Cultura

Monsignor Giovanni Battista Montini, dal 1963 al 1978 Papa Paolo VI, dal Pontefice Francesco beatificato il 19 ottobre 2014 e canonizzato domenica 14 ottobre 2018, nella qualità di assistente ecclesiastico generale della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), una prima volta, è stato a Catania nel 1926, col presidente nazionale Igino Righetti.

Verso la fine di marzo di quell’anno, invitato dal presidente diocesano Corrado Dollo ed ospite dei Salesiani dell’Istituto “San Francesco di Sales” in Cibali, don Montini tenne un ciclo di esercizi spirituali quaresimali nella chiesa confraternale “Santa Maria dell’Ogninella” ed incontrò il cardinale arcivescovo Giuseppe Francica Nava.

 Dal 1° al 3 maggio dello steso anno, tornò a Catania per partecipare al III Convegno della FUCI del Sud nel salone dell’Arcivescovado, con la partecipazione anche dell’arcivescovo coadiutore, mons. Emilio Ferrais, e dei vescovi di Noto, mons. Giuseppe Vizzini, e di Acireale, mons. Ferdinando Cento.

Nel marzo dell’anno dopo, Montini sostò per un giorno a Catania ed incontrò gli amici fucini durante il viaggio verso Noto dove partecipò ad un convegno.

Dalla domenica delle Palme al martedì santo del 1928 (1°-3 aprile), ancora con Righetti, si recò ad Acireale per un convegno regionale della FUCI ed incontrò anche i fucini catanesi, palermitani, messinesi e netini. Assistente ecclesiastico del gruppo FUCI di Acireale era il filosofo sacerdote Vincenzo Sozzi, nominato dal vescovo Evasio Colli. Mons. Montini, coordinatore del convegno, tenne una magistrale relazione in Cattedrale. Il mercoledì santo, celebrò la s. messa nel santuario diocesano “Madonna di Loreto”.

 Nella primavera del 1931, mons. Montini tornò a Catania per un convegno nazionale che, però, non si poté svolgere a causa della categorica <sospensione> ordinata da Benito Mussolini in persona: gli universitari cattolici erano accusati di svolgere <attività politica sovversiva>.

   La presidenza nazionale della FUCI annullò tutti i convegni, anche quello in programma a Catania, in quanto il GUF (Gioventù Universitaria Fascista) aveva “imposto la deposizione di una corona d’alloro all’Ara dei Caduti della Rivoluzione Fascista”.

cortile dell’Arcivescovado di Catania, mons. G.B. Montini con il sacerdote prof. Giuseppe Calabrese, canonico della Collegiata che dedicò tutta la sua vita sacerdotale all’insegnamento nel Seminario

A Catania, il circolo maschile FUCI “Nicola Coviello” dovette sostituire il convegno nazionale con un ritiro spirituale guidato da mons. Montini, che coraggiosamente dichiarò: “La sospensione dei nostri convegni universitari è una stroncatura forte per il nostro movimento; ma dalla ferita germogliano segni di vita ancora promettente”.

 Il 26 maggio 1931, anche il prefetto di Catania aveva ricevuto disposizioni dal ministro dell’Interno (lo stesso <duce>!) di procedere allo “scioglimento di tutte le associazioni giovanili non dipendenti direttamente dal Partito Nazionale Fascista e dall’Opera Nazionale Balilla”. Le sedi dei circoli cattolici venivano così sigillate, sequestrati i beni e i documenti, con particolare interesse per l’elenco degli iscritti. Papa Pio XI reagì immediatamente ed energicamente, come la storia ha potuto registrare.

   Il 30 maggio, gruppi di giovani fascisti catanesi devastarono le associazioni di Azione Cattolica operanti nelle chiese cittadine “Santa Maria dell’Aiuto” e “Sacro Cuore al Fortino” perché i rispettivi <vicari curati coadiutori> (ancora l’unico parroco della città era l’arcivescovo) Rosario Santagati e Rosario Piccione si “erano permessi di criticare il provvedimento governativo”.

   Ancora una lieta nota tutta catanese: il nostro arcivescovo metropolita mons. Salvatore Gristina ha avuto la gioia e il singolare privilegio di essere stato ordinato sacerdote e vescovo da due pontefici santi: domenica 17 maggio 1970, solennità di Pentecoste, è stato ordinato presbitero in piazza San Pietro da Papa San Paolo VI e giovedì 16 luglio 1992, festa della Madonna del Carmine, è stato eletto vescovo titolare di Musti di Numidia e ausiliare dell’arcivescovo metropolita di Palermo e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana, cardinale Salvatore Pappalardo, da Papa San Giovanni Paolo II.

 Antonino Blandini

 

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