Cronaca

Dalle zuppe al siciliansushi con i prodotti del territorio, dall’arte del te in Oriente, con le miscele e l’abbinamento con cibi, alla cucina creativa con gli chef stellati e ai cocktail dei grandi mixologist internazionali.

Sono alcune delle professionalità del futuro che parlano giapponese e la lingua del food, che sono state al centro del piano formativo “HT – Hospitality Training”, finanziato  da Fondimpresa e organizzato da Civita, i cui dati conclusivi sono stati illustrati oggi all’hotel Palace Excelsior di Taormina, in occasione del convegno dal titolo “Formazione e Turismo: qualità, competenze e nuove tecnologie”.

“Un incontro molto interessante – ha dichiarato Antonio Valenti, capo Gabinetto dell’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione Professionale, che ha partecipato in rappresentanza dell’assessore Roberto Lagalla –un’occasione anche per presentare alcune attività che sta portando avanti il Governo regionale. Un passo importante verso un sistema di certificazione delle competenze, un repertorio delle figure professionali e un nuovo meccanismo per l’avvio delle attività formative con un sistema a catalogo, dove la Regione non finanza più gli enti che poi raccolgono la domanda, ma esattamente il contrario saranno i ragazzi che sceglieranno gli enti in base alle offerte. Iniziative che più complessivamente vanno nella direzione di una riforma della legge sulla Formazione”.

Dopo i saluti dell’assessore al Turismo di Taormina, Salvo Cilona, i lavori sono stati aperti dalla responsabile del Piano HT Adele Palazzo. Quello appena concluso, con 1950 ore di formazione, 41 azioni formative, 83 edizioni formative e 350 lavoratori coinvolti, è un piano settoriale multi regionale finanziato dal fondo interprofessionale Fondimpresa che ha coinvolto 58 imprese del settore turistico- alberghiero, di 6 regioni oltre che della Sicilia, Campania (16) Puglia (1), Abruzzo (1), Molise (2), Toscana (2). Le siciliane in squadra sono state 36 e Taormina, la capitale del Turismo, l’ha fatta da padrona assieme a tutta la provincia di Messina con 12 aziende partecipanti, 9 a Siracusa, 7 a Catania, e ancora Ragusa (5), Palermo (2) e Agrigento (1).

Sono seguite le relazioni di Benedetto Puglisi, direttore del Master “THEM – Tourism, Hospitality, Event & Management” della BeAcademy, Antonello Calvaruso, direttore scientifico AIF nazionale, Roberta Piazza, delegata per la Formazione Continua e l’Apprendimento Permanente dell’Università di Catania, Ivana Pelloso e Sergio Nisi delle società partner del progetto, Poliedra del Piemonte e Saip del Lazio. Hanno concluso Santa Vaccaro, responsabile OBR Sicilia delegazione territoriale di Fondimpresa, e Luca De Zolt, della Filcams Cgil nazionale.

“Obiettivo comune è quello di proporre un’offerta per un turismo di qualità e non predatorio, legato al territorio, che valorizzi le risorse umane e la conoscenza culturale, storica  ma anche cultura di impresa – ha dichiarato  Zolt – ci vuole una regia e una sinergia tra  tutti  gli attori: gli imprenditori, gli operatori di settore, gli enti locali,  noi come, parti sociali, facciamo la nostra parte e ce ne assumiamo la responsabilità”. “Il turistico ricettivo è uno dei settori portanti dell’economia nazionale per contributo alla formazione del PIL e per numero di occupati – ha aggiunto Nanda D’Amore responsabile Civita – Tuttavia lo scenario del mercato del lavoro nel settore turistico è interessato da mutamenti strutturali ai quali è fondamentale che la formazione sia pronta a rispondere”.

 L’elenco è lungo dei moduli svolti nell’ambito del Piano HT, dedicati alle nuove frontiere, la destination management, le tecnologie digitali, l’internazionalizzazione per le aziende che operano nella ricezione: dal MICE: cioè, come organizzare congressi, banqueting al revenue management; il web marketing, lingua giapponese e l’inglese. Per il settore della ristorazione, moduli dedicati alle bollicine nel bicchiere, ai vini, ai distillati; alle tecnologie e tecniche innovative di conservazione dei prodotti i alimentari e delle bevande e alle nuove tendenze della pasticceria nello scenario internazionale; e ancora, la mise en place, l’arte del ricevere.

Una formazione che si è mossa su tre direttrici in particolare, quella dei processi produttivi; quella dell’E-commerce con i modelli di vendita diretta ai consumatori e tra aziende B2C (Business to Customers) e B2B (Business to Business); e l’internalizzazione per l’apertura al mercato globale, sia in forma indiretta attraverso buyer, importatori e distributori, sia mediante la gestione diretta all’estero, anche tramite partenariati.

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