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Anche quest’anno la città di Catania ha ricordato, nel giorno del 34° anniversario, il 5 Gennaio, l’omicidio del giornalista e scrittore Giuseppe Fava, assassinato dalla mafia la sera del cinque Gennaio 1984 davanti l’ingresso del teatro Stabile di Catania. Un corteo silenzioso quello de “I Siciliani giovani” e di altre associazioni è partito da piazza Roma ed ha raggiunto la lapide in via Pippo Fava (ex via dello stadio). Tutti insieme si sono ritrovati in quel luogo: Claudio Fava, Miky Gambino, Riccardo Orioles, le figlie di Elena Fava, i fondatori di Cittàinsieme, tantissimi cittadini comuni che non hanno dimenticato ciò che è accaduto quel 5 Gennaio del 1984. Presenti anche le istituzioni con l’assessore comunale Rosario D’Agata, il sindacato dei giornalisti con il consigliere nazionale Luigi Ronsisvalle, il segretario provinciale dell’Associazione Siciliana della Stampa Daniele Lo Porto e il presidente dell’Unione cronisti di Catania, Filippo Romeo.

La lapide di Fava accanto al Sexy Shop

Dopo il presidio in via Pippo Fava (ex via dello stadio) al teatro Verga, si è svolto un incontro-dibattito con la partecipazione di Claudio Fava,  preceduto dalla proiezione del trailer del film “Prima che la notte” di Daniele Vicari, girato la scorsa estate a Catania e in chiusura, è stato consegnato del presidente della Fondazione Fava, Maria Teresa Ciancio il premio Fava 2018 alla memoria di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese uccisa il 16 Ottobre 2017 con l’esplosione della sua auto, come avveniva negli anni ’80 in Sicilia. Ha ritirato il premio la sorella Corinne Vella.

Gambino, Vicari e Fava sul palco del “Verga”

Il regista Daniele Vicari ha raccontato la sua fatica catanese, grazie alla sceneggiatura di Monica Zapelli, Michele Gambino e Claudio Fava, che è anche stata la sua prima esperienza di film per la televisione. “Sono riuscito – ha detto Vicaria raccontare in assoluta libertà la storia dell’uomo e giornalista libero Giuseppe Fava grazie alla rilettura della sceneggiatura con gli attori e gli sceneggiatori, spesso sfociata nella riscrittura di alcune pagine, amalgamando i due punti di vista degli autori, raccontando al pubblico un Giuseppe Fava a 360 gradi, il suo rigore professionale, la sua ironia, l’amore per la vita e anche per questa città, in cui ha costruito un’autentica scuola di giornalismo, ancora oggi punto di riferimento per tanti giovani che si avvicinano a questa professione. La città ha partecipato intensamente alla realizzazione del film, con la curiosità e la partecipazione dei cittadini e la volontà di attori catanesi a far parte del cast per partecipare, in qualche modo, della storia umana di Pippo Fava anche se nel 1984 non erano ancora nati o lo erano da poco”.

Maria Teresa Ciancio consegna il Premio Fava a Corinne Vella

Michele Gambino e Claudio Fava hanno raccontato le loro impressioni con testimonianze personali. Gambino ha parlato di un direttore rigoroso, autorevole maestro, ma anche grande amico, sempre ironico, con se stesso e con la vita, spesso leggero fuori dal lavoro, mai banale. Fava ha sottolineato come il padre pretendeva dal figlio la massima attenzione e disciplina rispetto agli altri colleghi cronisti e lui voleva dimostrare di essere li non perché il figlio, ma perché sapeva fare bene il mestiere di giornalista. “Quello di mio padre non è stato un sacrificio inutile – ha aggiunto Claudio Fava, giornalista e deputato regionale – e lo dimostra anno dopo anno, giorno dopo giorno, come    questa storia sia diventata una storia collettiva utile a tanti. E anche come sia cresciuta una generazione di giornalisti che hanno oggi l’età che avevamo noi quando eravamo i figli di Giuseppe Fava e che tengono alto l’onore, la dignità e la determinazione di questo mestiere qui e ovunque. Credo che sia la cosa più significativa che vada ricordata e raccontata”.

Maria Teresa Ciancio, presidente della Fondazione Giuseppe Fava, nel leggere la motivazione con cui si è deciso di assegnare il premio alla memoria di Daphne Caruana Galizia, ha sottolineato le affinità tra la storia di Daphne e quella di Pippo Fava, il loro impegno professionale rigoroso, il disvelamento delle corruzioni tra mafia e potere e l’uccisione, entrambe in luoghi apparentemente tranquilli sino ai due omicidi.

Ricevendo il Premio la sorella Corinne Vella ha ringraziato la Fondazione Fava per l’assegnazione del riconoscimento nazionale alla memoria di Daphne.

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