottoscritto Cardinale Prefetto della Sacra Congregazione dei Riti, con la sua suprema autorità ha dichiarato e costituito la Beatissima Maria Vergine, denominata di Loreto, principale Patrona presso Dio di tutti i viaggiatori in aereo. Nonostante ogni altra cosa in contrario.

Roma 24 marzo 1920

Cardinale Antonio Vico

 Prefetto della Sacra Congregazione dei Riti

 

 

 PREGHIERA DELL’AVIATORE

Dio di potenza e di gloria, che doni l’arcobaleno ai nostri cieli, noi saliamo nella Tua luce per cantare, con il rombo dei nostri motori, la Tua gloria e la nostra passione.

Noi siamo uomini, ma saliamo verso di Te, dimentichi del peso della nostra carne, purificati dei nostri peccati.

Tu, Dio, dacci le ali delle aquile, lo sguardo delle aquile, l’artiglio delle aquile, per portare, ovunque Tu doni la luce, l’amore, la bandiera, la gloria d’Italia e di Roma.

Fa, nella pace, dei nostri voli il volo più ardito: fa, nella guerra, della nostra forza la Tua forza, o Signore, perché nessuna ombra sfiori la nostra terra. E sii con noi, come noi siamo con Te, per sempre.

Questa Preghiera è incisa sulla targa in bronzo nella sede dello Stato Maggiore dell’Aeronautica di Roma.

 

Basilica della S. Casa di Loreto – Marche

PREGHIERA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO

Signore della terra, del mare e del cielo, noi baschi azzurri dell’Aviazione dell’Esercito, a te ci rivolgiamo con fede e fiducia.

Accogli la nostra preghiera quando leviamo, con slancio generoso, i nostri mezzi nel Tuo cielo. Illumina la nostra vita, dà rettitudine al nostro operare. Benedici noi del rischio che consapevolmente affrontiamo ogni giorno.

Aiutaci, o Signore, a servire con impegno la nostra Patria, a proteggere i nostri fratelli in necessità e pericolo.

Per intercessione di Maria Vergine Lauretana, benedici, o Signore, l’Italia nostra, le nostre famiglie, le spose ed i figli che attendono il nostro ritorno.

Ti preghiamo di accogliere per l’eternità nel tuo regno tutti i baschi azzurri caduti nell’adempimento del dovere. Amen.

 

La Santa Casa di Loreto – 1740
Parrocchia- Santuario Santa Maria dell’Aiuto di Catania

 

 Diac. Sebastiano Mangano

[1] Giovanni Paolo II, Lettera per i VII Centenario lauretano, indirizzata a mons. Pasquale Macchi, arcivescovo di Loreto, il 15 agosto 1993.

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