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Non sembra un film italiano. Affascinante e misterioso, psicoanalitico ed erotico, con echi hitchcockiani”. Questo il lapidario giudizio con cui Adriano Aprà, il noto critico e saggista cinematografico romano, definisce “Seguimi” l’ultimo film del regista-scrittore anch’egli romano Claudio Sestieri, affascinante thriller psicologico, dalla forte componente erotica, interpretato da Angelique Cavallari, Maya Murofushi, Pier Giorgio Bellocchio (figlio del regista Marco), Antonia Liskova, José Maria Blanco e Marina Esteve. Il film sarà nelle sale italiane da giovedì 22 Novembre e al CineStar di S. Giovanni La Punta. Nel multiplex puntese per motivi distributivi sarà proiettato solo nei giorni 22 e 23, come particolare evento cinematografico. Il film ha infatti ha ottenuto la qualifica di opera “d’essai”, oltre a quella di opera “d’interesse culturale nazionale”.

Locandina “Seguimi”

Distribuito da “Stemo Production srl, il film arriva nelle sale onusto di premi: al “Festival Internazionale del Cinema dei Castelli Romani” ( Miglior Regia, Miglior Attrice ad Angelique Cavallari e Miglior Fotografia a Gianni Mammolotti); quindi Miglior Film, Miglior Sceneggiatura, Miglior Attrice, ancora Angelique Cavallari, Miglior Musica e Miglior Fotografia all’ “Umbrialand-IndieFilmFest” di Terni. “Seguimi” ‘è stato anche presentato in concorso al “Taormina Film Fest” 2018 ed ha vinto ancora il premio come Miglior Sceneggiatura al “Terra di Siena Film Fest”.

Seducente la sinossi: Marta Strinati, una tuffatrice olimpionica, dopo essersi infortunata in piscina, si ritrova sola e disorientata. Lascia Barcellona e si trasferisce in un’antica città italiana. Qui riapre la casa-studio di suo padre, un pittore morto poco tempo prima, e incontra Sebastian, uomo e pittore dal carisma indiscutibile, dal carattere magnetico, ombroso. Durante una mostra scopre i suoi dipinti, tutti ispirati dalla stessa Musa, una ragazza giapponese perturbante che subito le ispira un forte senso di dejà vu. All’improvviso, la modella dei quadri è al suo fianco. L’incontro con Haru, la modella di tutte le tele iperrealistiche della mostra, si trasforma  per Marta in una relazione di cui non può fare a meno, una sconvolgente ossessione fisica e mentale. Sindrome di Stendhal, o un amore forte come la morte”? “Seguimi”, sceneggiato dal regista e da Patrizia Pistagnesi e Nicola Molino, è prodotto da Bruno Tribbioli e Alessandro Bonifazi per “Blue Film” ed “Eur Film” in associazione con “Green Film” e in coproduzione con “Gris Medio” e realizzato con il contributo del  “Mibact-Direzione Generale per il Cinema”.

Una scena del film

Con quest’ultima sua opera Claudio Sestieri – il cui esordio risale al 1986 con il film “Dolce assenza” (interprete Jo Champa e Sergio Castellitto), seguito da “Barocco” (1991, presentato a Venezia) e ancora da “Chiamami Salome” (2005), interpretato da Elio Germano e dal compianto attore catanese Gilberto Idonea – conferma le sue doti di regista visionario, in controtendenza  con le usuali “vocazioni” del cinema italiano, prima tra tutte la commedia. Presentando il film alla stampa Sestieri (che molto ha lavorato anche in RAI) ha dichiarato che le sue intenzioni sono state quelle di  “…ibridare gli schemi del cinema d’autore con gli schemi del cinema di genere. Per me che ho sempre fatto dei gialli esistenziali, dei classici film d’autore da festival, significava fare un grande passo in avanti, mantenere quelle che sono le mie fisime (il doppio, l’assenza, la perdita) e confrontarmi con i meccanismi del thriller: un mistero dentro la storia che ci porta avanti ed è la base di ciò che darà un senso a tutto quello che prima abbiamo visto. Vorrei che il primo livello arrivasse a tutti e che gli altri livelli fossero affidati alla sensibilità, allo sguardo, ai gusti degli spettatori. Abbiamo provato a lavorare perché tutto quello che c’è nel film sia credibile, giustificabile sia sulla base del fatto che Marta in un momento di fragilità immagini una vita possibile con l’icona che l’ha stregata, sia sul fatto che è stata visitata da un fantasma che l’ha portata a condividere il suo destino.

L’autore della colonna sonora, il compositore Marco Werba, ha a sua volta dichiarato che “l’’obiettivo era di coniugare una composizione tradizionale un po’ alla Brian De Palma, una musica sinfonica molto drammatica, con una musica un po’ sperimentale. Claudio mi chiese di andare fuori dal mio modo tradizionale di lavorare, ossia di usare i suoni elettronici con un sapore orientale. L’idea di mescolare strumenti orientali, come lo shakuhachi che è giapponese, con suoni elettronici e orchestra. Tre elementi apparentemente molto diversi fusi insieme. In più abbiamo avuto una grande violoncellista orientale, che è Tina Guo”.

Insomma un film assolutamente da non perdere non solo per un pubblico “d’essai” o per il cultori d’un genere intrigante, purtroppo poco praticato dal cinema italiano, ma altresì per tutti gli spettatori stanchi del sistematico affollamento delle debordanti commedie sugli schermi nazionali.

Franco La Magna

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