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Difficilmente mi sottraggo all’immersione nel “mare magnum” di quella che chiamo “ingiustizia sportiva”, in generale, e di quella calcistica, in particolare; ho ricordato spesso come la voglia di scrivere di calcio sia alimentata proprio dal rilievo che le sue vicende hanno come proiezione del mondo più ampio.

Stavolta mi sono attenuto a un cautissimo attendismo perché la “historia” ha assunto caratteristiche del tutto impalpabili fra cui la principale sembra essere l’infinita indeterminatezza (i due termini sono utilizzati assieme volutamente).

TAR Lazio

Quando due “pezzi” di TAR entrano tra loro in contraddizione su uno stesso punto, in quale certezza del diritto puoi confidare? È superata persino l’impressione di trovarsi davanti a uno di quei polizieschi (italiani e non) di cui è affollata la televisione, magari con sconfinamenti in ambito mafioso, camorristico, ecc. con coinvolgimento di parti dello Stato, delle istituzioni e delle massonerie cosiddetti deviati… Ormai c’è chi quotidianamente censisce i rapporti di parentela e/o affaristici tra giudici e giudicati (cfr.: http://www.mondocatania.com/wp/rassegna-stampa/coas-b-tra-figli-e-cugini-di-stampa-ridere-per-non-piangere-163867).

Alcune cose appaiono certe:

  • i meridionali, al cospetto, dei centro-nordici, facciamo la figura dei pivelli;
  • il caso (il diminutivo sarebbe più consono) relega la fantasia nell’almanacco degli oggetti superati, inutili;
  • si ha l’impressione come di una folla di funambolici “stuntman” schierata con licenza di colpire con precisione e a sangue freddo l’obiettivo, anche a costo di coinvolgere venti, trenta auto e dieci, venti autocarri in un groviglio di rottami; si ha la sensazione di assistere a una delle più iperboliche scene di “Cobra 11”.

A quegli imbecilli che sostenevano (e continuano a sostenere) la differenza tra chi è in Serie B vincendo sul campo e chi come il Catania, avrebbe voluto (noi diciamo, dovuto!) ottenerla (la B) tramite le aule dei tribunali, va risposto – senza timore di smentita – che proprio il Catania ha perso la B per la discutibile sentenza di un tribunale, non dissimile da quelli che stanno dando luogo all’attuale accozzaglia di scenette.

Va ricordato, inoltre, che sul campo gli etnei, nello scorso campionato, dopo l’“avvantaggiato” Lecce, non hanno avuto pari in tutta Italia, risultando superati solo negli spareggi che – come dissi – mi sembrarono anche un tantino “pilotati”.

Il tema principale ci distrae da tante altre ghiottonerie: ho guardato la distribuzione delle squadre di Serie D nei vari gironi ed ho riscontrato un’ulteriore “chicca” messa in campo dal “potere”: le squadre pugliesi (comprese quelle della provincia di Bari) sono tutte, ad eccezione del Bari, nel girone H; il Bari? È l’unica pugliese inserita nel girone delle siciliane e di qualche calabrese; chissà perché? Loro diranno che è una cosa a discapito perché hanno trasferte più lunghe e costi maggiori (come la Viterbese, inserita nel girone meridionale della C, cui hanno risposto che da Roma c’è il volo diretto per Catania)… Al Chievo sono stati inflitti solo 3 punti di penalizzazione a fronte dei 12 paventati: una bella differenza! C’era anche l’ipotesi che i punti dovessero essere addebitati sulla classifica dello scorso campionato con le ovvie conseguenze (mica il Chievo è di Catania!)… C’era qualche attesa di ripescaggio anche in quel caso… C’era… C’era una volta or non c’è più… C’è chi può e c’è chi non può.

Calcio-caos

Mi sta impressionando l’“attenzione” di cui fruisce la Ternana del padrone dell’università privata…Di cosa meravigliarsi «in questo mondo di eroi…», come dice Venditti? Ah, dice pure «in questo mondo di ladri»?

È lo stesso mondo che permette a particolarissimi “marioli” di programmare la restituzione del maltolto in ottocentododici anni (misura più o meno simile ai «millanta che tutta notte canta» di boccacciana memoria). Nel frattempo si va avanti con rinvii a data da destinarsi e a fissazioni di udienze… Alla fine, però, torneremo a incazzarci o a (far finta di) godere per le vicende di un pallone rotolante per di qua e per di là su un prato (speriamo, verde). Perché il calcio che – intanto – si sta inscenando, non ci tocca, noi siamo solo del Catania.

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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