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Nella seconda frazione del Giro scontato arrivo in volata. A primeggiare è Viviani su Mareczko e Sam Bennett. Cambio della guardia al vertice della generale con la maglia che passa dalle spalle di Dumoulin a quelle di Dennis.

Pochi appunti sul taccuino nel tragitto che ha portato i girini da Haifa a Tel Aviv. Il lungo sonnecchiante trasferimento autostradale ha avuto due sussulti e poco altro. Il primo è servito a Dennis per prendersi una maglia rosa che ieri a lungo ha sentito sua. L’australiano, anziché vivere di rimpianti, ha architettato una tattica proficua che ha visto la sua formazione, la BMC, controllare e spegnere i bollori dei fuggitivi Boivin, Bak e Martinelli, in vista del traguardo volante di Caesarea che assegnava al primo tre secondi buoni che avrebbero consentito a Dennis di balzare al comando.

L’impresa perentoriamente portata a termine dall’australiano allo sprint anche perché la Quick Step e la stessa Sunweb di Dumoulin si son guardate bene dal mettersi di traverso. Il secondo è stato l’adrenalinico finale. Dieci chilometri al cardiopalma senza una precisa regia, nei quali le squadre dei velocisti hanno dato il meglio (o il peggio) di sé per accaparrarsi una buona posizione per la volata. All’ultima curva sono i Drapac di Modolo e la Bora di Sam Bennet ad aver le migliori poltrone. Le migliori gambe sono però quelle di Mareczko e Viviani. Il primo parte lungo da dietro, cercando nell’anticipo il colpo vincente. Colpo riuscito a metà sol perché l’attento Viviani non perde l’attimo, aggancia la ruota dell’italo-polacco e lo salta facile negli ultimi cinquanta metri.

Vittoria limpida al termine di uno sprint caotico.

Il trittico israeliano si conclude con una lunga attraversata del deserto di Negev. Terza tappa, da Be’er Sheva a Eilat sul Mar Rosso nell’estremo meridione di Israele. Duecentoventinove chilometri, per nulla piatti, ma mai severi, in un paesaggio nuovo per la carovana rosa.

Assai probabile un bis delle ruote veloci.

In quanto al simbolo del comando, poiché ieri sono riuscito a sbagliare l’ennesimo pronostico, preferisco stare zitto.

Errare è Salotto, perseverare è da ostinati.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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