Cultura

Dopo 97 anni si riapre il caso Nino Martoglio, come un “Cold Case”. E tutto grazie ad una ricerca documentale effettuata dal regista Elio Gimbo e dall’avv. Gianni Nicotra del Centro teatrale Fabbricateatro, con il ritrovamento nell’Archivio di Stato di Catania di un prezioso fascicolo d’indagine, aperto all’epoca dei fatti e archiviato con un non luogo a procedere, nel gennaio del 1922. La questione è stata affrontata stamattina al Coro di notte del Monastero dei Benedettini di Catania nel corso del Convegno di studi “L’affaire Nino Martoglio – Verso il centenario della scomparsa”, organizzato dall’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Vittorio Emanuele, dal Rettorato dell’Università di Catania e dal Centro teatrale Fabbricateatro.

In circa tre ore di convegno si è parlato dell’Affaire Nino Martoglio e del nocciolo del fascicolo ritrovato, con le conseguenti implicazioni scientifiche, storiche e letterarie incrociando differenti ambiti di conoscenza corrispondenti ad altrettanto differenti professionalità. Apertura dei lavori e saluti del dott. Salvatore Paolo Cantaro, Commissario Ospedale San Marco di Catania, del Magnifico Rettore Francesco Basile, di Maria Caterina Paino direttore dipartimento Scienze umanistiche e di Giampiero Bonaccorsi direttore generale dall’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico Vittorio Emanuele di Catania.

“Una iniziativa un po’ inconsueta per il nostro dipartimento – ha detto Maria Caterina Paino, direttore dipartimento Scienze umanistiche –, perché mette insieme diverse professionalità. La decisione da parte degli organizzatori di tenere questo convegno ai Benedettini si sposa perfettamente con gli obiettivi del nostro dipartimento che ha sempre lavorato in una prospettiva multidisciplinare”.

“Un convegno che coinvolge – ha aggiunto il Magnifico Rettore Francesco Basilestudiosi di alcuni settori chiave della vita universitaria. Il raccordo tra le diverse discipline è fondamentale per la crescita di un Ateneo generalista come il nostro. L’incontro sull’affare Martoglio tratta il medesimo argomento da quattro diversi punti di vista: medico, letterario, storico e giudiziario”.

I saluti dell’Amministrazione comunale sono arrivati dall’assessore alla Cultura Barbara Mirabella che ha augurato ai relatori una proficua giornata di studi.

I primi interventi sono stati quelli di Antonio Di Grado e Rita Verdirame, ordinari di Letteratura Italiana all’Università di Catania che hanno affrontato il tema “Giornalismo, poesia, teatro; le pratiche della letteratura nella Catania 1900 – 1920; tra Belle Epoque e Grande Guerra”, sottolineando la profonda influenza che ebbe l’attività di Nino Martoglio sul mondo culturale e artistico italiano.

L’intervento di Elio Gimbo

Su “Nascita della regia nel teatro italiano” ha parlato il regista di Fabbricateatro Elio Gimbo. “Nino Martoglio è stato il fondatore del teatro siciliano– ha sottolineato Elio Gimbola sorgente di una tradizione a cui appartengo. Giornalista fondatore di testate, regista e drammaturgo fondatore di gruppi teatrali. Formatore di giovani attori e giornalisti, portatore di un vitalismo esistenziale da opporre al conformismo gretto, e di una sicilianità positiva ed alternativa ai luoghi comuni; della sua biografia mi impressiona la simmetria con quella di Giuseppe Fava che forse è stato il miglior frutto di questa tradizione catanese. Noi di Fabbricateatro vogliamo cogliere oggi questa imperdibile occasione per invitare a guardare l’attività di Martoglio sotto una luce nuova. Per un’intima condivisione con questo universo di valori che l’avv. Gianni Nicotra ed io abbiamo voluto condurre un’indagine sulle reali circostanze di una morte assurda causata probabilmente da una mano vigliacca fin qui rimasta ignota: Onorare un Maestro. Rimane il rammarico per questa vita spazzata via troppo precocemente”.

Sul profilo storiografico, sulle dinamiche sociali e politiche che agitano quella tormentata epoca e le relazioni profonde tra la storia dell’ospedale e quella della città (“Movimenti politici e lotte sociali a Catania 1900-1920; Ascesa e caduta della Milano del Sud”) hanno poi relazionato Giovanna Canciullo, esperta di storiografia del nosocomio Vittorio Emanuele e Giuseppe Barone, ordinario di Storia Contemporanea.

I saluti del Rettore Basile

A chiusura del convegno i due attesi interventi su “Esegesi di una indagine penale e di un Processo civile” di Cristoforo Pomara, Ordinario Medicina Legale Università di Catania e di Ignazio Fonzo, Procuratore aggiunto Procura di Catania che hanno avvalorato i dubbi, le ombre, sulla misteriosa morte di Martoglio.

Notevole il contributo del prof. Cristoforo Pomara, autore di una perizia valutativa del verbale autoptico redatto dopo l’ispezione del cadavere di Martoglio e contenuto nel fascicolo ritrovato. La perizia auspica la riesumazione delle spoglie dello scrittore per sottoporle a moderni esami necroscopici allo scopo di acquisire numerosi dettagli sulla dinamica dell’agguato e sul tipo di arma utilizzata.

“Possiamo dire – ha affermato il prof. Pomarache fu condotta una indagine medico legale carente da un punto di vista scientifico ed a distanza di quasi cento anni con mezzi come la Tac siamo in grado di poter ricostruire la dinamica attraverso uno studio di reperti storici, come quelli dei resti scheletrici. Se dovessimo prendere per buono quello che giura di avere visto allora il medico legale potremmo escludere la caduta e ipotizzare un colpo diretto inferto da un corpo contundente”.

“Catania allora era una città che aveva una sua vivacità culturale – ha detto il procuratore aggiunto Fonzoe c’era una contrapposizione di tesi anche politiche sulla possibile morte violenta di un uomo come Martoglio. I dubbi certamente sono tanti e dopo 97 anni rimangono, anche se bisogna attenersi agli atti del fascicolo”.

Il fascicolo

Il ritrovamento a Catania del fascicolo d’indagine aperto all’epoca dei fatti e quindi archiviato con un non luogo a procedere, nel gennaio del 1922, avvenuto per via di una più ampia ricerca documentale condotta del Centro teatrale Fabbricateatro, lo studio e l’interpretazione dei documenti compresi nel fascicolo, i contributi scaturiti dal convegno di stamattina accendono certamente i riflettori sulla dinamica di una morte che all’epoca fu arbitrariamente rubricata ad incidente per responsabilità della vittima stessa e che oggi potrebbe essere descritta come omicidio volontario conseguente ad un agguato. Ricerca, ritrovamento del fascicolo e convegno di studi non allontanano quindi le ombre sulla morte dello scrittore e regista belpassese, ma ci si augura che si possa presto fare luce sulla sua morte per onorarne la memoria.

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