Chris Froome batte un bel colpo e fa suo lo Zoncolan. Secondo ma nient’affatto battuto Simon Yates a 6’’, terzo uno splendido Pozzovivo a 23’’. Classifica ridisegnata soprattutto nei distacchi. Yates è sempre primo su Dumoulin, si dilata il suo vantaggio diventato di 1’24’’; sale al terzo posto Pozzovivo a 1’’37’’.
La San Vito al Tagliamento- Monte Zoncolan aveva il suo faro abbagliante nella scalata finale. Una salita durissima, sempre più prestigiosa, sempre più ambita. Nulla da fare dunque per chi ha cercato di aggirare l’ostacolo da lontano. Astana e Mitchelton Scott hanno vigilato perché il tentativo di Barbin, Conti, Didier, Montaguti, Mosca e Gavazzi non partorisse alcuna sorpresa. Subito dopo Ovaro, le prime rampe del kaiser della Carnia non particolarmente crudeli, servono a Conti per un’uscita di scena dalla tappa più che decorosa, al redivivo Anton per respirare l’aria della testa del plotone dopo tanto tempo. Anche Woods ottiene il favore delle telecamere, galleggiando per un po’ davanti ai migliori. Poi, per la prima volta al Giro, la Sky prende il comando delle operazioni. Il ritmo di Poels, l’ apripista più qualificato di Froome, diventa presto asfissiante. Si stacca Aru, poi Carapaz, soffrono Dumoulin e Pinot, stanno ben accodati Yates, Pozzovivo e Lopez. Di loro dovrà occuparsi Froome in persona. L’anglo keniano entra in gioco ai meno cinque. La sua non è una frullata degna dei tempi migliori, ma è pur sempre un affondo efficace che obbliga Dumoulin e Pinot a lasciar la presa. Qualche centinaio di metri e pure Yates, Pozzovivo e Lopez dovranno fare altrettanto. Ai meno tre la reazione improvvisa di Yates, che si libera di Lopez e Pozzovivo e si porta a cinquanta metri da Froome. Inizia così un bel braccio di ferro fra i due che si protrarrà sin sull’arrivo e si concluderà con la vittoria più che meritata di Froome davanti alla maglia rosa avvicinatasi pericolosamente nelle battute finali. Per la terza moneta buon ritorno di Pozzovivo ai danni di Lopez , seguono Dumoulin e uno stanchissimo Pinot rispettivamente a 37’’ e 42’’. Carapaz cede 2’ tondi, Aru e Formolo 2’23’’ . La nuova classifica ha una struttura più ordinata. Il sin qui dominatore Yates aumenta il suo vantaggio su Dumoulin, ora ad 1’24’’, poi Pozzovivo a 1’37’’. Pinot scende dal podio virtuale, senza che ciò gli cambi la vita, il suo distacco è di 1’46’’. Froome è sesto a 3’10’’, scala tante posizioni ma poco accorcia in termini di tempo sul primo; segue Lopez a 3’42’’.
Il setaccio agitato da Froome ha dato i suoi frutti. Spinta indietro tanta gente che aveva ben figurato in questa prime due settimane come Carapaz, Bennett, Bilbao, Konrad, Dennis e Woods, ha fatto emergere in testa alla graduatoria i quasi tutti grandi favoriti della vigila. Yates, autentica sorpresa, merita un ampio capitolo a parte. A conti fatti nelle zone alte manca solo Aru, scivolato a 5’33’’; visto il trend del sardo difficile pensare concretamente in un suo rientro in classifica, più facile sperarci. Detto del duo inglese mattatore della frazione, prosegue il suo bellissimo Giro Pozzovivo che non cede alla tentazione di inseguire prima Froome e poi Yates. Non sbagliando pressoché niente tira fuori dalla frazione il massimo possibile. Il terzo posto provvisorio ed una corsa mai sofferente confermano le sue buone prospettive future. Ottima la difesa di Dumoulin, che mette un altro tassello nel suo puzzle, mentre Pinot stenta ad emergere nelle occasioni che contano. Lopez in crescita, stranamente non attacca, ma stavolta tiene.
Il prossimo impegno prevede un’atipica frazione dolomitica da Tolmezzo- Sappada, di 176 chilometri. Mancano le salite dai nomi altisonanti, ma da Auronzo di Cadore (138 km )in poi , tre ascese in rapida successione, Passo di Sant’Antonio, Costalissoio e la rampa che porta a Sappada, chiamano allo scoperto gente disposta a rischiare.
Ce n’è in Giro? Ad occhio e croce direi di no, fra i primi della lista il tatticismo ha sin qui prevalso fino ad un tiro di schioppo dall’arrivo.
Rischia di meno chi però volesse pensare di rientrare in classifica.
Oggi il Giro ha recuperato un grande protagonista, c’è ancora del margine per recuperarne un altro.
A buon intenditor poche parole.
Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)