Cronaca

Sono state avviate le acquisizioni dei dati per la sperimentazione di un sistema di visione artificiale finalizzato a migliorare la fruizione e la gestione dei beni di interesse culturale del Monastero dei Benedettini e dell’Orto Botanico dell’Università di Catania grazie all’utilizzo di nuovi algoritmi facenti capo alle discipline dell’informatica Machine Learning e Computer Vision.

Protagonisti indiscussi dell’attività di sperimentazione al Monastero dei Benedettini – realizzata nell’ambito del progetto “VEDI – Vision Exploitation for Data Interpretation” che mira alla realizzazione di un “Sistema integrato di Analisi Comportamentale e Visione Aumentata per il miglioramento dell’offerta e della fruizione negli spazi museali e naturali” finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (PON Horizon 2020) – sono i 100 volontari maggiorenni che, già sabato e domenica, hanno visitato i due siti indossando il dispositivo Microsoft Hololens, un visore per la realtà mista, che registrerà un video gli spazi e gli oggetti osservati durante la visita.

I dati raccolti all’interno dell’Orto botanico sono stati acquisiti con un dispositivo indossabile in grado di capire l’attenzione basata sul tracciamento della pupilla del visitatore.

La fase di acquisizione dei dati – in programma fino al mese di maggio grazie alla collaborazione del Dipartimento di Scienze umanistiche (diretto dalla prof.ssa Marina Paino) e di Officine Culturali (presieduto da Francesco Mannino) – è finalizzata alla valutazione degli algoritmi sperimentali che, analizzando in automatico i video degli ambienti visitati dall’utente, consentiranno di individuare le preferenze dei visitatori e conseguentemente di migliorare la gestione e la fruizione dei beni oggetto della sperimentazione.

Il partenariato del progetto di ricerca è composto dal centro di ricerca Cutgana dell’Università di Catania, da Xenia e da Imc Service.

La responsabilità scientifica del progetto è affidata al prof. Giovanni Signorello e al prof. Giovanni Maria Farinella del Cutgana.

Proprio il prof. Farinella ha avviato la fase di acquisizione dei dati per migliorare gli algoritmi sviluppati considerando il sito del Monastero dei Benedettini, dell’Orto Botanico dell’Università di Catania e anche della Galleria regionale di Palazzo Bellomo di Siracusa dove le acquisizioni si sono svolte nel gennaio scorso.

Il visitatore, grazie ad un dispositivo “indossabile” come uno “smart glass” (ad esempio Hololens), potrà ricevere informazioni, nel momento in cui si sofferma sulla visione di un “punto di interesse” all’interno dello spazio museale o naturale che sta visitando.

I dati di visione saranno elaborati e inviati in formato anonimo all’ente gestore per effettuare un’analisi comportamentale dei visitatori (tramite le tecnologie di Computer Vision per il riconoscimento degli ambienti e degli oggetti osservati dai visitatori, e di Machine Learning per l’analisi dei dati osservati nel tempo) al fine di trarne dei vantaggi sul miglioramento dell’offerta proposta. L’elaborazione dei dati comportamentali – con la puntuale ricostruzione dei percorsi effettuati dai visitatori e delle preferenze espresse implicitamente con i loro comportamenti – permetterà all’ente gestore di attrezzare al meglio i percorsi museali o naturali, le aree info point, di migliorare il servizio di merchandising e di costituire uno strumento di verifica delle scelte effettuate ed eventualmente potrà fornire indicazioni sulle preferenze implicitamente espresse dai visitatori per migliorare la qualità del servizio offerto.

«Grazie alle tecnologie indossabili di ultima generazione gli enti gestori di un sito potrebbero informare in maniera efficace ed effettiva gli utenti sui percorsi e servizi considerando le preferenze raccolte durante le visite – spiegano i docenti Giovanni Signorello e Giovanni Maria Farinella. La raccolta delle informazioni effettuate dal “Punto di Osservazione” coincidente con quello del visitatore (First Person Vision) potrebbe dare la possibilità all’ente gestore di offrire ai visitatori un servizio di localizzazione su mappa all’interno degli ambienti visitati e di “Memories” dell’esperienza di visita avuta, fornendo come gadget una registrazione video digitale realizzata in maniera automatica a partire dalle sequenze (snapshot) di opere osservate durante la sua visita».

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