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Tom Dumoulin vince il prologo e si veste di rosa, battuti di un paio di secondi Dennis e Carpenaets. Sbaragliati i rivali per la classifica generale. A Gerusalemme, città santa e controversa per tanti, dove si prega e si fa la guerra indistintamente, è toccata incredibilmente l’apertura della 101^ edizione del Giro d’Italia. Il via con un crono prologo fra le vie cittadine.

Poco meno di 10 chilometri assai ondulati di complicata digestione. Lo si è capito dal verdetto, per tanti implacabile. L’ultimo per partenti sarà il primo, Dumoulin, con il suo bel numero uno sulla schiena, reindossa la rosa unendo idealmente la scorsa edizione a questa appena iniziata. La vittoria dell’olandese è stata poco in discussione, anche se alla fine specialisti del calibro di Dennis e Carpenaets vengono preceduti di una incollatura, solo due piccoli secondi. Per il campione australiano Dennis, uno degli unici a cui l’arcobaleno di Dumoulin non è piaciuto, una beffa speciale dopo aver assaporato a lungo una vittoria dal gusto roseo. Notte fonda per tutti gli altri. Fra gli specialisti opaca la prestazione di Tony Martin, Kiryenka, Van Emden e dello stesso Froome.

Fra gli uomini di classifica, detto dei pesanti 37’’ accusati da Froome, buona la difesa di Yates, staccato di 20’’, discreta quella di Pinot, che perde 33’’. Insufficiente quella di Aru (50’’) e di Lopez (56’’). Per quest’ultimo, così come per Froome, qualche attenuante. Entrambi in mattinata avevano tastato l’asfalto durante una perlustrazione quantomeno sfortunata. Peggio è andata al bielorusso Siutsou, caduto pure lui, per il quale il Giro manco comincerà.

La più bella sorpresa di giornata è firmata da Pozzovivo, alla fine ottimo decimo a soli 27’’ dalla vetta. Il lucano conferma il brillante avvio di stagione con una prova sopra le righe in una specialità che non può certo definirsi la sua. Le prime asperità importanti, che il Giro fra qualche giorno incontrerà in Sicilia, potrebbero riservargli delle liete sorprese. Un sogno che Domenico si porterà ogni sera sotto il cuscino da qui a Caltanissetta e che potrebbe materializzarsi sulla strade che si inerpicano sull’Etna. Strade che lui ormai considera sue.

Il Giro continua la sua esplorazione israeliana con la Haifa-Tel Aviv, 167 km quasi interamente vista mare. Lungo la costa mediterranea l’unica insidia appare il vento. I velocisti, che oggi dal primo all’ultimo hanno salvato la gamba, sono già sintonizzati.

La rosa, a meno di improbabili colpi di scena, non corre pericoli, un po’ di più il Salotto che stenta a carburare.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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