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La nascita, la storia e le “memorie della Repubblica” sono al centro del convegno che si aprirà giovedì 31 Maggio, alle 15 nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università, in occasione delle celebrazioni del 2 Giugno.

L’iniziativa è organizzata dalla Società italiana per lo studio della Storia contemporanea (Sissco), dai dipartimenti di Scienze politiche e sociali e di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, dall’Issico e dalla Società di Storia Patria della Sicilia Orientale ed è curata dagli storici Salvatore Adorno, Pinella Di Gregorio, Paolo Gheda e Maurizio Ridolfi. Essa rappresenta l’inaugurazione del percorso di ricerca di un progetto selezionato dal Comitato per le ricorrenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che vede il coinvolgimento di circa 40 ricercatori, programmato in tre anni di lavoro.

Il convegno sarà aperto dagli indirizzi di saluto del rettore Francesco Basile e del prorettore Giancarlo Magnano San Lio. Ospiti della speciale ricorrenza saranno Giuliano Amato, giudice della Corte Costituzionale dal 2013 e presidente del Consiglio dei ministri dal 1992 al 1993 e dal 2000 al 2001, e la prof.ssa Mariuccia Salvati (Università di Bologna). L’indomani, venerdì 1° giugno, i lavori proseguiranno al dipartimento di Scienze umanistiche (alle 9,30) e al dipartimento di Scienze politiche e sociali (ore 15,30).

Il referendum del 2 giugno 1946 rappresenta il punto partenza di un’ampia indagine che si articola su varie tematiche: le culture e le rappresentanze politiche, il contesto internazionale e i territori locali, i linguaggi e le rappresentazioni, le memorie e le ritualità che stanno a fondamento della storia della Repubblica.

Il convegno di Catania con cui si inaugura ufficialmente il progetto vuole essere il momento iniziale per una puntuale ricognizione sullo stato degli studi, in grado di metterne a fuoco risultati e mancanze, con l’obiettivo di far emergere le linee guida da seguire nella ricerca del successivo triennio. Percorso che parte volutamente da Catania, dal Sud, che rappresentò l’area di minor consenso alla scelta repubblicana del 1946 e che tuttavia nei successivi decenni, pur scontando una persistente debolezza socio-economica, si è finalmente agganciato al resto del Paese.

Nel momento attuale di crisi dei processi di coesione territoriale, una riflessione sul passato, a partire dai problemi del presente, ci è sembrato il modo più proficuo per iniziare la ricerca sulla nascita e sulla costruzione dell’Italia repubblicana.

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