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Nell’ambito della rassegna di teatro contemporaneo “Altrescene Preview” è andato in scena la scorsa domenica al Centro Zo di Catania lo spettacolo “Miracolo” di Giuseppe Massa della compagnia “Sutta Scupa”.

“Miracolo” prende spunto dalle ondate migratorie che attraversano il Mediterraneo per testimoniare la progressiva disumanizzazione della nostra società ed il teatro visionario di Giuseppe Massa è permeato da un forte intento di integrazione socio –culturale ed è un inno alla tragicità della vita. Il testo è maturato all’interno della residenza creativa Write 2016 che coinvolge drammaturgi siciliani ed europei all’interno del monastero di Mandanici (Messina). In seguito la compagnia ha visitato l’Oratorio di San Lorenzo di Palermo e proprio questa permanenza, ha influito tantissimo, la violenza dello spettacolo ha incontrato l’eleganza di questo oratorio barocco, biancheggiato dagli stucchi del Serpotta e ha fatto in modo che nell’opera venisse usato Scarlatti, un musicista barocco che crea nello spettacolo un’atmosfera onirica.

Tra luci e suoni e con un dialetto palermitano stretto ed espressivo, i due protagonisti – due fratelli becchini precari – danno vita ad uno spettacolo, duro, che supera i limiti del grottesco ed a tratti diverte il pubblico con la sua feroce ironia che, però, nasconde un disagio legato a quella realtà che ancora oggi fa paura e crea scompiglio: l’emigrazione.

La pièce inizia con una donna di colore (Glory Arekekhueghe), con il grembo avvolto da una plastica trasparente e che dopo aver lanciato uno spaventoso grido, partorisce una bara di legno e due uomini. Da qui parte la vicenda con il cimitero cittadino stracolmo e due buffi  fratelli becchini incaricati di seppellire decorosamente un migrante. Per tutta la durata della pièce (circa 45 minuti) i due buffi protagonisti (uno magro – Bernardo, l’altro grassoccio e sudato, Antonio) provano a liberarsi a tutti i costi  del migrante senza rischiare di essere scoperti. Antonio e Bernardo, cercano una soluzione: pensano a buttarlo al mare, a ridurlo pezzi o ancora a trasportarlo nel paese accanto per svincolarsi dall’onere della sepoltura. All’improvviso il morto è resuscitato e va compiaciuto con canti e danze per convincerlo a morire altrove. La follia, la disperazione li porta addirittura a credere al miracolo della resurrezione. I due consumano un’aringa affumicata, fumano una sigaretta elettronica, bevono qualcosa, poi esausti, divagando su viaggi sulla Luna o su Marte, decidono di voler essere alberi e si addormentano, lì per terra, accanto alla bara. E la donna di colore, vista all’inizio della pièce, imbianca i loro visi facendoli passare a nuova vita.

In scena, tra una bara e pochi oggetti, si disimpegnano i bravissimi ed espressivi Gabriele Cicirello (Bernardo, il più magro dei fratelli) e Paolo Di Piazza (Antonio, il più in carne), con la presenza di Glory Arekekhuegbe (la donna di colore). La regia, lineare, è di Giuseppe Massa, la scena ed i costumi sono di Mela Dell’Erba, le luci di Michele Ambrose.

Lavoro di grande suggestione, alla fine lungamente applaudito dagli spettatori. A tratti grottesco, ironico e spiazzante e che ci catapulta in tematiche oggi molto dibattute, come l’emigrazione, l’accoglienza, la comprensione nei confronti di chi viene da lontano, di chi è diverso da noi.

La tournée siciliana di “Miracolo” dopo Catania proseguirà il 29 e 30 Novembre al Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo e infine il 1 Dicembre al VA’ Teatro di Naso, nella stagione diretta da Matteo Bavera.

Scheda “Miracolo”

scritto e diretto da Giuseppe Massa

con Gabriele Cicirello, Paolo Di Piazza, Glory Arekekhuegbe

scena e costumi Mela Dell’Erba

luci Michele Ambrose

suono Giuseppe Rizzo

aiuto drammaturgia Giuseppe Tarantino

assistente alla regia Marco Leone

assistente alla produzione Elena Amato

Produzione compagnia Sutta Scupa

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