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Che scrivere di Catania-Catanzaro di domenica 11 Novembre? Novantaquattro minuti di buio pesto – interrotti dal bagliore di rare stelle cadenti (purtroppo, proprio cadenti!) – hanno prosciugato la fonte delle parole.

Andrea Sottil

Si potrebbe dire: tanto tuonò che piovve! Ma il riferimento alle condizioni climatiche è solo metaforico, come avrebbe detto Noiret-Neruda nel “Postino”; fortunatamente, il clima è stato clemente concedendoci un armistizio. In tanti avevano segnalato come avvisaglie almeno le ultime quattro “uscite”. Ed io nel precedente intervento (https://www.cronacaoggiquotidiano.it/2018/11/10/il-cammino-del-catania-in-serie-c-tra-ingiustizia-sportiva-lera-gravina-le-vittime-di-casteldaccia-la-vittoria-sul-siracusa-e-la-sfida-al-massimino-con-il-catanzaro/) mi ero riservato di indicare i nomi di alcuni “peccatori” se fossero stati recidivi. Ma che nomi posso fare al termine della netta sconfitta col Catanzaro – ben più netta del risultato finale di 2-0 – conclusa da un subisso di fischi e improperi? Per tutti! Colpa della difesa? Puah… Colpa del centrocampo? Puah… Di chi, allora? Di cosa? Il popolo ce l’aveva con Sottil; anche parte dei commentatori “titolati” sostengono che il venariese ha “ancora una volta” fatto scelte “cervellotiche” rivelatesi nefaste. Gaetano Auteri, allenatore dei calabri, gli offre le attenuanti, le solite, tipo quelle che anch’io sin nell’intervento precedente ho offerto e che ancora ritengo plausibili. Il tecnico floridiano, che si è dichiarato tifoso del Catania, risulta ancora indigesto e con i suoi “bianchi per l’occasione” ha permesso a Furlan (portiere ospite, l’anno scorso vittorioso a Catania con il Trapani) di fare il dannato bis.

La delusione tra i giocatori del Catania

Partite giocate così non permettono neanche di prendersela con certo strabismo del mediocre arbitro De Angeli Paride – sic! – di Abbiategrasso. Ancora scarsi i segni palesati di ciò che trasforma in squadra un manipolo di giocatori; l’evidenza è evidenza. Con i siracusani, malgrado la “loro” superiorità, finì in “Gloria”; con il Catanzaro in “Requiem”.

La nostra città si picca – motivatamente – del paragone con la mitica Fenice; si può, si deve sperare che anche questa vicenda calcistica riesca a evocarla. Perché prossime avversarie saranno le “Vespe”; non quelle aristofanesche ben aduse – guarda un po’ – ai processi…Queste sono di Castellammare di Stabia, che si trova a due passi da Napoli e vanno abbastanza bene. Mitica Fenice contro Vespe.

Bisogna voltare pagina; l’ha detto anche Lodi nel dopopartita; sembra una fase semplice e chiara; lo è davvero? Perché pagina si può cambiarla in diversi modi. A noi basterebbe una “restitutio in integrum”: 29 settembre, mi son svegliato, e…

Salvo Nicotra

Salvo Nicotra si è occupato di così tante cose da sentirsi – talora – come uno che non ha concluso niente (lo diceva anche Luigi Tenco ma lui era un grande!)… Laurea in Lettere all’Università di Torino con tesi in Storia del Teatro (più precisamente, sull’attualità dell’Opera dei Pupi; Antonio Attisani, relatore; Alfonso Cipolla, correlatore), regista teatrale, uomo di cultura e di sport, ha collaborato sin dalla (lontana) giovinezza e collabora – nella “maggiore età” – con varie testate giornalistiche; nella “precedente vita” è stato lavoratore pubblico e dirigente sindacale.

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