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Seconda volata al Giro, secondo successo di Elia Viviani. Battuti Modolo, Sam Bennett e Mareczko. Rohan Dennis sempre in maglia rosa con un secondo su Dumoulin.

Con la terza tappa, la Be’er Sheva – Eilat, archiviata la parentesi Israeliana del Giro. Non so quanto il deserto del Negev abbia potuto aggiungere alla centenaria storia del Giro, né in termini di bellezze paesaggistiche, né tanto meno in fatto di pagine epiche. Solo una stranezza e nulla più. Non potrà di certo bastare il grande sforzo profuso da Barbin, Frapporti e soprattutto Boivin per far guadagnare alla frazione un cenno più marcato nel meraviglioso libro della corsa rosa. Il terzetto, sempre controllato a vista dal gruppo, è stato riassorbito in un amen nel turbinoso finale ancor prima di raggiungere la periferia di Eilat. La cronaca di sostanza si riduce al racconto del finale influenzato per una volta dal vento favorevole.

Epilogo uguale a ieri ma, rispetto a quanto successo a Tel Aviv, preparazione e svolgimento della volata nettamente diversi. Ieri finale all’insegna del caos, oggi ci ha pensato la Quick Step a mettere ordine, allungando prepotentemente la fila negli ultimi cinque – sei chilometri. Stybar, Schachmann e Morkov hanno impresso un ritmo indiavolato e, grazie anche alla presenza di diverse rotonde, hanno portato il gruppo in perfetta fila indiana fino all’ultimo chilometro. La volata è stata senza particolare storia, lanciata da Sam Bennett troppo presto ha visto la rimonta di Viviani che è andato caparbiamente a trovarsi un piccolo varco alla destra dell’irlandese assai vicino alle transenne. Bennett ha tentato resistere in tutti i modi ( soprattutto con le cattive) ma non c’è stato nulla da fare, Viviani lo ha saltato per andare a cogliere la seconda limpida vittoria parziale. Secondo Modolo decisamente più bravo di ieri, anche lui negli ultimi metri ha passato Bennett. Quarto Mareczko, quasi senza sprintare. L’italo polacco, troppo indietro nel momento decisivo, è forse l’unico del gruppo a poter dire di aver perso una occasione.

Senza particolari patemi la giornata degli uomini di classifica.

Il Giro lascia Israele con una classifica figlia di un prologo fin troppo impegnativo, le autostrade ed il deserto hanno poi spostato solo pochi secondi. Probabilmente avrebbe potuto far qualcosa il vento, ma non ha voluto. In definitiva meglio così, non mi piacciono i segni indelebili lasciati da intemperie capricciose, preferisco di gran lunga quelli lasciati dalla strada. Strada che alla ripresa, lungo i 198 km da Catania a Caltagirone, si presta a ridisegnare la classifica. Percorso impegnativo nell’entroterra siciliano su e giù per gli Iblei che incalzerà il gruppo sin all’arrivo con un ultimo chilometro all’insù nel centro Calatino che strizza l’occhio ai tipi esplosivi.

Niente pronostici, solo una certezza: spettacolo assicurato!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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