Due serate intense, per uno spettacolo toccante, immediato e che, regalando brividi ed emozioni, fa precipitare nella casa di una donna-bambola-bambina, una creatura che sogna il lieto fine, il principe azzurro, l’amore vero, la comprensione e che invece va incontro sempre a delusioni, a sofferenze e frustrazioni in un mondo maschilista e vorace, che ingoia tutto nella sua gabbia domestica dorata ed illusoria.
Prodotta dal progetto S.E.T.A. (Studio Emotivo Teatro Azione) in residenza al Teatro Machiavelli di Catania-Fondazione Puggelli, è andata in scena lo scorso fine settimana “Io sono Verticale”, pièce teatrale, interpretata da Alessandra Barbagallo e con la regia dell’attore Silvio Laviano che, dopo “Sogno Ergo Sum”, “Diversi- Personaggi in cerca di un Altrove”, “Femmine e Innamorati – Tragicommedia della Purificazione”, riveste per la quinta volta i panni del regista, affrontando una storia particolare, con una protagonista che racconta delle sue storie di vita e di coppia e che si racconta nel suo percorso di ricerca/sofferenza/indipendenza/sofferenza.
Con la straordinaria e vitale interpretazione di una Alessandra Barbagallo davvero camaleontica nel passare da uno stato d’animo all’altro, da una espressione all’altra, la pièce si ispira alla poetica e biografia della poetessa americana Sylvia Plath, morta suicida a soli trent’anni ed eletta negli anni Settanta simbolo della lotta contro le durezze e le frustrazioni della vita domestica.
La regia di Silvio Laviano – non nuovo ad intuizioni registiche alternative e sorprendenti – conferma un marchio di fabbrica, uno stile innovatore che – partendo da uno studio, da un progetto condiviso con gli attori – attinge però a ricordi interiori, ad antiche suggestioni infantili, facendo riferimento nella costruzione della pièce alla poesia, alla favola e riesce, senza mai affaticare lo spettatore, a regalare momenti di autentico straniamento con trovate frizzanti e con mille spunti per riflettere, lasciando spazio ad eventuali aggiustamenti, perfezionamenti in corso d’opera. E l’essere Verticali per Laviano è essere se stessi, a volte sentirsi inadeguati, diversi mentre quello che ci sta intorno, la società, gli altri esprimono una dimensione orizzontale che obbliga allo stato di normalità.
Per l’interprete, Alessandra Barbagallo, donna/bambola/bambina nella sua casa-regno delle favole, una autentica prova d’attrice. Sola in scena, su un impianto scenografico asciutto, con i suoi sette nani ed altri pochi oggetti (una tenda, una cassapanca un catalogo Ikea, occhiali e scarpe) curato da Vincenzo La Mendola (autore anche dei colorati costumi), la protagonista è una disperata bambola/oggetto e vittima del maschio e delle regole della vita domestica. Una donna che abita una dimensione fragile ed illusoria dove l’uomo/amante/marito/fidanzato ha sempre deciso per Lei, l’ha censurata, l’ha costretta nel ruolo di casalinga disperata che, però, è brava a sfornare torte di mele. Lei non potrà mai esternare e rendere completamente pubblico il suo pensiero. E questo è il suo dramma raccontato proprio nella pièce “Io sono Verticale”, una favola in chiaroscuro dove emerge, oltre alla storia della protagonista, il ruolo del suo principe/regista/carnefice.
Per il pubblico in sala 55 minuti intensi, di assoluta concentrazione ed alla fine applausi reiterati per l’intrigante e innovativa proposta, per la convincente interprete e per un regista sempre più geniale e promettente che ormai continua a portare avanti i suoi progetti con un marchio ben preciso, garanzia di nuove trovate ed assoluta professionalità. Spettacolo che, in un momento in cui la violenza sulla donna è drammaticamente all’ordine del giorno, induce a determinare domande e riflessioni. La pièce infatti – nella costruzione dei particolari amori della protagonista, nel desiderio del lieto fine con tanto di principe azzurro – parla di sottile violenza, quasi impercettibile, nei ruoli/rapporti uomo/donna, vittima/carnefice, Principe/Principessa, dove spesso si concretizza, tramite un ricatto degli affetti, un totale controllo psicologico, una autentica manipolazione atta spersonalizzare spesso la donna/bambola/innamorata che – come leggiamo purtroppo nei fatti di cronaca – si trasforma in vittima del principe/uomo/carnefice.
Scheda spettacolo “Io sono Verticale”
Drammaturgia della Compagnia
Con Alessandra Barbagallo
Regia di Silvio Laviano
Scene e Costumi di Vincenzo La Mendola
Progetto fotografico di Gianluigi Primaverile
Progetto grafico di Maria Grazia Marano
Illustrazione Graziano Messina
Comunicazione Stefania Bonanno
Si ringrazia per la collaborazione Gabriella Caltabiano e Roberta Amato
Progetto SETA – Studio Emotivo Teatro Azione
in residenza al Teatro Machiavelli di Catania – 17 e 18 Marzo 2018