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Castello Ursino batte Castel del Monte due a zero; fuori casa. Quella di domenica, ad Andria, era la giornata biancazzurra, perché anche lì l’arrivo del Catania è il “fatto” dell’anno! E, in pieno svolgimento dei festeggiamenti patronali, il Catania, costretto a fare la festa ad Andria (eloquente lo striscione “W. S. Agata”, esposto al “Degli Ulivi” dai tifosi etnei, cui, una volta tanto, è stata consentita la trasferta) fa la festa all’Andria… I “fridericiani” (come vengono chiamati, come se lo fossero solo loro) lamentano un credito non si sa bene con chi; ma una squadra con Cilli e Celli cos’altro poteva prendere se non Papagni? Prestanza fisica, sì, ma Tartaglia tanto e finisce con l’esser Croci-fissa dai “nostri” che stavolta, delle tante occasioni (e belle anche), almeno due finiscono col metterle dentro.

Si festeggia dopo 1-0 di Ripa (nella foto con Curiale) – Ph. calciocatania

Certo, i pugliesi del giorno non sono stati per niente “carini” e neanche tanto ospitali (cfr.: “Tre arresti per gli scontri prima di Fidelis Andria- Catania; in “https://www.andriaviva.it/notizie/tre-arresti-per-gli-scontri-prima-di-fidelis-andria-catania/”)

Non sono stati carini neanche quelli del Catan-zero che – come mi ricorda mio figlio Simone – qui sono venuti a sputare l’anima e a Lecce… Come commentare la loro “prestazione”? Ha festeggiato, quindi, anche il Lecce che ha vinto – ad onta del punteggio – per grazia ricevuta. Toh, per il Lecce ha segnato Saraniti; toh, ha staccato Curiale che ha perso l’occasione di rimanere capocannoniere per un tiro (sfortunato; non diamogli troppo e immeritatamente addosso) andato di poco fuori.

L’accoppiata di giallo e rosso (che accomuna salentini e calabri) è abbastanza diffusa nell’Italia del Sud; sono i colori sventolati anche di questi tempi dagli indipendentisti barcellonesi; erano i colori degli aragonesi che hanno conquistato la Sicilia col pretesto di liberarla dagli angioini nella guerra del Vespro, al seguito di Pietro III che rivendicava queste terre per conto della moglie Costanza di Hohenstaufen, figlia di Manfredi e nipote dell’imperatore Federico II. Si ricordi che il retaggio del governo aragonese ha determinato anche l’adozione del vessillo regionale siciliano. Federico, I di Trinacria, II d’Aragona e III di Svevia (appunto, come figlio di Costanza) è sepolto nella Cattedrale di Catania. Fu l’aragonese Alfonso a emanare nel 1434 il privilegio istitutivo (molto osteggiato, guarda caso, dai palermitani) dell’Università di Catania, primo ateneo di Sicilia, creato come atto risarcitorio del trasferimento della capitale da Catania a Palermo. Ma né la nostra città né la sua squadra di calcio hanno adottato i colori aragonesi.

Il 2-0 di Mazzarani (Ph. calciocatania)

Qualche breve battuta sulla sessione invernale del “calciomercato”: “senza dinari non si canta missa e senza mancu stola si cunfessa”, dice il popolo… Se uno dei successi sembra essere stato il risparmio dello stipendio (erogato per tanto tempo a vuoto) di Calil e uno dei problemi sorti è la sopravvenienza nella medesima condizione di Djordjevic (con eventuali costi inferiori, si suppone), ci sarà un motivo. Ed è quello che da qualche tempo tutti conosciamo e che ogni tanto dimentichiamo: si è ancora in fase di risanamento. Fa rabbia vedere che l’avversaria diretta può permettersi quello che non è concesso a noi. Come dicevo nella precedente nota, confidiamo nella Provvidenza (quella con la P maiuscola); magari qualcuno dei nuovi… Certo, la sorte uno scherzo di cattivo gusto ce lo ha fatto (l’infortunio quasi “immediato” di “Caciocavallo” – buono! – com’è stato ribattezzato il fantasista). Il “Capo” l’ha paragonato – nientedimeno! – a Barrientos; si ricordi, in proposito, che l’argentino era arrivato, come si dice in gergo, “rotto” e s’è dovuto attendere un bel po’ prima di poterne apprezzare le qualità. Se, tuttavia, gli innesti (come sembra) si riveleranno efficaci, sarà ancora merito dei dirigenti. E che gli volete dire?

Ancora una volta si partiva da meno sette (cioè, a risultato di Lecce noto) e ancora una volta il Catania ha risposto perentoriamente, in un turno insidiosissimo nel quale era certamente esposto ai rischi maggiori. Né più semplice si presenta la prossima giornata nella quale la condizione è capovolta: il Catania giocherà in casa con l’ostico Cosenza (ore 16,30), il Lecce a Bisceglie (ore 20,45). La roulette russa continua… Ad meliora!

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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