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Proseguono fino al 17 Dicembre (per poi riprendere dal 4 al 7 Gennaio) al Teatro Brancati di Catania, nell’ambito della stagione di prosa 2017-2018, le repliche della commedia in tre atti “Ma non è una cosa seria” di Luigi Pirandello, scritta tra il 1917 e il febbraio 1918 e tratta dalle novelle “La Signora Speranza” (1902) e “Non è una cosa seria” (1910). Al centro della commedia e della vicenda pirandelliana c’è una morale – svelata alla fine – ovvero che “la vita non è una cosa seria”.

La storia raccontata nella commedia è incentrata sulla paradossale decisione presa da Memmo Speranza di ammogliarsi per non correre il rischio di ammogliarsi e cioè contraendo un matrimonio apparente, valido solo sul piano giuridico, con Gasparina Torretta, proprietaria di una pensione, donna umile e sottomessa che vive nella convinzione di non avere nessuna attrattiva per fare innamorare gli uomini.

Memmo, appena scampato alla morte nell’ultimo duello con un mancato cognato, scapestrato Don Giovanni, con una tipica trovata pirandelliana, decide di ricorrere al singolare espediente proprio per evitare di correre ulteriori rischi matrimoniali con relative complicazioni. La decisione è suffragata da una serie di ragionamenti assurdi per il senso comune, ma di per sé concreti e validi, soprattutto in relazione alla natura di Memmo, che è “come la paglia” e prende fuoco subito mettendosi nei guai. Una volta che risulterà sposato avrà più difese e più libertà d’azione. Il matrimonio con Gasparina non è una cosa seria, ma è serissimo il patto che stringe con lei di consentirle una vita serena e agiata in una casetta in campagna di sua proprietà, sottraendola alle fatiche della pensione.

Il matrimonio è deciso allegramente da Memmo insieme con gli avventori della pensione che partecipano al gioco e scommettono che non si verificherà. Tra questi c’è il vecchio signor Barranco, innamorato di Gasparina, che invano si oppone a quello che giudica uno scherzo di cattivo gusto. Poco dopo Memmo si pentirà della pazzia perché tornato ad innamorarsi della donna che aveva abbandonato, ma la volubilità di Memmo lo porterà, nel finale, a innamorarsi di Gasparina, di una donna insignificante e trasandata, che ora si è trasformata ed è diventata bella e desiderabile.

I protagonisti di “Ma non è una cosa seria”

In tre scorrevoli atti, con la scena di Susanna Messina ed i costumi delle Sorelle Rinaldi, la puntuale ed attenta regia di Romano Bernardi ben orchestra l’assortito cast, rendendo merito – con una fedeltà al testo – ad un Pirandello più docile e più leggero. Cast all’altezza ed equilibrato nella recitazione, guidato dai due protagonisti, Gasparina Torretta (una intensa e convincente Debora Bernardi) e Memmo Speranza (il volubile e credibilissimo Filippo Brazzaventre), accompagnati sulla scena da un superbo Sebastiano Tringali nei panni dello scorbutico e balbuziente signor Barranco (vedovo benestante e segretamente innamorato di Gasparina), da Maria Rita Sgarlato (la maestrina Terrasi), da Salvo Scuderi (il professor Virgadamo), da Riccardo Maria Tarci (il sorridente Magnasco) e da Camillo Mascolino (il polemico Grizzoffi). A completare il cast la disinvolta Evelin Famà (Loletta Festa), Lorenza Denaro (Fanny Martinez), Riccardo Vinciguerra (Vico Lamanna), Gianmarco Arcadipane (Celestino, il cameriere) e Maria Iuvara (Rosa).

Reiterati applausi a fine spettacolo per il regista Romano Bernardi, autentico maestro e signore della scena e per la compagnia che ha dato vita ad uno spettacolo davvero elegante e piacevole, proponendo un Pirandello meno caustico e lacerante del solito e più ilare. Repliche al Teatro Brancati fino al 7 Gennaio 2018.

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