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Un salto nel tanto immaginato, sognato, discusso ’68, attraverso i suoi personaggi, le situazioni, le lotte, le rivendicazioni ed i sogni, visto però con la leggerezza, l’ironia di un regista come il catanese Nicola Alberto Orofino che con una drammaturgia collettiva ed accattivante ed un allestimento in continuo movimento ha proposto, all’interno de “Le Ciminiere” di Catania, per due fine settimana (27-30 Settembre e 4-7 Ottobre), lo spettacolo “68 Punto e basta”, a chiusura della rassegna “Altrove”- Visioni di teatro contemporaneo, prodotta dal Teatro Stabile etneo.

Nicola Alberto Orofino

I 4 percorsi dello spettacolo

C’è subito da rimarcare che quegli anni che per molti hanno rappresentato il punto di riferimento, i sogni di una rivoluzione, il cambiamento, nello spettacolo e dal punto di vista del regista e degli attori vengono visti e raccontati in modo leggero, ironico, scanzonato, cercando però di porre in evidenza aspetti di particolare interesse quali ideali, voglia di cambiamento, sogni da inseguire, fobie, piccole manie.

Cosa si è realizzato, si è concretizzato di tutto ciò e di quel Sessantotto? Questo può dirlo solo chi ha vissuto in pieno quel tumultuoso periodo mentre per i giovani di oggi restano le tante testimonianze di un periodo fervido e battagliero in tutti i settori. E lo spettacolo, ideato e diretto da Nicola Alberto Orofino è itinerante nell’ampio spazio dell’anfiteatro delle “Ciminiere”- per la durata di circa 60’ – ed è pensato e strutturato in quattro percorsi (Università, politica, lavoro, società & costume) che si svolgeranno contemporaneamente. Per lo spettatore c’è solo la possibilità nella stessa sera – tranne un momento comune all’inizio ed alla fine – di assistere ad un solo percorso ed è quindi un invito a tornare per assistere agli altri percorsi. C’è da dire che la pièce, diretta abilmente e con estrema sagacia da Nicola Alberto Orofino, regista catanese negli ultimi tempi molto  attivo, con la drammaturgia della stessa compagnia, risulta gradevole, ricca di musiche, di testimonianze di quel periodo, ma che comunque non svela nessun segreto, non regala particolari analisi sociologiche del ’68, ma offre solo una visione, un punto di vista leggero, ironico, scanzonato di un periodo storico, tanto chiacchierato, fecondo, ricordato e rimpianto.

Le quattro hostess del volo 1-9-6-8 (Foto Antonio Parrinello)

L’idea scenografica, insolita ed accattivante,  che vede anche l’ausilio di video con testimonianze sul ’68, con noti stacchetti pubblicitari in bianco e nero dell’epoca e con piacevoli brani musicali quali “Zum zum zum” di Sylvie Vartan (sigla di “Canzonissima”) o “Il suo nome è Donna Rosa” di Nino Ferrer, vede gli spettatori, in gruppo, accompagnati in un viaggio surreale nel tempo da quattro hostess del volo 1-9-6-8 che li introducono nei diversi percorsi, commentando, analizzando con il pubblico i personaggi, le storie che si vanno a raccontare nel percorso dello spettacolo. Durante la pièce le hostess, i vari personaggi dei quattro percorsi dialogano con il pubblico, lo stimolano, lo interrogano su cosa è stato, cosa ha rappresentato, dove ha fallito, cosa ha scatenato il mitico Sessantotto e lo spettatore si ritrova, dall’inizio alla fine, a riflettere sugli aspetti, sui personaggi, sulle ripercussioni di quel periodo, paragonandoli, accostandoli, ai nostri giorni. Spettatori, quindi, che dal presente devono guardare al passato, proiettandosi in un nebuloso futuro.

Lucia Portale, Daniele Bruno, Roberta Amato, Gianmarco Arcadipane e Giorgia Boscarino (Ph. Antonio Parrinello)

Per la cronaca dei quattro percorsi abbiamo seguito quello relativo a “Società & Costume” dove accompagnati da una brillantissima Laura Portale nei panni della hostess, abbiamo incontrato prima un giovane filosofo del Nord, un figlio di papà, che ha avuto in regalo dal “papi” una villa in Terronia, a Zafferana Etnea e che espone le sue vuote idee di vita e poi un appassionato tifoso del Catania calcio che ama e vive per la sua squadra del cuore e racconta le gesta del terzino sinistro rossazzurro Luciano Limena, torinese, prematuramente scomparso (a 22 anni) nel dicembre del ’70 per un incidente stradale e completamente ignorato dai media del Centro-Nord e persino da Pippo Baudo. Il percorso porta poi a conoscere due imprevedibili e schizofreniche donne: una cantante fissata con la musica internazionale ed insofferente alle canzoni italiane e una aspirante attrice che spera di sfondare nel mondo teatrale, accontentandosi di qualche ruolo da comparsa.

I protagonisti di questo segmento di spettacolo, tutti molto convincenti nei loro ruoli, sono Daniele Bruno, Gianmarco Arcadipane, Roberta Amato e Giorgia Boscarino, oltre alla già citata Lucia Portale.

Gianmarco Arcadipane (Ph. Antonio Parrinello)

Il viaggio “Società & Cultura”,  si conclude poi insieme agli altri gruppi con la visione di un video con le dichiarazioni – raccontate mezzo secolo dopo – di alcuni personaggi pubblici che hanno vissuto quell’anno, quel periodo (Emma Baeri, Giovanni Calogero, Anna Di Salvo, Eliana Rasera, Gianni Salvo, Enzo Trantino) e che hanno espresso quindi il loro personale giudizio su quel mitico Sessantotto. Di grande valenza le interpretazioni delle quattro hostess di volo, sempre ironiche, pungenti con le loro osservazioni ed interpretate da Egle Doria, Luana Toscano, Valeria La Bua e Lucia Portale, abili nell’accompagnare lo spettatore in questo fantastico salto temporale nella Catania del ’68.

Negli altri percorsi della pièce (Politica, Lavoro e Università) si fanno apprezzare, infine, Cosimo Coltraro, Silvio Laviano, Marcello Montalto, Alessandra Barbagallo che si disimpegno con maestria in ruoli di politici, studentesse e ribelli, poliziotti e giovani studenti di destra.

Gli interpreti della pièce (Ph. Antonio Parrinello)

Gli elementi di scena ed i costumi sono di Vincenzo La Mendola, assistente alla regia Gabriella Caltabiano, direttore di scena Armando Sciuto, riprese e regia video-interviste sono di Enrico Bracchitta.

Alla fine gli applausi di un pubblico coinvolto ed incuriosito da una proposta innovativa e stimolante, da un regia faticosa ed accurata e che regala spunti di riflessione, visione leggera e scanzonata di un periodo che ognuno ricorda, rimpiange, assolve, esalta o condanna secondo le proprie esperienze e sensazioni o che avverte ancora oggi, da figlio di questi anni, come anticipatore di grandi illusioni, rivoluzioni, crisi o trasformazioni dell’uomo e della società. Nel bene e nel male. Come è cosa è stato, allora, il ’68? La risposta spetta a noi, al pubblico, a tutti. Cittadini di ieri e di oggi, che guardano al domani.

I protagonisti di “68 Punto e basta”

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