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Il 20 Luglio al Giardino Pippo Fava di Catania in via Caronda 82, verrà presentato il libro di Cinzia CaminitiIl pane fritto e altre storie – Antiche ricette popolari siciliane e racconti di nonna Vincenzina”. Edito da Algra Editore, fa parte della Collana “AG Gourmet – Cucina e territorio”, diretta da Giuliana Avila Di Stefano e Antonella Guglielmino – Prefazione di Antonella Guglielmino.

Cinzia Caminiti

Ma come è nato il libro, cosa ha spinto l’autrice a cimentarsi in questa operazione? Lo abbiamo chiesto proprio a Cinzia Caminiti che prima della presentazione della pubblicazione ci svela alcuni segreti della sua creatura, “Il pane fritto e altre storie – Antiche ricette popolari siciliane e racconti di nonna Vincenzina”.

Cinzia Caminiti Nicotra, sin da giovanissima avviata allo studio del canto e della musica, sotto la guida del M° Franco Greco, partecipa a importanti concorsi televisivi nazionali e internazionali, nonché all’incisione di alcuni LP. Nel 1980 inizia il suo percorso teatrale e nel 1986, con l’intento di promuovere e divulgare la cultura popolare siciliana, costituisce l’Associazione Culturale Schizzid’Arte della quale, dal 1991, è presidente e Direttore artistico. Poliedrica la sua attività che la vede impegnata, anche con altre realtà teatrali e musicali, come cantante, attrice, ricercatrice, autrice di testi teatrali, regista e, più specificatamente, come animatore socioculturale ed esperta in materia etno-antropologica. Attualmente sta lavorando alla catalogazione di canti, cunti, santini e altro materiale riguardante il Natale siciliano.

Come mai questo libro e soprattutto questo titolo, “Il Pane fritto ed altre storie”?

La copertina del libro

“Come spesso avviene, (non sarò stata la prima, né sarò l’ultima), questo libro nasce per caso, anzi per gioco o come si usa dire oggi, per cazzeggio: Una “nota” su Fb nella quale raccontavo come mia nonna Vincenzina davanti alla grande finestra della sua fantastica casa di Caltanissetta ci riuniva, noi, sue sei nipotine e mentre ci cantava le canzoni, ci raccontava “cunti”, ci recitava preghiere e scongiuri, ci faceva ripetere gli scioglilingua e ci educava all’impegno, alla dedizione, alla pazienza…ci insegnava prima a “nettare” e poi a prepararne una zuppa di fagioli da mangiare col pane tostato tutte insieme. Una storia semplice che univa tradizioni popolari, arte culinaria, modi di dire, insegnamenti. Un linguaggio a me congeniale, a metà tra l’italiano forbito e la “poesia” del dialetto siciliano e per finire un po’ di abitudini familiari che stuzzicano curiosità sempre… Chi ha letto la storia mi ha chiesto di scriverne ancora e poi ancora e io scrivevo perché mi divertivo da matti, fino a quando un carissimo amico, scrittore autorevole, mi bloccò e in privato mi consigliò di non pubblicarne più, ma piuttosto di pensare seriamente a scrivere un libro. Ed io ho seguito il suo consiglio, tanto che ci perdevo? Ci misi poche settimane e una volta concluso il lavoro lo conservai aspettando di trovare chi per pubblicarlo ci avrebbe creduto quanto me. Non intendevo spendere un solo euro per la sua uscita, non mi piace questa usanza di pagare per vedere il proprio nome scritto in copertina. E aspettai, fino a quando incontrai un giovane e valente editore, Alfio Grasso e la sua “Algra” che, insieme ad Antonella Guglielmino, dopo averlo letto gli hanno dato “la luce”.

Quanto sono importanti per Cinzia Caminiti le memorie?

“Le memorie per me, sono sempre profumate, hanno un colore, sono legate a delle note, a delle canzoni o a dei rumori, hanno il volto di persone amate e perdute, hanno pure dei posti alle quali associarle, sono stanze da pranzo, cucine, giardini e spesso spessissimo hanno un sapore. Un buon sapore. Il mio ricordo più nitido mi ha riportata nel giardino di nonna Vincenzina e a quando mentre sbucciava i piselli, mi narrava della Nonna Grande (sua nonna), e poi finita la storia, mi prendeva per mano e mi portava in cucina, dove lì sul marmo, c’era il suo pane fritto ancora caldo con lo zucchero spolverato sopra. Ora, se è vero che tutti abbiamo avuto una “nonna” è anche vero che oltre ad averci insegnato tante cose, raccontato tanti “cunti”, a merenda ci ha pure preparato il pane fritto con lo zucchero sopra. E allora come doveva chiamarsi questo piccolo libro di racconti e antiche ricette popolari se non: “Il pane fritto e altre storie”? Una volta avviato quel motore c’era da far conoscere la nonna Vincenzina, il nostro mondo e l’amore incondizionato che ci legava; la sua vita e i fatti a volte molto intimi e personali che l’hanno caratterizzata, e c’era il suo essere stata donna, moglie, madre, nonna e ottima cuoca, c’erano l’elargizione da parte sua di un piatto per ogni storia e poi il tempo che scorreva ed io che diventavo adulta e prendevo con orgoglio il suo posto in cucina e per ultimo c’era (ci doveva essere) il suo riscatto. E soprattutto, quel suo preziosissimo ricettario, scritto a mano, con quella dedica: “Veglio su di te con amore, bambina mia. Cucinare è un modo di dare ed è come amare… Non dimenticarlo mai. Il tuo guardiano, nonna Vincenzina”, meritava proprio un posto d’onore. Un libro, giustappunto! Questo libro è un “libro scrigno” per me, così come lo è mia nonna. Così come dovrebbero essere tutte le nonne. Ed è anche, e mi piace sottolinearlo, l’amore per le cose più genuine conservate dal mio antico e fiero popolo; è un mio ennesimo dono a questa Terra ed è soprattutto il desiderio sempre vivo di tramandarne la sua Storia. Anche per questo l’ho dedicato a mia figlia Nicoletta”.

Immagine tratta dal libro (Illustrazione ed elaborazione grafica di
Gianni Nicotra)

Il libro è soprattutto un modo per parlare della Sicilia. Ma cosa ci trova dentro, in definitiva, il lettore?

“Rispetto alle sceneggiature teatrali ed alla ricerca in ambito etnoantropologico delle quali mi occupo da trent’anni è stato questo un modo altro di parlare della Sicilia e della sua “Bellezza”. Questa volta ho lavorato sui sentimenti umani e ho parlato di amori, di abbandoni, di nascite di morti, di arrivi, partenze, gioie, dolori e proprio come si fa durante la scrittura, spesso mi sono lasciata andare e così come mi è venuto fuori, semplicemente, oppure con passione ho raccontato luoghi, sapori, profumi, colori in un intreccio di sensazioni ora tristi, ora lieti, ora ironici, in un miscuglio di moti dell’anima e del cuore, in una mescolanza di avvenimenti e fatti della mia vita e quelli di mia nonna. Avvenimenti e fatti che forse appartengono a tutti e dove ciascuno si può ritrovare: perché, se è vero che ognuno è ciò che ha respirato, ciò che ha visto e sentito, ciò del quale si è nutrito, chi nasce qui e ci cresce, un pezzo di questa Terra di Sicilia se la porta dentro per sempre. Così come ha fatto lei, mia nonna… Per questo l’ho voluta raccontare”.

Ti cimenterai ancora come scrittrice e quali argomenti ti piacerebbe affrontare?

“Ho ancora altra roba nel cassetto: un testo teatrale tratto dai Vangeli apocrifi su Gesù bambino dal quale è già stata tratta un’apprezzata messa in scena: “Vangelu secunnu”, un libro di storie di donne morte d’amore sul tema del femminicidio intitolato “Ammazzate”. “Oltre”: un insieme di lettere, interviste, componimenti e racconti scritti da quattordici ragazzi ristretti presso il carcere minorile di Bicocca – frutto di un progetto socio-educativo curato personalmente. Una raccolta di più di 100 canti e leggende, santini e cibi tipici del Natale Siciliano. E ancora dei racconti di personaggi e fatti catanesi ancora in “lavorazione”… ma sono pigra. Vedrò… intanto c’è il pane fritto…”.

Complimenti per il tuo libro allora cara Cinzia ed in bocca al lupo per la tua attività e per i tuoi prossimi obiettivi.

La copertina del libro

 Scheda libro

“Il pane fritto e altre storie”

Autore: Cinzia Caminiti Nicotra

Titolo: Il pane fritto e altre storie

Sottotitolo: Antiche ricette popolari siciliane e racconti di nonna Vincenzina

Collana: AG Gourmet

Genere: Narrativa

Formato: 16×23

Numero pagine: 152

ISBN: 978-88-9341-208-7

Prezzo: 15,00 €

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