Cronaca

E’ sotto gli occhi di tutti, abbagliati da luci, suoni diffusi da uno stucchevole lancio pubblicitario e mercantile, il consumismo dilagante ed ossessionante che svilisce ed offende la sacralità del Natale e il sentimento religioso del popolo cristiano. Eppure s’avvertono segni positivi, anche se non riferibili certamente alle vetrine che esibiscono persino il presepio per attirare clienti, distratti dal traffico, molti dei quali per motivi finanziari, di salute, di lavoro rimangono intristiti nelle loro preoccupazioni quotidiane sempre più incombenti per la crisi globale causata. Ciò è causato dalla mancanza di etica pubblica come richiama spesso il Papa. I segni positivi, al di là di alberi buttati a rinsecchire, inquinati dallo smog, possiamo trovarli nelle chiese dove tornano i presepi che accompagnano la ripresa della popolare pratica della Novena di Natale, ormai scomparsa nell’ambiente domestico della nostra tradizione pastorale e contadina in cui il suono delle ciaramelle, le litanie dei “nanareddi”, l’addobbo della “cona” della S. Famiglia, la luce delle candele avevano un significato percepibile da tutti, che veicolava il messaggio di fraternità, di semplicità e di autenticità del Natale. Le iniziative oggi portate avanti da parrocchie, oratori e comunità educanti cattoliche mirano a ridare, con formule nuove di comunicazione del sacro, un contenuto al grande vuoto creatosi col neopaganesimo causato dal progresso della seconda metà del Novecento.

 Liturgie penitenziali, veglie di preghiera, ritiri comunitari, conferenze ed incontri culturali, celebrazioni della Parola di Dio, paraliturgie prenatalizie, presentazione di libri e di film sul Natale, doni di giocattoli (S. Nicola e S. Lucia), raccolta di vestiario e di alimenti, concerti di musiche sacre, teatro, gare poesie, corona d’Avvento, danze, recital e musical ispirati al messaggio religioso e cosmico della Nascita di Gesù, mostre di artigianato e sagre di dolci e di prodotti alimentari della nostra tradizione, tombole, sacre rappresentazioni, cantate popolari, sono tutte lodevoli iniziative che cercano di richiamare ai valori della famiglia, dell’amicizia, della fraternità e della solidarietà verso gli anziani, i malati, i poveri, gli “estranei”…

 I parroci sono impegnati a recuperare nelle omelie e nei segni che sempre più si trovano nelle chiese durante le celebrazioni vigiliari e domenicali, il ricco messaggio della Liturgia d’Avvento, minacciata di essere travolta da una “semplice preparazione al Natale”: l’Avvento ha un suo preciso significato storico-teologico che non deve essere perso, un suo ruolo nell’anno liturgico e sta al Natale come la Quaresima alla Pasqua. Nella sua catechesi itinerante, che a dicembre diventa intensissima, il ministero di paternità e di carità dell’arcivescovo incontra diverse realtà: giovani, universitari, studenti, lavoratori, religiose, club, ordini cavallereschi, operatori sociali, economici.

 Coinvolte anche le scuole per manifestazioni attorno all’Albero di Natale rivalutato nel suo simbolismo cristiano. Operativi al massimo istituti educativi assistenziali, Caritas, organismi di donazione di sangue, movimenti ecclesiali laicali, gruppi di volontariato per la solidarietà verso i bisognosi, con mense festive e offerta di pacchi dono. Ben vengano queste attività, anche se coniugate con quelle pubbliche promosse dal Comune e da altri enti.

 In Avvento si moltiplicano le iniziative di beneficenza anche a cura di istituti di vita consacrata, con mostre di presepi e icone, fiere di prodotti confezionati in casa, recite di bambini e concerti, che giustamente proseguono nel tempo natalizio vero e proprio, soprattutto nei giorni tra l’ottava di Natale, ingiustamente dimenticati e trascurati ma ricchi di richiami teologici, ecclesiali ed agiografici: le feste liturgiche dei primi testimoni del Redentore, s. Stefano protomartire, s. Giovanni apostolo, santi Innocenti Martiri, nonché della S. Famiglia, del SS. Nome di Gesù, dei santi padri e dottori orientali, Basilio Magno e Gregorio Nazianzeno. Il tempo di Natale ha bisogno di una rivalutazione ecclesiale dal momento che l’attenzione influenzata dalla pubblicità commerciale-consumistica si è concentrata sul “prima”, che ha perso i connotati dell’Avvento, dell’Attesa, della Speranza, per essere chiamato erroneamente “tempo natalizio” o con la brutta espressione di “sotto Natale”. Ciononostante si svolgono manifestazioni veramente cristiane e, perciò, correttamente prenatalizie, costituendo momenti significativi dell’Evento che ricorda l’inizio della libera auto-comunicazione di Dio, che i cristiani riconoscono avvenuta in Gesù Cristo.

Antonino Blandini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post