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Sabato 21 e domenica 22 luglio, la sacra reliquia del Velo di Sant’Agata uscirà dalla nostra basilica Cattedrale per una peregrinatio fuori Sicilia ed essere venerata dai fedeli di Città Sant’Angelo, uno dei borghi più belli d’Italia, comune abruzzese di 14.50 abitanti a m.320 s.l.m. posto nell’entroterra sopra un colle panoramico, una vera e propria terrazza attorniata da vigneti e ulivi sulle pendici degli Appennini, con vista sul mare Adriatico e sul Gran Sasso , in provincia di Pescara.

La preziosa e taumaturgica reliquia alle 9 di sabato 21 sarà accolta nella chiesa “Sant’Agostino” di Città Sant’Angelo Marina, accompagnata da mons. Barbaro Scionti, parroco e delegato arcivescovile del Duomo di Catania. Alle 9.30, avverrà il trasferimento alla parrocchia “Madonna della Pace”; un quarto d’ora dopo di svolgerà la cerimonia di accoglienza in chiesa: Alle 10.15, seguirà il trasferimento nel centro storico di Città Sant’Angelo, con successiva cerimonia di accoglienza alla presenza della utorità religiose, civili e militari all’ingresso del entro storico e breve processione verso la Collegiata “San Michele Arcangelo”.

Alle 11, l’arcivescovo metropolita di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, presiederà la celebrazione della s. messa votiva. Da mezzogiorno a mezzanotte, la reliquia sarà esposta alla pubblica venerazione. Alle 18, s. messa concelebrata da mons. Scionti e dal sacerdote Camillo Lancia, parroco in San Michele. Domenica 22, il Velo sarà esposto in Collegiata dalle 9 alle 24. Alle 9, la s. messa sarà celebrata dal vice parroco, sacerdote Ouedraogo Wenkouni Mathieu.

Alle 11, la concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Scionti e da padre Lancia. Alle 18, sarà l’arcivescovo metropolita di Pescara Penne, mons. Tommaso Valentinetti, a celebrare l’Eucarestìa, a seguire solenne processione per le vie della città. Alle 20, rientro e alle 24 saluto dei fedeli e delle autorità alla sacra reliquia agatina.

Antonino Blandini


Città Sant’Angelo, comune dell’Abruzzo in provincia di Pescara, è situato su un colle a 320 metri d’altezza, di 61,99 km2, di oltre 10mila residenti che si chiamano <Angolani> o <Angelani>. Il toponimo potrebbe provenire dall’antico “Angulus; in seguito si sarebbe avuta l’identificazione col nome del santo. Angulus può essere la forma latinizzata dell’italico <Angelos>, affine al greco <ànkos>, valle, e <ankelos>, curvo. L’economia è agricola (cereali, viti, olivi, ortaggi e frutta) ed è legata anche all’allevamento: le industrie sono alimentari e tessili (confezioni). Da visitare la maestosa trecentesca Collegiata con alto campanile e la chiesa “Santa Chiara”. I santi patroni sono San Michele Arcangelo e la Madonna Addolorata, che si festeggiano il lunedì successivo alla terza domenica di settembre. Da identificare, forse, con l’antica Angulus il Castrum Sancti Angeli, distrutto nel 1229 da Federico II e riedificato più tardi. Il 27 marzo 1814 fu teatro di una rivolta popolare contro Gioacchino Murat.

Dal settembre 2001 Nicolosi -la cittadina etnea d’origine benedettina e tanto legata al culto di Sant’Agata e alla venerazione del Velo della protomartire catanese (basti pensare al prodigio dell’arresto della lava allorché il beato arcivescovo Giuseppe Benedetto Dusmet portò il 24 maggio 1886 il velo di S. Agata sul fronte dell’eruzione, che cessò dopo le preghiere del santo arcivescovo)- è gemellato con Città Sant’Angelo. Il gemellaggio è scaturito dall’incontro avvenuto a Padova nel 1995 delle confraternite di Nicolosi e Città Sant’Angelo intitolate a Sant’Antonio. Due realtà legate dalla devozione verso il popolare santo francescano <dottore evangelico e padre dei poveri> e dall’attaccamento verso le rispettive montagne, l’Etna e il Gran Sasso d’Italia. Da allora sono state promosse diverse iniziative di interscambio turistico, commerciale, artistico, religioso e culturale che trova il culmine nella manifestazione”Dall’Etna al Gran Sasso” che si tiene ogni anno a metà luglio. Così si spiega la presenza a Città Sant’Angelo dell’arcivescovo metropolita di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, grande devoto di Sant’Agata nativo di Nicolosi di cui è stato parroco e già vicario generale dell’arcidiocesi di Catania.

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